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Da Organizzatori

Ferrara, 18 ottobre – Negli ultimi anni gli scambi internazionali di studenti sono diventati una pratica diffusa: nel 2016 sono stati stimati 7.400 studenti all’estero per almeno per 3 mesi (fonte: www.scuoleinternazionali.org), con un incremento del +111% dal 2009. I motivi? Diventare cittadini del mondo, costruire un pacchetto di conoscenze e competenze da spendere in un mercato del lavoro sempre più globalizzato, innalzare le proprie soft skill di tipo relazionale, comunicativo e organizzativo. Sono queste le esigenze sempre più pressanti degli studenti di oggi, a cui Intercultura offre una risposta concreta, attraverso i suoi programmi scolastici all’estero in 65 Paesi di tutto il mondo.
Anche a Ferrara studenti, genitori e scuole sono sempre più interessati alle opportunità di esperienze internazionali. Attualmente della provincia di Ferrara sono all’estero 10 adolescenti in Norvegia, Nuova Zelanda, Irlanda, Cina, Thailandia, Messico, Argentina e Stati Uniti. Uno di questi ragazzi è partito grazie alla società Areté e Cocchi che opera sul territorio e che ha offerto una borsa di studio aziendale.
Per tutti gli studenti di Ferrara e le loro famiglie interessati a vivere questa stessa esperienza, i volontari hanno organizzato un incontro aperto alla cittadinanza per le ore 16 di sabato 21 ottobre 2017 presso il Liceo Statale Carducci di Ferrara in Via Canapa 75, dove potranno fornire tutte le informazioni utili per iscriversi: le destinazioni, le borse di studio, l’ospitalità in famiglia, la scuola all’estero e il coordinamento con i docenti in Italia. Come sempre, saranno protagonisti anche alcuni ragazzi appena rientrati dal loro periodo di studio all’estero per spiegare, attraverso il proprio racconto fatto in prima persona, che cosa significhi trascorrere una parte così importante della propria vita a contatto con un’altra cultura, tra sfide, difficoltà, benefici e bellissimi ricordi di momenti speciali vissuti con i nuovi amici provenienti da tutto il mondo.

Storia di Alice
Da Ferrara in Honduras per un anno

Ciao a tutti, mi chiamo Alice, ho 17 anni e sto svolgendo l’anno in Honduras grazie ad Intercultura.
Vengo da una città del Nord Italia, una città piccola di nome Ferrara, tranquilla, dove non succede mai niente di così interessante. Una città dove tutti si conoscono, dove la routine è sempre la stessa.
Circa un anno fa, ho deciso di fare domanda per vivere un anno all’estero, per conoscere un nuovo mondo, uscire dalla vita a cui ero sempre stata abituata. L’Honduras era la mia terza scelta di sette.

Devo ammettere che quando ho letto i risultati e ho visto che il mio anno si sarebbe svolto in questo Paese, mi sono spaventata, forse perché non lo conoscevo molto. Non sapevo quasi niente della vita che avrei fatto, delle abitudini delle persone. Poi, quel giorno a Roma, con un po’ di paure e molta voglia di scoprire e di viaggiare ho messo il piede sull’aereo senza pensarci troppo, e sono scesa all’aeroporto di Tegucigalpa rendendomi conto che da quel preciso istante avrei affrontato un mondo nuovo.

Il calore delle persone qui è immenso e lo si può vedere dal primo giorno passato qui, dai sorrisi, dalla gentilezza, dalla curiosità

L’Honduras è un Paese magnifico. Io vivo nella capitale, e ho imparato ad amare le strade trafficate, il modo in cui si illumina la città di notte, i centri commerciali enormi e affollati, i sorrisi della gente, le palme decorate per Natale. Ho conosciuto persone bellissime, il primo giorno di scuola i compagni mi hanno accolta senza squadrarmi dall’alto in basso, mi hanno solamente sorriso e mi hanno invitato a festeggiare l’entrata all’ultimo anno. La scuola è bellissima, con una piscina, palme ovunque, armadietti, e un po’ di sane tradizioni statunitensi, come il ballo di fine anno e la “graduation” con tanto di toga. Le attività a scuola sono davvero moltissime, e ogni singola persona mi ha sempre trattato come se fossi una di loro dall’inizio; i ragazzi della mia età si riuniscono nelle case a fare festa, e ballano sempre tutti fino alla fine.
Il calore delle persone qui è immenso e lo si può vedere dal primo giorno passato qui, dai sorrisi, dalla gentilezza, dalla curiosità.
Ovviamente ho anche dovuto abituarmi a molte cose che sono completamente diverse dalla vita di un italiano, per esempio la pericolosità del Paese è purtroppo qualcosa a cui bisogna essere preparati, e si devono prendere le precauzioni necessarie, specialmente se si è in una città grande come Tegucigalpa. Per esempio, la gente non cammina mai per le strade, tutti si muovono in macchina o in taxi e per andare a scuola un autobus privato ti passa a prendere al mattino davanti a casa. I centri commerciali sono sempre sicurissimi, senza nessun pericolo. Il miglior consiglio che posso dare è di ascoltare le indicazioni della famiglia, loro vivono in Honduras da sempre e sanno come muoversi per evitare situazioni spiacevoli. Non bisogna assolutamente essere spaventati, tantissime persone vivono qui e non è mai successo nulla, però si deve sempre essere prudenti.
Ora siamo in atmosfera natalizia. Il Natale qui è molto importante, la città si inizia a preparare a questa festa circa ad ottobre, addobbando la città di luci e mettendo musica natalizia nei centri commerciali. Le famiglie si preparano mettendo il classico pino decorato in casa e le luci colorate in ogni angolo. Il 24 dicembre è ancora più importante del 25: molte famiglie, tra cui la mia, preparano una cena infinita nel pomeriggio, e aspettano mezzanotte per sedersi a tavola e mangiare; dopodiché, merengue, salsa, bachata, karaoke e tante risate sono gli intrattenimenti che si portano avanti fino a molto tardi.
Mi ricordo che quando ho deciso di iscrivermi al programma di Intercultura il mio sogno era andare negli Stati Uniti, ma ora come ora sono felicissima di essere qui e non cambierei questo Paese con nessun altro.
Estoy enamorada de este Paìs!
Il percorso di formazione, offerto dai volontari dell’Associazione Intercultura, segue passo passo i ragazzi e consente loro di vivere una straordinaria esperienza di crescita i cui benefici umani e professionali durano per tutta la vita, come possono testimoniare le storie di successo di vip come quelle degli astronauti Luca Parmitano e Samantha Cristoforetti e di imprenditori e manager come Diego Piacentini, Luca Barilla, Franco Bernabé, Marco Balich.

Per maggiori informazioni sull’incontro di presentazione e sulle attività di Intercultura a Ferrara è possibile contattare il Responsabile dei soggiorni di studio all’estero del Centro locale di Intercultura, Manuela Quercioli, al numero 328.2478984

IL CONCORSO DI INTERCULTURA IN TRE PUNTI:
 I TEMPI DEL CONCORSO: accedendo al sito www.intercultura.it, è possibile iscriversi fino al 10 novembre 2017 al nuovo bando di concorso 2018-19 per trascorrere un intero anno scolastico, un semestre, un trimestre, un bimestre o 4 settimane estive in uno dei 65 Paesi di tutto il mondo dove la Onlus promuove i suoi programmi. Più di 2.100 i posti disponibili e 1.500 le borse di studio, tra quelle sponsorizzate e quelle messe a disposizione da Intercultura. Il bando è rivolto a tutti gli studenti delle scuole superiori nati tra il 1 luglio 2000 e il 31 agosto 2003.
 LE BORSE DI STUDIO A DISPOSIZIONE: le 1.500 borse di studio parziali o totali, di cui circa la metà provengono dall’apposito fondo di Intercultura, consentono la partecipazione ai programmi da parte degli studenti più meritevoli e bisognosi di sostegno economico (si va dalle borse totali che coprono il 100% della quota di partecipazione, a quelle parziali che coprono una percentuale variabile tra il 20% e l’80% della stessa). Le altre centinaia, tra borse di studio totali e contributi sponsorizzati, sono messe a disposizione grazie alla collaborazione tra la Fondazione Intercultura e diverse aziende, banche, fondazioni ed enti locali. L’elenco viene continuamente aggiornato sul sito alla pagina http://www.intercultura.it/borse-di-studio-offerte-da-sponsor).
 Il RICONOSCIMENTO DEL PERIODO TRASCORSO ALL’ESTERO E L’ALTERNANZA SCUOLA E LAVORO: per gli studenti che frequentano all’estero l’intero anno scolastico, la normativa scolastica italiana riconosce la possibilità di accedere alla classe successiva senza ripetere l’anno. Il Ministero dell’Istruzione ha chiarito (nota 843/2013) che le esperienze di studio all’estero sono “parte integrante dei percorsi di formazione e di istruzione” e che sono “valide per la riammissione nell’istituto di provenienza”. (www.intercultura.it/normativa). Inoltre, le esperienze di studio all’estero sono equiparate ai progetti di Alternanza Scuola Lavoro: per riconoscerle contano le competenze acquisite e il parere del Consiglio di Classe. Il 28 marzo 2017 il Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca ha pubblicato la Nota MIUR prot. 3355 con alcuni importanti chiarimenti sull’Alternanza Scuola Lavoro. In particolare, al punto 7 il MIUR si esprime sull’Alternanza Scuola Lavoro per “gli studenti che partecipano a esperienze di studio o formazione all’estero”. (http://www.intercultura.it/studenti/faq).
L’Associazione Intercultura Onlus (www.intercultura.it) L’Associazione Intercultura Onlus (www.intercultura.it)
L’Associazione Intercultura (fondata nel 1955) è un ente morale riconosciuto con DPR n. 578/85, posto sotto la tutela del Ministero degli Affari Esteri. Ha status di ONLUS, Organizzazione non lucrativa di utilità sociale, ed è iscritta al registro delle associazioni di volontariato del Lazio: è infatti gestita e amministrata da migliaia di volontari, che hanno scelto di operare nel settore educativo e scolastico, per sensibilizzarlo alla dimensione internazionale. E’ presente in 155 città italiane ed in 65 Paesi di tutti i continenti, attraverso la sua affiliazione all’AFS Intercultural Programs e all’EFIL. Ha statuto consultivo all’UNESCO e al Consiglio d’Europa e collabora ad alcuni progetti dell’Unione Europea. Ha rapporti con i nostri Ministeri degli Affari Esteri dell’ dell’Istruzione, Università e Ricerca. A Intercultura sono stati assegnati il Premio della Cultura della Presidenza del Consiglio e il Premio della Solidarietà della Fondazione Italiana per il Volontariato per l’attività in favore della pace e della conoscenza fra i popoli. L’Associazione promuove organizza e finanzia programmi scolastici internazionali: ogni anno più di 2.000 studenti delle scuole superiori italiane trascorrono un periodo di studio all’estero e vengono accolti nel nostro Paese quasi 1.000 ragazzi da tutto il mondo che scelgono di arricchirsi culturalmente trascorrendo un periodo di vita nelle nostre famiglie e nelle nostre scuole. Inoltre Intercultura organizza seminari, conferenze, corsi di formazione e di aggiornamento per Presidi, insegnanti, volontari della propria e di altre associazioni, sugli scambi culturali. Tutto questo per favorire l’incontro e il dialogo tra persone di tradizioni culturali diverse ed aiutarle a comprendersi e a collaborare in modo costruttivo.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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Francesco Monini
direttore responsabile


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