Skip to main content
Per raccontare cosa è successo ieri, 18 settembre 2021, a Firenze, bisogna partire dall’inizio.

partigiani
Firenze, 5 agosto 1944: La Brigata Partigiana “Vittorio Sinigaglia” entra in Oltrarno.
Comincia cosi la canzone dei partigiani della brigata. Nel corso degli anni, alla sua riscoperta è seguita una popolarità rinnovata, e Insorgiam è entrato a far parte del repertorio di diverse formazioni toscane e non solo:
Insorgiam
ci chiamano gli schiavi,
sbirri della Libertà,
i bastardi non figli degli avi
che fecero la nostra Unità.
Il fascismo ci rese ribaldi
vili servi del gran capital
freme a noi tra di noi Garibaldi,
muoia dunque chi vili ci fa.
La canzone continua: Passa passa l’orda gigante e si leva / l’era nuova di pace e d’amor. / Ogni popolo è il solo padrone / della patria e del proprio avvenir; / non più guerre, non più distruzione, / solo forza che sa costruir. [Un po’ di storia e il testo integrale di Insorgiam!] 

Ne abbiamo ampiamente parlato su questo giornale [Qui] e [Qui] La lotta dei lavoratori della GKN di Campi Bisenzio contro la chiusura dello stabilimento, la delocalizzazione della produzione e il licenziamento in blocco di tutti i dipendenti, ha assunto da subito un carattere nuovo, inedito.

I 422 della GKN, i protagonisti, non si sono limitati a scendere in strada, a occupare la fabbrica e a impostare una vertenza locale con il loro padrone, ma hanno subito ‘guardato oltre’.

Hanno coinvolto tutte le realtà sociali e di movimento di Firenze. Hanno preso contatto con i lavoratori che in tutta Italia subiscono oggi la minaccia del licenziamento. Hanno lanciato un appello che chiede la solidarietà di studenti, lavoratori, disoccupati e cittadini di buona volontà.

Hanno addirittura scritto insieme a un pool di esperti una proposta di legge che vieta il ricorso ai licenziamenti alle Aziende che oggi delocalizzano, ma che fino a ieri hanno ottenuto contributi pubblici.

Dunque una lotta esemplare, che cerca di bucare il muro di silenzio di partiti e media, ed è riuscita a costruire un larghissimo e colorato fronte comune. Da qui la scelta del motto partigiano fiorentino, quel #Insorgiamo! che da alcune settimane disturba il sonno del presidente di Confindustria Carlo Bonomi.

Il risultato di questo grande lavoro di base (i lavoratori della GKN stanno ancora girando l’Italia per raccontare la loro proposta), della loro  lungimiranza e maturità intellettuale nell’impostare la lotta come “una lotta di tutti”, si è visto nell’imponente manifestazione di ieri. Più di 20.000 persone, un corteo combattivo ma composto, tantissime bandiere (rosse i maggioranza).

E’ stata ‘una cosa così grossa’ che giornali e televisioni questa volta devono rompere il silenzio tenuto nei giorni che hanno preceduto la manifestazione. Questa volta, per dovere di cronaca, devono parlarne, almeno un poco. Per una manciata di secondi, e nelle pagine interne. Solo Il manifesto concede alla notizia la sua prima pagina.

E se, come previsto, il segretario nazionale della Cgil non si fa vedere, sfila tra gli altri lo scrittore e drammaturgo fiorentino Stefano Massini. Per raccontare questo grande fiume di gente – tantissimi i giovani e giovanissimi – e le decine e decine di facce, bandiere e striscioni, la cosa migliore è lasciar spazio alle immagini:

corteo manifestazione
corteo manifestazione

 

 

 

corteo manifestazione
corteo manifestazione

 

 

 

 

 

 

 

 

corteo manifestazione
corteo manifestazionecorteo manifestazione

Scrivono nella loro pagina Fb i lavoratori della GKN: “Siamo giunti alla fine di questa immensa giornata di lotta. Firenze è insorta, ci ha abbracciato. Ecco le nostre parole”:
https://www.facebook.com/insorgiamoconilavoratorigkn/videos/409606300551155/

tag:

Francesco Monini

Nato a Ferrara, è innamorato del Sud (d’Italia e del Mondo) ma a Ferrara gli piace tornare. Giornalista, autore, infinito lettore. E’ stato tra i soci fondatori della cooperativa sociale “le pagine” di cui è stato presidente per tre lustri. Ha collaborato a Rocca, Linus, Cuore, il manifesto e molti altri giornali e riviste. E’ direttore responsabile di “madrugada”, trimestrale di incontri e racconti e del quotidiano online “Periscopio”. Ha tre figli di cui va ingenuamente fiero e di cui mostra le fotografie a chiunque incontra.

PAESE REALE

di Piermaria Romani

PROVE TECNICHE DI IMPAGINAZIONE

Top Five del mese
I 5 articoli di Periscopio più letti negli ultimi 30 giorni

05.12.2023 – La manovra del governo Meloni toglie un altro pezzo a una Sanità Pubblica già in emergenza, ma lo sciopero di medici e infermieri non basterà a salvare il SSN

16.11.2023 – Lettera aperta: “L’invito a tacere del Sindaco di Ferrara al Vescovo sui Cpr è un atto grossolano e intollerabile”

04.12.2023 – Alla canna del gas: l’inganno mortale del “mercato libero”

14.11.2023 – Ferrara, la città dei fantasmi

07.12.2023 – Un altro miracolo italiano: San Giuliano ha salvato Venezia

La nostra Top five
I
 5 articoli degli ultimi 30 giorni consigliati dalla redazione

1
2
3
4
5

Pescando un pesce d’oro
5 titoli evergreen dall’archivio di 50.000 titoli  di Periscopio

1
2
3
4
5

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

Tutti i contenuti di Periscopio, salvo espressa indicazione, sono free. Possono essere liberamente stampati, diffusi e ripubblicati, indicando fonte, autore e data di pubblicazione su questo quotidiano.

Francesco Monini
direttore responsabile


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it