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Da: Ferrara Fiere Congressi.

“Ogniqualvolta mi accorgo di mettere il muso; ogniqualvolta giunge sull’anima mia un umido e piovoso novembre; ogniqualvolta mi sorprendo fermo, senza volerlo, dinanzi alle agenzie di pompe funebri o pronto a far da coda a ogni funerale che incontro; e specialmente ogniqualvolta l’umor nero mi invade a tal punto che soltanto un saldo principio morale può trattenermi dall’andare per le vie col deliberato e metodico proposito di togliere il cappello di testa alla gente, allora reputo sia giunto per me il momento di prendere al più presto il mare”.

È anche attraverso il Moby Dick di Melville, di cui questo è l’incipit, che SEALOGY®, il primo e atteso salone europeo sulla Blue Economy (Ferrara Fiere, 6-8 marzo), parla del mare.

A portare in scena, grazie al sostegno di Coop Alleanza 3.0, questo capolavoro della letteratura americana è l’attore, regista, illustratore, cuoco e suonatore di banjo Roberto Abbiati, che nelle giornate di sabato 7 e domenica 8 marzo incarna il personaggio del capitano Achab in “Una tazza di mare in tempesta”.

In questo distillato di Moby Dick della durata di venti minuti, Abbiati fa entrare adulti e bambini, a gruppi di venti, nel ventre della baleniera Pequod, allestita come una scatola delle meraviglie e attrezzata con gli oggetti di un vecchio veliero. Il pubblico, chiuso nella stiva, si trasforma così nell’equipaggio, mentre sulle pareti di questa ‘wunderkammer’ di legno sono in mostra le piccole scene che si animano durante la performance.
Lo spettacolo è adatto anche agli alunni della scuola primaria e secondaria di primo grado; per loro, la messinscena si arricchisce di una breve introduzione sul romanzo di avventura ottocentesco.

In tournée dal 2002 in Italia e in Europa, nella sua smisurata e folle sete di vendetta verso la balena bianca Abbiati/Achab è assistito solo da Johannes Schlosser, che lo aiuta a far rivivere in miniatura l’ossessione narrata da Melville per ottocento pagine. Ma il genio teatrale di Abbiati rimpicciolisce solo la durata e l’ambientazione del Moby Dick, perché le emozioni che il testo comunica e il coinvolgimento del pubblico ne escono intatti, anzi amplificati.

Per prenotare il proprio posto nella baleniera, basta scrivere a info@sealogy.it. Repliche sabato 7 marzo (ingresso gratuito) e domenica 8 marzo (ingresso gratuito per i minori; dai 10 ai 17 anni e visitatori muniti di carta sociocoop: 8,00 €; maggiorenni: 10,00 €; buono sconto online di 1,00 € su www.sealogy.it).

In allegato, alcune immagini di Roberto Abbiati durante la sua performance.

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FERRARA FIERE CONGRESSI


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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