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da: Fonè Scuola di Teatro

18/19 Aprile 2015 presso la sede di Fonè 

Questo sabato e domenica, presso la sede di Fonè Scuola di Teatro, via Arianuova 128, diretta da Massimo Malucelli (nella foto), in sinergia col Centro Preformazione Attoriale, verrà proposto un seminario intensivo di teatro sensoriale con l’attore e regista Marco Alì. La giornata di sabato è pensata per gli allievi di Fonè (adulti e adolescenti), ma la scuola proporrà nella mattinata di domenica 19 aprile, dalle ore 11.00 alle ore 14.30, anche uno stage “extrascolastico”, aperto a tutti, offrendo l’opportunità di partecipare ad una lezione di tre ore e mezzo a chiunque voglia confrontarsi con se stesso e con l’affascinante mondo del teatro sensoriale.

In una prima fase del laboratorio si lavorerà sul gioco e sul funzionamento dei cinque sensi e la loro azione sulla memoria del corpo.

Il laboratorio si svilupperà in diverse fasi: introduzione al teatro sensoriale e al gioco; approfondimento del lavoro sul gruppo e sul singolo strettamente legato al concetto di ascolto dell’Altro; creazione di percorsi sensoriali.

Nel corso del seminario, si cercherà di affrontare, con armi diverse che vanno dal teatro di parola al teatro danza, dal ritmo alla narrazione, il rapporto tra l’allievo, il personaggio e lo spettatore, andando verso una collaborazione reciproca, finalizzata al perfezionamento di un’azione immaginaria. Il percorso si svilupperà quindi attraverso reazioni e relazioni, nel quadro di un lavoro dinamico sulla parola e sul corpo. Il corso ha il costo di 30 euro.

Per informazioni scrivere a massimo.malucelli@gmail.com o chiamare il numero 3475997889.

 

 

Carriera Marco Alì

Dal 2007 formatore nell’ambito del teatro, della danza e della narrazione.

Attualmente svolge attività di formatore presso Leggere Strutture Art Factory, Scambi Europei, e all’interno di varie scuole medie superiori nella provincia di Bologna, Reggio Emilia e Parma in collaborazione con IFOA.

Ha collaborato come attore o performer con: la compagnia I lunatici, Matteo Belli, M. Monetta, A. Celestini, G. Scabia, T. De Rosa, L. Curino, Damiano Paternoster, Societas Raffaello SanzioTeatro delle Ariette, Teatro Stabile per l’Innovazione La Baracca, D. Bergonzi, O. e D. De Summa, Accademia degli ArtefattiTeatrino Giullare, M. Machiavelli, M. Manchisi, Jacopo Fo e altri.

In ambito coreutico con Eduardo Torroja (Ultima Vez), M. Gandini, G. Morisco, L. Russo (Leggere Strutture Art Factory), Contra Mestre Primo (Capoeira Corda De Ouro), N. Laudati, S. Bertozzi, P. Palmi, Sourakhata Dioubate (Sankiri Ba Farè,Danza dell Africa dell’ovest), e coi Giovani Danzatori Bolognesi (danze folck).

E’ attualmente parte del gruppo di ricerca de Il Teatro de lo Sentidos (Barcellona) di E. Vargas.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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