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Si chiama ‘Sentieri antichi’ ed è come un viaggio nel tempo, un’evocazione sensoriale di immagini suoni e ambienti, la mostra dell’artista Flavia Franceschini allestita alla Galleria Carbone, a Ferrara fino a domenica 22 aprile 2018. I materiali usati sono vecchie foto di famiglia, filmati di un secolo fa e poi veli, plexigas, la luce che si espande da lampade d’epoca. La sensazione non è quella di entrare nella galleria che si conosce, gestita da Paolo Volta e Lucia Boni sulla piccola piazzetta del centro storico, ma in un salotto nuovo, in un mondo misterioso, evocativo, tutto da esplorare. Le vecchie poltroncine da cinema – salvate dall’Apollo, che si trova di là dalla strada, al momento della sua ristrutturazione e trasformazione in multisala – sono posizionate secondo la loro funzione originale. Su quei sedili a ribalta, in legno e velluto rosso, un riservato gruppo di spettatori può assistere alla proiezione delle immagini in movimento, che scorrono su grandi teli velati al centro della stanza principale. Una luce soffusa e calda emana da un’abat-jour e dal lampadario acceso sopra al panno del tavolo rotondo di legno, come nella casa di una signora d’altri tempi.

Mostra di Flavia Franceschini, Galleria del Carbone, Ferrara (foto GM)

Nella saletta accanto ci sono tre file di fotografie antiche, recuperate, restaurate e incorniciate dall’artista in una sequenza che sembra la pellicola stessa di un film in versione dilatata. In alcuni casi le figure un po’ sbiadite si animano nei loro gesti grazie alla sovrapposizione di un’immagine sull’altra, con i personaggi immortalati in un parco o in un bosco che si stagliano davanti a quelli sotto, come in un teatrino. L’escamotage della stampa su materiale trasparente, posta a distanza da quella riprodotta su carta, dà la sensazione dello spazio tridimensionale, come avviene nei piccoli sipari del teatro di figura.

“Sentieri Antichi” di Flavia Franceschini: le immagini sovrapposte

In un’altra sequenza spicca sopra a tutti un volto di donna, bella come un viso di ceramica che rimbalza dal passato al presente per l’impressionante similitudine con le giovani figlie e nipoti dell’artista, che si aggirano per le sale, durante l’inaugurazione di sabato 7 aprile, con quei lineamenti di fanciulle in fiore. La protagonista principale delle riproduzioni che salta fuori da una inquadratura all’altra, da una fase infantile a quella adulta della vita, si materializza come un fantasma del passato, madre e matrice del presente.

Mostra di Flavia Franceschini, Galleria del Carbone, Ferrara (foto Giorgia Mazzotti, 7 aprile 2018, la nonna Angiolina)

È Angiolina Cavicchini il personaggio femminile più evocato e accarezzato su quelle pareti, la nonna paterna di Flavia, immortalata al momento del fidanzamento con Luigi Franceschini, ma anche prima e dopo. Un protagonismo che espande il suo ruolo dalla storia di famiglia a quella cittadina, perché è lei l’artefice della prima bandiera tricolore fatta sventolare a Ferrara nel giorno della Liberazione, il 24 aprile 1945. La bandiera – ha raccontato Flavia – era stata cucita di nascosto con le tre pezze di colori comperate in momenti differenti per non insospettire, ma riuscire a consegnarla in tempo all’unico figlio, Giorgio, tornato dall’Albania e arruolato nei gruppi partigiani cattolici. È lei che alla luce di una candela ricama clandestinamente le tre lettere, CNL, del Comitato nazionale di liberazione, che ancora si possono leggere al centro del drappo esposto nella sala del Consiglio comunale, in Municipio.

Il tricolore cucito clandestinamente da Angiolina Cavicchini Franceschini in un fotogramma della Liberazione, 24 aprile 1945

Quando nelle sale della galleria compare il ministro Dario Franceschini con in braccio la bambina piccola non ci si stupisce, non solo perché è il fratello dell’artista, ma perché è l’ennesimo gioco di apparizioni della mostra.

Dario Franceschini alla mostra di Flavia (foto GM)
Un momento dell’inaugurazione di sabato 7 aprile 2018 (foto GM)

Manca solo di potere sentire la musica da un giradischi con la voce di Mario Castelnuovo che canta “Perché i ricordi, lo vedi, sono qualcosa che serve ogni tanto, che è l’elemosina che ci lascia il tempo” e si completa il tuffo nella memoria di questo viaggio, dove ogni oggetto trovato diventa il tassello di un percorso.

Flavia Franceschini all’inaugurazione della mostra con Lucia Boni e Paolo Volta alla Galleria Carbone, a Ferrara (foto GM)

“Sentieri antichi” di Flavia Franceschini è in mostra alla Galleria del Carbone, via Carbone 18/a, Ferrara. Aperto fino a domenica 22 aprile 2018, dal mercoledì alla domenica ore 17-20, sabato e festivi anche ore 11-12.30.

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Giorgia Mazzotti

Da sempre attenta al rapporto tra parola e immagine, è giornalista professionista. Laurea in Lettere e filosofia e Accademia di belle arti, è autrice di “Breviario della coppia” (Corraini, Mantova 1996), “Tazio Nuvolari. Luoghi e dimore del mantovano volante” (Ogni Uomo è Tutti Gli Uomini, Bologna 2012) e del contributo su “La comunicazione, la stampa e l’editoria” in “Arte contemporanea a Ferrara” dedicato all’attività espositiva di Palazzo dei Diamanti 1963-1993 (collana Studi Umanistici Università di Ferrara, Mimesis, Milano 2017).

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Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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