Skip to main content

Da: Ufficio Stampa DICCAP

Sindacati DICCAP (Dipartimento Autonomie Locali e Polizie Locali) e Sinusca (Sindacato Nazionale Ufficiali di Stato Civile e Anagrafe) vogliono replicare all’articolo apparso su alcune testate locali e in cui la Consigliera comunale Anna Ferraresi del Gruppo Misto chiede l’apertura al pomeriggio degli sportelli dell’Ufficio Anagrafe. Ci preme però, aldilà del dibattito politico nel quale non è nostro obbiettivo entrare, porre all’attenzione alcune doverose precisazioni a sostegno dell’operato dei dipendenti pubblici di questo Servizio perché non divenga strumentale a nessuno.

I Servizi Demografici del Comune di Ferrara, infatti, stanno pagando oggi anni di evidenti carenze sia dal punto di vista organizzativo che di investimenti in termini di personale, attrezzature, ecc.: le varie amministrazioni succedutesi non hanno a nostro avviso infatti adeguatamente investito su un servizio che ha visto più che dimezzarsi il personale ed è giusto tener presente, a solo titolo di esempio, che per il Comune di Ferrara ad oggi risultano in forza solo 6 dipendenti per lo S.C.A. (Sportello Centrale di Anagrafe), 16 dipendenti per il Front e Back Office, 4 Segreteria e protocollo, 7 per lo Stato Civile, e 7 per le delegazioni (questi dati sono escutibili dalla semplice consultazione del sito internet del Comune di Ferrara).

E nonostante questo tutti i dipendenti sono chiamati a sforzi importanti e garantiscono comunque l’adempimento dei loro doveri. Numeri quelli elencati, non per niente, che sarebbero adatti per una cittadina di 60000 abitanti e di certo non per una Città come la nostra, anche capoluogo di provincia. E’ evidente quindi che con questi numeri attuali è praticamente impossibile riuscire a far di più. Per altro un’altra doverosa precisazione riguarda l’attuale, non terminata e quanto mai preoccupante situazione emergenziale legata al Corononavirus: oggi i Servizi Demografici del Comune di Ferrara sono raggiungibili anche in modalità on-line, garantendo così un costante contatto con l’utenza, oltre che in giornate ed orari di ricezione diretta del pubblico previo appuntamento. Questo nell’ottica sia della tutela del cittadino che dei dipendenti per evitare e limitare al massimo le possibili fonti di esposizione al contagio. Importante è infatti il lavoro svolto sia dagli uffici demografici centrali che delle delegazioni, che sono tutt’ora punto di riferimento per i cittadini a livello decentrato.

L’auspicio, sia chiaro, è che questa nuova Amministrazione dia un indirizzo politico deciso per un cambio di passo per i Servizi di cui stiamo parlando con nuove assunzioni (almeno 7-8 persone) ed investimenti concreti che possano permettere a tutti gli uffici interessati di funzionare come in tutte le altre città, adeguando altresì le indennità dei dipendenti all’attuale contesto, anche con progettualità specifiche. Le prossime settimane saranno decisive su questo fronte in quanto la nuova Amministrazione presenterà come intende riorganizzare i Servizi Demografici dopo la pubblicazione della nuova micro-organizzazione del Comune di Ferrara: saranno però, come detto, necessarie assunzioni o comunque immissioni di personale comunale già dipendente, un aggiornamento delle indennità e della progettualità con un deciso investimento, anche strumentale, in un ambito appunto che se non riorganizzato adeguatamente potrebbe rischiare l’implosione. l’obbiettivo deve essere invece quello di migliorare e il Servizio nell’ottica di valorizzare il personale.

Alla Consigliera Ferraresi va quindi la richiesta di presentare, oltre alle proprie e di diritto interpellanze verso la maggioranza quale consigliere di opposizione, anche proposte concrete per promuovere una funzionalità del servizio ai cittadini e non richieste che possano aumentare ancor di più le problematiche di questo importante  settore della macchina amministrativa comunale.

tag:

Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

Tutti i contenuti di Periscopio, salvo espressa indicazione, sono free. Possono essere liberamente stampati, diffusi e ripubblicati, indicando fonte, autore e data di pubblicazione su questo quotidiano.

Francesco Monini
direttore responsabile


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it