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Da: Legacoop

Con Coop alleanza 3.0 si imparano l’innovazione e la cooperazione

L’edizione 2016 di MEme, l’evento promosso dalla cooperativa Città della Cultura/Cultura della Città, ha inserito nella sua programmazione anche un’importante novità: una sezione Educational rivolta agli studenti delle scuole secondarie di secondo grado, grazie alla collaborazione con Coop Alleanza 3.0. «L’intento è quello di “contaminare” metodi ed esperienze – afferma Chiara Serafini di Coop Alleanza 3.0 – per dare ai giovani l’opportunità di imparare a pensare e a sviluppare modelli di approccio innovativi alla risoluzione di problemi, la vera competenza strategica per il futuro».
Innanzitutto, 40 giovani studenti degli istituti superiori di Ferrara, Matera, Modena, Molfetta e Taranto, presenteranno – sabato 17 settembre dalle 15:00 alle 17:00 – le proposte progettuali sviluppate nell’ambito del contest “Scuola, Cooperazione & Stampa 3D”. «Il contest, nato con la collaborazione di Legacoop, è stato un percorso finalizzato a promuovere la cultura dell’innovazione aperta e democratica e dell’imprenditorialità a scuola» afferma Chiara Bertelli, coordinatrice territoriale di Legacoop Estense. Le classi selezionate hanno ricevuto da Coop una stampante 3D e sono state seguite da diverse imprese, cooperative e non, nell’ideazione di un progetto di business a partire dal suo utilizzo: i progetti migliori verranno premiati proprio a MEme.
Inoltre, sempre nella giornata di sabato, si terrà un laboratorio collaborativo dedicato a 12 studenti provenienti da tre Istituti superiori di Ferrara (IIS Copernico Carpeggiani, IIS Aleotti Dosso e IPSSAR Orio Vergani), che saranno chiamati a trovare una soluzione ad un “bisogno”: aggiornare il percorso didattico che Coop Alleanza 3.0 promuove nelle scuole per le attività di educazione al consumo consapevole ed educazione alimentare.
«Da tempo puntiamo ad aumentare le occasioni di scambio e integrazione tra mondo della formazione e mondo dell’impresa – conclude Chiara Bertelli – per dare ai giovani l’opportunità di ragionare su progetti concreti e confrontarsi con un approccio cooperativo. Le iniziative di Coop Alleanza 3.0 e Città della Cultura vanno esattamente in questa direzione».

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Riceviamo e pubblichiamo


PAESE REALE

di Piermaria Romani

PROVE TECNICHE DI IMPAGINAZIONE

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Pescando un pesce d’oro
5 titoli evergreen dall’archivio di 50.000 titoli  di Periscopio

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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