Skip to main content

Da: Organizzatori

Vince “Lo Schiacciapensieri” di Domenico Modafferi.

Si chiude con una scintillante serata di gala la 15^ edizione di ZeroTrenta CortoFilm Festival – organizzato con il patrocinio del Comune di Argenta e la collaborazione di Bia Italian Food, Emilbanca, Avis, Giralibri, Las Vegas Insegne e Hotel Villa Reale. Dopo la serata di corti internazionali di venerdì e il debutto dell’Hollywood party di sabato, il Festival ZeroTrenta si conclude tra gli applausi del pubblico numeroso accorso alla serata finale, che ha visto protagonisti i corti italiani vincitori dei 13 premi in palio. A presentare la serata, il Presidente dell’Associazione, Simone Nerini, Silvia Micalizzi, Chiara Fraternale e Paolo Cirelli. Moltissimi gli ospiti intervenuti nel corso della serata tra registi, produttori, attori dei corti premiati.

In apertura sono saliti sul palco il Sindaco di Argenta Andrea Baldini e il Vice Luca Simoni, che hanno elogiato il grande lavoro svolto dall’associazione in questi anni di attività. Il Comune di Argenta sostiene da sempre ZeroTrenta nell’organizzazione del Festival, così come il Teatro dei Fluttuanti – diretto da Gianna Dirani – che ha ospitato il Festival negli ultimi anni.

Sono stati proiettati 10 corti, intervallati da una pausa con ricco buffet:
“La Gita”, di Salvatore Allocca. Riceve due premi: il primo per la miglior colonna sonora – interpretata da Ivan Granatino e realizzata da Giuliano Granatino, Pasquale Granatino e Sergio Viola, sound editor Francesco Vallocchia – poiché rappresenta scorci caratterizzanti della Napoli popolare accompagnati da una colonna sonora trascinante. Il premio è consegnato da Alessandro Tartaglia Polcini della Zen Movie; e il premio AVIS, per la delicatezza con cui viene trattata la tematica degli ostacoli che la burocrazia pone agli immigrati anche di seconda generazione. Il premio consegnato dal Presidente della sezione Avis di Argenta Annamaria Toschi.
“Burqa City” di Fabrice Bracq. Corto vincitore del BIA International Short Movie Award per aver rappresentato in chiave ironica e con leggerezza la condizione delle donne islamiche costrette a indossare il burqa. Presente sul palco Chadia Amajod, una delle attrici protagoniste del cortometraggio.
“Una tradizione di famiglia” di Giuseppe Cardaci. È presente sul palco Ivano Marescotti che ritira il premio Emilbanca assegnato per la forza di andare avanti dimostrata da un padre e le sue due figlie, nonostante la prematura scomparsa della madre.
“Lo Schiacciapensieri” di Domenico Modaferri. Vince il premio ZeroTrenta come miglior cortometraggio per la sceneggiatura toccante, nella quale due ragazzi disabili nascondono la propria condizione e rinunciano ad approfondire la propria conoscenza per non doversi
rivelare, per i bravissimi attori e per il montaggio che si fonde perfettamente con la colonna sonora. È presente il giovane e brillante regista che ritira il premio da Davide Guandalini, vicepresidente di ZeroTrenta. A Camilla Semino Favro è assegnato il premio come migliore attrice, perché bene interpreta, dietro a un dolcissimo sorriso, il disagio e la paura di non piacere agli altri.
“La strada vecchia” di Damiano Giacomelli. Al corto è consegnato il premio per il miglior montaggio, realizzato con le tecniche dei grandi film degli anni settanta, pulito ed essenziale, che colpisce lo spettatore. Lo ritirano il regista Damiano Giacomelli, Matteo Simoni e Alessandro Muscolini del reparto fotografia.
“Domani è un altro giorno”, frutto del progetto ZeroScuola 2019. La sceneggiatura è stata scritta da alcuni alunni del Liceo Ginnasio Luigi Galvani di Bologna, il corto, poi, è stato realizzato, insieme agli studenti, da ZeroTrenta. È presente Marco Dondarini, attore comico, che in questa occasione si è prestato a un ruolo drammatico.
“Il nostro concerto” di Francesco Piras. Ottiene il premio per la miglior fotografia assegnato da Cesare Bastelli, direttore della fotografia di Pupi Avati. In questo corto, dove i due protagonisti vivono uno a Cagliari e l’altra a Berlino, la luce è parte integrante della narrazione ed è stata utilizzata per sottolineare e caratterizzare i diversi luoghi. Ritira il premio Adam Selo di Elefant Film. Il corto vince anche il premio per la miglior regia, per aver integrato magistralmente mondi diversi attraverso una chat room, ritirato dall’attrice protagonista Lea Karen Gramsdorff.
“Si sospetta il movente passionale con l’aggravante dei futili motivi” di Cosimo Alemà. Piano sequenza molto elegante nel quale un uomo dà appuntamento alla moglie e alle sue tre amanti nello stesso luogo e alla stessa ora. Armando Maria Trotta, sceneggiatore, ritira due premi: il primo per la miglior sceneggiatura – poiché la storia e il ritmo serrato coinvolgono lo spettatore fino all’ultimo fotogramma – e il secondo assegnato da Las Vegas Insegne.
“Da teletorre 19 è tutto” di Vito Palmieri. Vince il premio offerto da Giralibri, consegnato dal titolare Gianluca Battisti nelle mani del regista, per la storia vera e curiosa della prima televisione condominiale.
“Il primo giorno di Matilde” di Rosario Capozzolo. A Riccardo De Filippis viene assegnato il premio come miglior attore, per l’interpretazione che ha dato di un padre che vuole sopra ogni cosa accompagnare la figlia al suo primo giorno di scuola, anche mettendo a repentaglio la propria vita. Sul palco Adam Selo di Elefant Film.

Una selezione complessa e difficilissima, vista la quantità e la qualità sempre più alta delle pellicole in gara, ma che ancora una volta è sfociata in uno spettacolo che ha coinvolto, divertito e commosso il pubblico accorso.

tag:

Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

Tutti i contenuti di Periscopio, salvo espressa indicazione, sono free. Possono essere liberamente stampati, diffusi e ripubblicati, indicando fonte, autore e data di pubblicazione su questo quotidiano.

Francesco Monini
direttore responsabile


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it