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Da: Ufficio stampa Ferrara

SI CONCLUDE LA FIERA DI GIUGNO, CHE HA FATTO REGISTRARE IL PIENONE DURANTE IL WEEKEND
FABIO BERGAMINI E SIMONE SALETTI: «TANTO PUBBLICO, SPETTACOLI ALL’ALTEZZA DELL’EVENTO, MA ANCHE MOMENTI PER PARLARE DI ECONOMIA, CULTURA E SALUTE»

BONDENO (FERRARA), 24-06-2019.
Non sono mancati i momenti di divertimento, ma la fiera è servita per parlare anche di cultura, economia e salute. Vedendo il vasto pubblico che si è riversato in centro storico durante tutto il fine settimana, pare che la Fiera di Giugno, tornata a tutti gli effetti l’evento dedicato al Patrono San Giovanni, abbia raggiunto il suo scopo. «Abbiamo voluto scommettere su di un evento di qualità artistica e momenti che potessero anche sensibilizzare le persone (per esempio sulla salute), ed il risultato è stato apprezzato dalle tantissime persone che hanno visitato il centro», dicono il sindaco Fabio Bergamini ed il vicesindaco Simone Saletti, a parziale bilancio della fiera. Una manifestazione che è stata di effettivo rilancio: servivano nuove idee ed un ritorno alle origini, e la nuova versione della Fiera di Giugno ha raggiunto l’obiettivo. Mescolando tradizione, momenti di celebrazione religiosa (come la processione di domenica pomeriggio), momenti ludici, musicali (i saggi dell’Auxing, le cover band che hanno strappato applausi a scena aperta), fantasy e di divertimento per i più giovani. Come i figuranti zombie in via Bonati, mentre sul palco centrale sono salite band di caratura nazionale, in grado di calamitare un grande pubblico. Grande successo anche per lo stand della città gemella di Dillingen, che ha distribuito prodotti enogastronomici bavaresi (birra e le caratteristiche brezel) a scopo solidale. Buona anche la partecipazione del pubblico allo “Sbaracco” messo in campo dai commercianti. Stasera, ultima giornata di fiera: alle 18 ci sarà l’apertura degli stand espositivi e dello Street Food. A seguire, lo show musicale in stile anni Novanta: Qluedo; di scena sul palco centrale di viale Repubblica (alle ore 21), ed alle 23,30 (dinanzi al duomo) lo spettacolo piromusicale finale, con tecnologia 3D Mapping e un omaggio inedito al genio di Leonardo Da Vinci. Uno spettacolo pensato e concepito anche nel rispetto degli amici a quattro zampe.

Da: Ufficio Stampa Ferrara

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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