Skip to main content

da: Culturalia di Norma Waltmann – Agenzia di comunicazione

Si sono appena chiuse le porte della straordinaria edizione di RESTAURO-MUSEI Salone dell’Economia, della Conservazione, delle Tecnologie e della Valorizzazione dei Beni Culturali e Ambientali, che con le tante novità presentate e l’alta qualità delle proposte, ha visto una svolta significativa offrendo gratuitamente e a un pubblico estremamente eterogeneo per età e composizione la possibilità di un’immersione a 360° nel mondo delle nuove tecnologie, dell’innovazione e del restauro in generale. Nel 2016 la manifestazione ferrarese si posiziona come punto di riferimento per il settore dell’arte e della cultura, certificata dalle numerose presenze istituzionali e di prestigio che hanno portato la loro testimonianza durante le giornate del 6, 7 e 8 aprile, prime fra tutte il Ministro Dario Franceschini.

Proprio la varietà delle proposte e dei temi ha portato quest’anno la grande manifestazione ferrarese a battere il record di presenze, con un aumento di oltre il 20% di visitatori. Un pubblico che, oltre che numeroso, si è rivelato estremamente eterogeneo caratterizzato da una grande percentuale di visitatori qualificati. Non solo professionisti e amatori navigati erano presenti ma anche le future leve del restauro e del settore dei beni culturali e ambientali, che a Ferrara hanno cercato e trovato sia un’opportunità di orientamento, che la possibilità di partecipare a seminari e workshop i quali hanno rappresentato un’importante occasione formativa da aggiungere all’esperienza universitaria e in grado anche di dare crediti formativi spendibili in ambito accademico.
In questo modo il Salone si è riconfermato, dunque, punto di riferimento per tutti gli addetti del settore e gli ordini professionali che gravitano intorno al mondo della cultura.

Principale novità di quest’anno è stato il focus sui MUSEI, nuova veste indossata dal Salone che è stata cucita insieme al MiBACT – Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, partner storico della manifestazione, che ha individuato nella manifestazione la giusta cornice per rappresentare il Sistema Museale Italiano in tutta la sua interezza e complessità.
MUSEI ha offerto un’occasione per 5000 musei italiani, forti quest’anno di un aumento della media dei visitatori del 6%, di incontrare una platea di espositori, che rappresentano gli interlocutori di tutte le realtà museali, pubbliche e private, con cui intrecciare un dialogo che consenta una riqualificazione generale del sistema: bookshop e merchandising, illuminotecnica, climatologia, software e altre tecnologie, accoglienza, guardiania, ristorazione, allestimenti, trasporto opere d’arte, archiviazione e catalogazione.
Per la sua XXIII edizione, il Salone, oltre al focus sul sistema museale italiano in piena sintonia con le riforme ministeriali, ha centrato la sua proposta soprattutto sulle nuove tecnologie e l’innovazione, dando importanti stimoli e input di business da coltivare, intessendo un nuovo dialogo tra le realtà presenti e offrendo ovviamente al Salone stesso nuove e più ampliate possibilità di economia raggiungendo un’utenza ancora più ampia e diversificata. La ricerca, l’innovazione e le nuove tecnologie che permettono di raggiungerle rappresentano, infatti, degli importanti punti di partenza per nuovi posti di lavoro che le istituzioni stanno costituendo con la costituzione di diverse start-up, spin-off e altre realtà di business.

Quest’anno la manifestazione è stata inoltre caratterizzata dalla variegata composizione degli espositori, in totale 280, tutti rappresentati da aziende e realtà che sono legate al mondo del sistema museale in molteplici e differenti modi e a quello del restauro. Tra questi, ad esempio, anche dei grandi ritorni rappresentati da aziende come, Maggioli, Mapei e l’Opificio della Luce- Hikari che al Salone ha portato una replica della strumentazione all’avanguardia che costituisce l’apparato illuminatorio che l’azienda stessa ha utilizzato per illuminare la Gioconda di Leonardo da Vinci.

Sempre nell’ottica delle novità, che hanno reso unica questa edizione, va segnalata l’introduzione del design e del contemporaneo con la presenza della Fondazione Plart, la mostra “Modelli di stanze. Ricostruzioni di interni storici tratti da rappresentazioni pittoriche” portata dal Politecnico di Milano e quella dedicata al merchandising dal titolo “La Magnifica Forma by HOMI. Il Salone degli stili di vita”, curata dall’architetto Anna Del Gatto. Quest’ultima va a completare il focus sui musei, proponendo un nuovo settore che manca in massima parte nel panorama museale italiano. Sono stati mostrati infatti prototipi realizzati dai più grandi designer e aziende del Made in Italy, chiamati a rappresentare i principali luoghi turistici italiani con gadget museali di qualità in grado di rispondere alle esigenze di un pubblico internazionale.

In tre giorni si sono potuti frequentare più di 130 convegni, dato che conferma il Salone come luogo di incontro, dibattito e riflessione, proponendo una vasta offerta di seminari e workshop, con ospiti di eccezione e altamente qualificati, che hanno permesso ai partecipanti di approfondire maggiormente alcune tematiche di particolare importanza e attualità nel mondo della conservazione dei beni culturali. Tra questi sono stati particolarmente degni di segnalazione La “rivoluzione del museo” tra eclissi e rinascita della cultura? convegno a cura di Letizia Caselli, responsabile scientifico del progetto “La città dei musei. Le città della ricerca”, promosso da ACROPOLI SRL in collaborazione con Bologna Fiere. Il convegno ha affrontato in modo costruttivo e propositivo l’argomento della ricerca nei musei con alcune puntuali riflessioni sul recente decreto dei musei che ha riorganizzato il sistema museale italiano dal punto di vista amministrativo e giuridico con la costituzione di venti musei autonomi e di una rete di diciassette Poli regionali. Un decreto che dovrà favorire il dialogo continuo fra le diverse realtà museali pubbliche e private del territorio, ma ha affondato le radici in problemi complessi e di lunga data.

E ancora il convegno organizzato da ICOM-International Council of Museums “l’Incontro pubblico sulla Raccomandazione UNESCO sulla protezione e promozione dei musei e delle collezioni”.

Significativa, inoltre, è stata la presenza al Salone di Assorestauro, con un’area espositiva collettiva con spazi di accoglienza per le delegazioni estere provenienti dal Nord America, USA e Canada, dal Sud America, Messico, Cile, Brasile, Argentina/Perù e dall’Est Europa e Medioriente, Russia, Armenia, Turchia, Libano, Iran, un’area aperta per incontri B2B con gli espositori, presentazioni tecniche e una mostra dei tre progetti internazionali più importanti seguiti tra il 2014 ed il 2016. Due i convegni promossi dall’associazione, che conferivano il riconoscimento di CFP per architetti e ingegneri: Progettare il restauro: politiche di internazionalizzazione per il settore restauro e il protocollo gbc historic building.

Insomma, quest’anno un’edizione che ha superato le aspettative ma soprattutto ha vinto una scommessa, ovvero che i beni culturali sono da considerare la più importante risorsa economica del paese.

Vi diamo appuntamento alla XXIV Edizione di RESTAURO MUSEI nel 2017.

tag:

Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

Tutti i contenuti di Periscopio, salvo espressa indicazione, sono free. Possono essere liberamente stampati, diffusi e ripubblicati, indicando fonte, autore e data di pubblicazione su questo quotidiano.

Francesco Monini
direttore responsabile


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it