Skip to main content

da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

Il Comitato istituzionale ha deciso di apportare alcune modifiche all’ordinanza sulla assistenza alla popolazione e ha discusso gli emendamenti da apportare al Decreto 78/2015. I presidente della Regione e Commissario delegato alla ricostruzione Stefano Bonaccini: “Sulle zone franche urbane abbiamo ottenuto un grande risultato, una novità assoluta nel Paese. Continuiamo a procedere uniti, così si raggiungono gli obiettivi”

Richiedere l’estensione ad alcuni Comuni esclusi dalle Zone franche urbane definite dal Decreto legge 78/2015 ed anche alcuni aggiustamenti, senza però cambiarne l’impostazione, alla Ordinanza sull’assistenza alla popolazione. Sono questi le principali decisioni che sono state adottate dal Comitato istituzionale e di indirizzo per il terremoto del 2012 (costituito dai sindaci dei comuni colpiti) riunito, ieri pomeriggio a Bologna, dal presidente della Regione e Commissario delegato Stefano Bonaccini. Ai lavori del Comitato ha partecipato anche l’assessore regionale alle Attività produttive e alla ricostruzione post sisma Palma Costi.
Il Comitato ha deciso di adoperarsi affinché in fase di conversione del Dl 78/2015 siano inclusi la proroga dello stato di emergenza al dicembre 2017 e la possibilità di estendere i contratti di lavoro ai collaboratori a tempo determinato al di là dei 36 mesi.
Per le Zone franche urbane è stato concordato di considerare tutti i comuni con zone rosse regolarmente decise con apposite ordinanze sindacali, oltre ai comuni del sisma colpiti dalla alluvione, e di verificare con loro le modifiche da apportare al decreto.
Pertanto all’elenco del Decreto si dovrebbero aggiungere i Comuni di Cento, Carpi, Mirabello e Reggiolo. Già la prossima settimana in viale Aldo Moro si terrà un incontro per mettere a punto la definizione degli emendamenti necessari da inserire nella discussione parlamentare.
«Procede il dialogo tra Regione, enti locali, Parlamento e Governo per ottenere tutte le norme primarie richieste e necessarie ad accompagnare tutta la fase della ricostruzione. Dobbiamo continuare ad essere coesi nel chiedere le modifiche al Decreto in fase di conversione.
Solo così possiamo raggiungere il miglioramento delle norme tra cui quella che prevede le Zone franche urbane le quali, non bisogna dimenticare, rappresentano una novità assoluta nel Paese» ha osservato il Commissario Bonaccini.
Sul versante dell’assistenza alla popolazione colpita dal sisma decise alcune modifiche all’ordinanza 20 che introduceva, a tre anni dal terremoto, forme diverse e più eque di assistenza alle persone e alle famiglie che usufruiscono del contributo pubblico per pagare l’affitto, in attesa di rientrare nelle abitazioni.
Tra le novità il superamento della “fasce per numero di componenti del nucleo” e un tetto massimo di contributo per l’affitto di 550 euro. «L’obiettivo – spiega l’assessore regionale alla ricostruzione post terremoto Costi – è sempre stato quello di non lasciare nessuno fuori dall’assistenza. Ma ogni scelta, e le modifiche introdotte, debbono essere coerenti con criteri di equità sociale.
Chi ha avuto un disagio abitativo causato dal sisma riceve un’assistenza che non è un’integrazione al reddito, ma un contributo per affrontare una difficoltà temporanea. I Comuni stanno completando la ricognizione delle situazioni ad oggi in assistenza .
I primi di luglio avremo pertanto la situazione completamente aggiornata e se ci saranno problemi segnalati dai comuni , come sempre cercheremo di trovare le adeguate soluzioni».
Durante i lavori sono stati anche illustrati diversi provvedimenti in cantiere che saranno adottai nelle prossime settimane: tra questi alcuni integrazioni alle “Linee guida” per la ricostruzioni e modifiche all’ordinanza 57 che regolamenta la ricostruzione delle imprese sempre nell’ottica di agevolare ulteriormente la ricostruzione.
Tra queste anche la possibilità per beneficiario o impresa costruttrice di accedere, con fidejussione, fino al 50% di anticipo sul contributo concesso.

tag:

REGIONE EMILIA-ROMAGNA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

Tutti i contenuti di Periscopio, salvo espressa indicazione, sono free. Possono essere liberamente stampati, diffusi e ripubblicati, indicando fonte, autore e data di pubblicazione su questo quotidiano.

Francesco Monini
direttore responsabile


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it