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Da: Katia Romagnoli

Cari amici,
fin dal primo giorno come sindaco, ho sempre tenuto fermo un principio: dirvi la verità.
Dire la verità significa essere trasparenti e dire le cose così come stanno, senza fronzoli e senza nascondervi nulla.
Lo faccio anche ora, come è mio dovere, con il cuore in mano.

Sabato, verso le 15, una delle ospiti di Casa Alma ha iniziato a presentare i sintomi da Coronavirus. Gli operatori hanno provveduto ad allertare i sanitari ed a mettere in atto tutti i protocolli di contenimento previsti dalla ASL.
La paziente è stata ricoverata presso l’Ospedale del Delta.
Domenica pomeriggio, altri 4 ospiti sono stati ospedalizzati a causa dell’insorgere dei sintomi.
Nelle giornate di lunedì e martedì sono stati eseguiti i tamponi su tutti gli ospiti e sugli operatori, per un totale di 91.
Abbiamo appena terminato una videoconferenza con l’ASL: i risultati che mi sono stati appena comunicati non sono completi, perché non tutti i tamponi sono stati analizzati, però ho ritenuto giusto informarvi immediatamente: al momento abbiamo altri 14 ospiti positivi. Non abbiamo i risultati per quanto riguarda i dipendenti, ma fino ad oggi ne abbiamo almeno 3 con lievi sintomi.

Altrettanto seria la situazione presso l’Hospice, dove 3 pazienti su 6 e 3 operatori su 23 sono risultati positivi.

Entro domani saranno svolti i tamponi anche presso il Faro, che è un’altra struttura dove sono ospitati soggetti fragili.

Entro questa sera dovrebbero giungere gli esiti di ulteriori 50 tamponi sui 91 effettuati ieri e lunedì.

Immagino la preoccupazione e la paura che state provando, in particolare chi tra voi ha familiari che risiedono in queste strutture o che vi lavorano. Sono gli stessi sentimenti che provo pure io: ma cerco di fare l’unica cosa ragionevolmente possibile, cioè fidarmi dei medici e degli operatori che da quasi due mesi lottano giornalmente contro questo virus schifoso e subdolo che ha sconvolto le nostre vite.

Questo è quanto i medici ed il personale sanitario hanno immediatamente fatto.

Pur in assenza di un vaccino o di terapie specifiche, che vedremo forse in futuro, la ASL ha attivato tutti i protocolli medici che nel corso di questa epidemia sono stati sperimentati con qualche successo negli ospedali e nelle strutture sanitarie italiane; cioè tutte quelle pratiche e quegli insegnamenti, pagati spesso a caro prezzo, che hanno permesso di capire i modi più giusti ed adeguati per gestire la malattia.
È stata rafforzata la vigilanza medica ed infermieristica, pur con l’enorme difficoltà di trovare personale.
Per i pazienti che ne hanno necessità è già iniziata la somministrazione dei farmaci che hanno dimostrato una qualche efficacia terapeutica.
Nel caso si presentassero alcuni specifici sintomi, si provvederà subito all’ospedalizzazione e all’adozione di tutte le migliori terapie di supporto.

Si è visto che prima partono queste azioni, più alte sono le probabilità di contenere la malattia e di ottenere la guarigione.

Queste sono le linee di azione messe in campo dal Sistema Sanitario.

Ma è chiaro che, comunque, la situazione è molto seria. Sappiamo tutti quanto è accaduto nelle RSA e nelle Case di Riposo di tutta Italia, basti pensare quanto accaduto ad Argenta; ed alla preoccupazione si aggiunge anche un senso di rabbia, perché fin dal 23 febbraio, proprio per evitare che i nostri anziani e i nostri cittadini più fragili fossero colpiti, le strutture erano state poste in totale isolamento ed erano stati chiusi tutti i contatti con l’esterno, ad esclusione degli operatori che vi lavoravano.

Ed ora, che possiamo fare?

Noi Codigoresi ora possiamo solo aspettare l’evolversi della situazione, fare il tifo per tutti i nostri anziani che si trovano ad affrontare questa prova e pregare perché i nostri medici ed infermieri sappiano vincere questa terribile battaglia che stanno combattendo quotidianamente da quasi due mesi.

Da parte mia, farò tutto quello che mi è possibile per monitorare costantemente la situazione, mantenere i contatti con le autorità sanitarie e fin da ora mi metto a disposizione delle famiglie dei nostri anziani per qualsiasi necessità dovessero avere.

Lo so che può sembrarvi una risposta insufficiente, ma se vi dicessi qualcosa di diverso vi racconterei solo delle storielle.

Grazie per la vostra attenzione e siate sicuri che se avrò altre informazioni, ve le farò avere tempestivamente.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

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Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

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