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da: ufficio stampa Smart City Exhibition

Torna dal 22 al 24 ottobre Smart City Exhibition, la manifestazione europea sulle tematiche dell’innovazione nelle città e nelle comunità intelligenti. La tre giorni riunirà a Bologna ricercatori, makers, politici, imprenditori e cittadini, valorizzando le migliori esperienze del nostro Paese e identificando dei modelli di successo internazionali replicabili anche in Italia.
Sono oltre 7000 i visitatori attesi per questa terza edizione di Smart City Exhibition, che accoglierà nel padiglione 31 di Bologna Fiere best practice e progetti di oltre 120 città, e quasi 500 relatori tra italiani e internazionali, che parteciperanno agli oltre 80 appuntamenti – tra convegni, laboratori e sessioni formative – e al Forum Comune Costruiamo le Città del Futuro in collaborazione con SAIE.
La terza edizione dell’Exhibition intende mettere a sistema tutti quei progetti virtuosi che in questi anni le singole città hanno promosso, incrociando le riflessioni su due direttrici opposte ma complementari: da un lato la governance centrale e dall’altro le iniziative nate dal basso, convinti che il rinnovamento urbano passi anche dalla cooperazione tra più soggetti, dalla collaborazione tra cittadini, dall’utilizzo intelligente delle tecnologie.

“Stanno per arrivare dalla programmazione europea (2014-2020) circa 70 miliardi di euro, di cui il 5% sarà dedicato alle politiche di programmazione urbana. Una grande opportunità che, insieme al PON Metro con 1 miliardo di euro, potrebbe rimettere in moto la corsa all’innovazione. – dichiara Carlo Mochi Sismondi, Amministratore Delegato di Smart City Exhibition e Presidente di Forum PA – Smart City Exhibition vuole essere il laboratorio dove disegnare la città del futuro e Bologna, con la sua tradizione d’innovazione all’insegna della partecipazione e della politica attiva da parte dei cittadini, rappresenta il luogo ideale da dove far ripartire il dialogo tra politica, imprese e cittadini”.

Dai convegni con speaker illustri ai laboratori in cui ‘imparare a fare’, dai prototipi ai progetti collaudati e replicabili, Smart City Exhibition 2014 porta a Bologna il meglio della ricerca e dell’innovazione sui temi della città, con un focus sulle soluzioni e i modelli elaborati nei più avanzati Centri di Ricerca, tra cui CNR e ENEA, e le collaborazioni con Cittalia, MIT Boston, Valencia e 21 Università italiane, tra cui l’Università di Bologna.
Durante i tre giorni di manifestazione, i visitatori di Smart City Exhibition potranno anche ‘toccare con mano’ oltre 40 prototipi/progetti esposti, sperimentandoli con l’assistenza degli stessi ricercatori.
Saranno infatti presentate tutte le migliori proposte selezionate tra gli oltre 200 progetti iscritti ai 3 bandi nazionali lanciati da Smart City Exhibition focalizzati su tecnologie intelligenti, prototipi pre-commerciali di soluzioni applicabili a diversi ambiti (health, risparmio energetico, disabilità, mobilità sostenibile ecc.) e progetti tesi a migliorare la qualità della vita delle donne nell’ambito urbano.
A Smart City Exhibition 2014 si affronteranno i diversi volti e le tante tematiche che rendono smart una città. Tra i temi caldi ‘Lavoro ed impresa’, che mette al centro makers e “nuovi artigiani digitali”, la sharing society e i ‘territori collaborativi’, gli open data e l’utilizzo sociale, la mobilità e ancora i temi della sicurezza, del turismo, della sanità; l’agenda digitale, le politiche di genere, le nuove periferie, le infrastrutture, ma anche la cultura e la storia dei luoghi, con particolare attenzione alle città metropolitane e all’area del Mediterraneo. Novità nel programma 2014 è l’attenzione dedicata al rapporto tra cibo e città, per indagare il futuro delle politiche alimentari urbane.

Altra grande novità di questa edizione, la #SCE 2014 Academy: il “come si fa” plana in mostra con un calendario quotidiano di sessioni formative – 4 al giorno della durata di 45 minuti ciascuna – tenute da esperti sulle tematiche centrali della smart city (trattamento dei dati e privacy nei progetti di smart city,
dati geografici aperti, Open Data nella smart city, tattiche di riuso degli spazi urbani e molto altro). In collaborazione con IWA – Italia, ASVI Social Change, Istituto Italiano Open Data, Stati Generali dell’Innovazione: chi “sa come si fa” insegna a chi è disposto ad imparare.

Torna anche quest’anno il Rapporto annuale iCity Rate, che traccia la classifica aggiornata dei capoluoghi di provincia smart. Realizzato da FORUM PA per Smart City Exhibition, iCity Rate è uno strumento messo a disposizione delle città italiane e di tutti quegli attori interessati a migliorare la qualità degli insediamenti urbani. La presentazione della ricerca di iCityRate 2014 è per giovedì 23 ottobre alle ore 9.30.

Come ogni anno Smart City Exhibition vedrà avvicendarsi nelle tre giornate i maggiori esponenti della politica e del mondo della ricerca e dell’innovazione, tra cui il Ministro dell’Ambiente Gianluca Galletti; Maurizio Lupi, Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti; Mauro Bonaretti, Segretario Generale alla Presidenza del Consiglio dei Ministri; il Sottosegretario al Ministero dello Sviluppo Economico con delega alle Smart City Simona Vicari; il Sottosegretario ai Trasporti Riccardo Nencini; Angelo Rughetti, Sottosegretario di Stato alla Semplificazione e Pubblica Amministrazione; Stefano Quintarelli, deputato della Repubblica Italiana; Giorgio Squinzi, Presidente di Confindustria; il CEO delle Officine Arduino Davide Gomba; Pierre Sallenave, Direttore Generale Anru, Agenzia Nazionale Francese per la Riqualificazione Urbana; Robin Gurlay, responsabile delle food policy per il Governo Scozzese; Chang Tianle, fondatrice dei primi farmers market in Cina; Alessandra Poggiani, Direttore dell’Agid; Francesco Profumo, Presidente dell’Osservatorio Smart City ANCI; Luis Prez Breva, esperto in innovazione del MIT di Boston; Ruggero Frezza, fondatore dell’incubatore d’aziende ad alto contenuto tecnologico M31. Saranno presenti inoltre i Sindaci e i Vice Sindaci delle maggiori città italiane e oltre 45 Assessori.

www.smartcityexhibition.it

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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