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Da ufficio stampa EVENTI FERRARA

Venerdì 16 febbraio

alle 18:00

Presso la storica sala dell’Oratorio San Crispino

Libreria Ibs+Libraccio di Ferrara

Gaetano Sateriale presenta il libro

“Solidaretà. Storia di un’idea”

LiberEtà Edizioni

Dialogano con l’autore

Alberto Faustini

Direttore dei quotidiani Trentino e Alto Adige

Il Sindaco Tiziano Tagliani

e la Prof.ssa Paola Zanardi

Le radici e il futuro di una parola che ha già fatto parlare molto di sé

Solidarietà è parola recente. La sua radice sorprende per l’assenza di riferimenti etici: in solidum, ossia l’espressione di uno scambio economico. Allora, chi e cosa hanno trasformato questa parola da vocabolo usato nei contenziosi economici a espressione di senso etico collettivo? E chi e cosa cerca di sospingerla tra i rami secchi del pensiero umano? Un viaggio breve, intenso e affascinante tra passato, presente e futuro sul significato di una parola che, nel bene e nel male, ha già fatto parlare molto di sé.

Copertina-Sateriale-fronte_bassa.jpg«È sempre così in questa strana caccia: quando sembra di averla finalmente afferrata, la solidarietà sfugge fra le mani, e anche quando è predicata bene si trasforma in poco più che un’attenzione verso il simile, una garanzia di protezione reciproca tra “fratelli” prima che una disponibilità verso terzi».

Gaetano Sateriale, sindacalista della Cgil dal 1977, è stato sindaco di Ferrara dal 1999 al 2009. Dal 2013 è coordinatore del Piano del lavoro della Cgil. Per EditCoop ha scritto le guide “Contrattare in azienda” (1999) e “Contrattazione sociale” (2010). È autore di “Mente locale. La battaglia di un sindaco” (2011) e del romanzo “Tutti i colori dello zucchero” (2004), entrambi pubblicati da Bompiani. Nel 2016 ha realizzato “Come il welfare crea lavoro. Guida per contrattare nel territorio” (Edizioni LiberEtà). Dal 2017 è direttore della casa editrice Ediesse.

ore 20:00

Gruppo di lettura “Due pagine prima di dormire”

Presentazione delle

Graphic Novel

La giusta mezura e

Un anno senza te

Bao Publishing

Saranno presenti gli autori

Flavia Biondi, Luca Vanzella e Giopota

Il rinfresco è offerto da

Vogue Ferrara, Via Padova 236 – Ferraralogo vogue.jpg

Libro in lettura condivisa:

“L’abbandonatrice” di Stefano Bonazzi (Fernandel)

Non è obbligatorio aver letto il libro per partecipare alla serata

La giusta mezura

Giusta mezura.jpgManuel e Mia vivono insieme, a Bologna, in una casa così affollata che c’è perfino un coinquilino che non hanno mai visto in faccia. Mia ha quasi trent’anni, un lavoro che odia e la voglia profonda di mordere la vita prima che sia troppo tardi, prima di diventare irrimediabilmente grande. Manuel sta pubblicando online i capitoli di un romanzo sull’Amor cortese che spera che un giorno possa piacere a un editore.
Mia e Manuel sono infelici. Non sanno guardare in faccia il vuoto che si è creato tra loro. Si stanno perdendo, anche se si amano. Devono trovare la giusta mezura.
Flavia Biondi costruisce un’anatomia di un amore fatta di piccoli gesti, di ribellioni impercettibili, di un bisogno infinito ed essenziale di provare a essere felici, dopo aver accettato che non è scontato, né dovuto, esserlo.

Flavia Biondi nasce a Castelfiorentino (FI) nel 1988. Fin da sempre appassionata di storie che raccontano le vicende del quotidiano lavora ai suoi fumetti tutti incentrati su personaggi all’apparenza modesta ma dal grande cuore. Dopo il diploma artistico e la laurea triennale presso L’accademia di Belle Arti di Bologna in Fumetto e Illustrazione collabora con varie etichette di autoproduzione. Nel 2012 assieme a sette colleghi “accademici” fonda l’etichetta Manticora Autoproduzioni che pubblica la sua prima antologia, Sindrome, l’anno stesso. Dopo esser stata segnalata dal concorso Komikazen 2011 collabora con la casa editrice Renbooks alla realizzazione del suo primo volume, Barba di Perle, che vede la luce nel dicembre 2012. Con Manticora nel 2013 realizza Tenebre, storia dalle tinte scure, realizzata assieme al collega Francesco de Stena, e partecipa alla seconda antologia del gruppo, Feral Children (2014) con una storia sui bambini selvaggi. Sempre nel 2014 per Renbooks pubblica L’orgoglio di Leone, graphic novel a tema LGBT ambientata fra Siena, Roma e Genova. Nel 2015, per i tipi di Bao Publishing, pubblica il graphic novel La Generazione.

Un anno senza te

un anno senza te.jpgDodici mesi, dodici momenti nella vita di un giovane uomo che cerca sé stesso e di farsi una ragione per la fine di un amore importante. Dodici situazioni in una Bologna a metà tra Fellini e Boris Vian, che punteggiano un percorso di crescita più che di guarigione, raccontato con una delicatezza disarmante da Luca Vanzella e reso reale dalle immagini, potentissime e perfette per questa storia, di Giopota, alle prese con il suo primo romanzo grafico lungo. Uno dei libri BAO più importanti del 2017, e se lo leggerete capirete perché.

Luca Vanzella è un fumettista e sceneggiatore. Nato nel 1978, ha studiato a Bologna Scienze della Comunicazione. La sua tesi sui Cosplay è stata pubblicata da Tunué nel 2005. Esordisce nel 2001 sceneggiando Dottor Massacro, pubblicato da Indy Press Comics, avviando così una proficua collaborazione con la Casa editrice, con cui continua a lavorare fino al 2004 come redattore. Nel 2003 fonda l’etichetta indipendente Self Comics insieme a Luca Genovese, con cui inizia un lungo sodalizio. Nel 2005 partecipano alla mostra Comics Against the Global War, nel 2006 pubblicano per Self Comics Gloria, ovvero il giorno in cui… e nel 2008, per Beccogiallo, esce Luigi Tenco – una voce fuori campo. Sempre in collaborazione con Luca Genovese, nel 2011 sceneggia BETA, miniserie in due volumi edita da BAO Publishing e successivamente ripubblicata da Editoriale Cosmo. Nel 2015 entra a far parte della squadra di Orfani sceneggiando alcuni albi della seconda e della terza stagione. Nel 2017, per la Casa editrice BAO Publishing, scrive il romanzo grafico Un anno senza te, illustrato da Giopota.

Giopota è un fumettista e disegnatore, nato a Caserta nel 1988. Dopo il diploma di grafico pubblicitario inizia a lavorare come web designer finché, nel 2012, decide di trasferirsi a Bologna per studiare Fumetto e Illustrazione all’Accademia di Belle Arti. Ha pubblicato per Renbooks I fuochi della sera e ha illustrato I Guardiani della Luce per lo stesso editore. Ha disegnato le tavole di Gennaio, scritto da Luca Vanzella e pubblicato on-line sulla piattaforma Issuu. Nel 2017 uscirà Un anno senza te, sempre su testi di Vanzella, pubblicato da BAO Publishing.

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

Tutti i contenuti di Periscopio, salvo espressa indicazione, sono free. Possono essere liberamente stampati, diffusi e ripubblicati, indicando fonte, autore e data di pubblicazione su questo quotidiano.

Francesco Monini
direttore responsabile


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