“Sorpresa olandese” al Teatro Nuovo con il Coro Unife e l’Orchestra olandese Royale Sophia’s Vereeniging
Tempo di lettura: 2 minuti
Da: Università di Ferrara
Martedì 16 ottobre alle ore 20.30 con ingresso gratuito
Il Coro dell’Università di Ferrara, insieme all’Orchestra Royale Sophia’ s Vereeniging organizza per martedì 16 ottobre al Teatro Nuovo, inizio ore 20.30, un concerto gratuito aperto a tutta la cittadinanza.
Il concerto, patrocinato da Unife, vuole essere anche un momento di benvenuto e di augurio di inizio anno per la comunità studentesca dell’Ateneo, parte importante dell’Università e della città di Ferrara.
Il programma del concerto prevede nella prima parte la musica Jazz di Duke Ellington e i ragazzi del Coro Unife che assieme alla Young Band di Voghenza e al Voghenza Jazz Quartett eseguiranno brani scelti da The Sacred Concert. Direttore di questa compagine di oltre 50 elementi tra coro e band sara il maestro Marcello Domenico Urbinati: la voce di Francesca Marchi integrerà questo repertorio frizzante, tutto da ballare, in cui si potranno ascoltare le sonorità jazz del Duke quando suonava al “Cotton Club”, nonostante l’opera sia stata eseguita per la prima volta 50 anni fa nel 1968 a New York.
La seconda parte del concerto verrà dedicata all’Orchestra Royale Sophia’ s Vereeniging che forte dei suoi 80 elementi sotto la direzione del maestro Jos Schroevers, affronterà un repertorio “italiano” (da qui la sorpresa!) assieme al soprano Josephina Louise Hoogstad, alcune fra le pagine più famose di Puccini e Verdi, per concludere il concerto con una fantasia del compositore contemporaneo olandese Hardy Mertens.
La Royale Sophia’s Vereeniging di Olanda è una famosa orchestra di fiati 10 volte campione olandese della Royal Dutch Music Organization. In passato ha fatto diverse tournee internazionali, tra cui Stati Uniti, Russia, Repubblica Ceca, Ungheria, Francia e Germania
Il Coro dell’Università degli Studi di Ferrara nasce nel 1998 ed è attualmente composto da una trentina di coristi per la prevalenza studenti, ex studenti, docenti e personale dell’Ateneo ferrarese.
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Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani. Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito. Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.
Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta. Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .
Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line, le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.
Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e di ogni violenza.
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