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da: ufficio stampa Comune di Comacchio

Nella prospettiva di un arricchimento reciproco e del consolidamento dell’amicizia che dal 2008 intercorre tra le Città gemellate di Cres (Croazia) e di Comacchio è stato sottoscritto questa sera un accordo operativo, che apre la strada a progetti condivisi e a nuove collaborazioni. Una delegazione croata, guidata dal Sindaco Kristijan Juriako è stata accolta a Palazzo Bellini dal Sindaco Marco Fabbri, dalla Giunta Comunale, dal Dirigente del Settore Turismo e Cultura Roberto Cantagalli e dal Consiglio Comunale dei Ragazzi, coordinato dal sindaco degli alunni, Chiara Manzali.
Lo spirito dell’iniziativa, che ha fatto da apripista alla XVII edizione della Sagra dell’anguilla, al via da domani, è stato ben esposto dal Dirigente Roberto Cantagalli, che ha moderato lo storico incontro. “L’integrazione europea è il tema centrale per tutti – ha detto Cantagalli -, e oggi più che mai l’Europa deve essere dei Popoli e non solo dei governi o delle finanze.” Sono poi intervenuti Chiara Manzali, che in qualità di sindaco del Consiglio Comunale dei ragazzi, ha dato il benvenuto alla delegazione croata, auspicando di realizzare tanti progetti futuri con gli studenti di Cres e Gianfranco Surdic, rappresentante della comunità italiana di Cres. Sonia Pokuper Salkovic, Presidente della Commissione Gemellaggi di Cres, dopo aver rivolto un saluto caloroso, ha sottolineato come “tutti facciamo parte di una sola comunità e vogliamo fare cose concrete insieme, sviluppando idee e progetti nuovi. Gli scambi possono stimolare – ha aggiunto – l’apprendimento della lingua italiana e croata.” Il Sindaco di Cherso Kristijan Juriako, una volta evocate le radici storiche millenarie del popolo croato e la sua florida economia basata sul turismo, sull’agricoltura, sulla pastorizia, ha auspicato che “questa importante cerimonia sia l’inizio di un nuovo cammino comune, con nuove idee e nuovi contatti.” Juriako ha poi invitato il Sindaco Fabbri a Cres per la firma in lingua croata del patto siglato questa sera. “Oggi più che mai parlare di cooperazione significa parlare di integrazione e di fiducia – ha commentato emozionato ed entusiasta il Sindaco Marco Fabbri -, valori importanti che devono caratterizzare l’Europa, anche per superare momenti difficili. Occorre fare squadra – ha aggiunto il Primo Cittadino -, perchè la cooperazione è da intendersi come valore universale di base, fatto di coesione e di amicizia, valori che rinnoviamo qui oggi con forza.” Il gemellaggio tra Cres e Comacchio è dunque destinato a crescere grazie a progetti di cooperazione e collaborazione futuri, che abbracceranno le numerose branche delle rispettive economie.

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COMUNE DI COMACCHIO


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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