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Da: Organizzatori

Ettore Petrolini, l’indimenticabile comico romano, re del varietà durante il ventennio fascista di cui fu sprezzante fustigatore, rivive Domenica 20 Ottobre (ore 21.00) sul palcoscenico del Teatro De Micheli di Copparo (Fe) grazie al noto attore-trasformista livornese Dario Ballantini, che durante lo spettacolo si trasformerà nei più noti personaggi interpretati da Petrolini: Gigi il Bullo, Salamini, la Sonnambula, Amleto, Nerone, Fortunello e soprattutto il celeberrimo Gastone, già interpretato anche da altri mattatori come Fiorenzo Fiorentini, Mario Scaccia, Gigi Proietti, Massimo Venturiello, Nino Manfredi e Alberto Sordi.

Ballantini, da par suo, compie una notevole trasformazione personale rispetto al suo abituale clichet televisivo (vedi le note imitazioni di Bruno Vespa e dello stilista Valetino in “Striscia la Notizia”), impegnandosi ad approfondire alcuni contenuti ed osservazioni sulla figura di Petrolini, per spiegare e dare importanza al recupero della memoria collettiva e per preservare il futuro dei comici dalla mancanza di agganci culturali col passato. Ettore Petrolini può essere infatti considerato il precursore di tutta la comicità italiana, i suoi personaggi, corredati da rudimentali trucchi speciali, sono stati di ispirazione per molti grandi interpreti della scena italiana. Il lavoro di ricerca di trucchi e costumi originali restituisce l’atmosfera pionieristica di questo genio assoluto. Il commento musicale e la riproposizione dei successi “Petroliniani” sono affidati al virtuoso fisarmonicista e compositore Marcello Fiorini che ne ha curato anche gli arrangiamenti.

Con la propria arte, ed anche con la sua innata furbizia, frutto della gavetta giovanile a contatto col pubblico di circhi e teatri di quart’ordine, in Italia e all’estero, Petrolini riuscì sempre a sbeffeggiare il regime fascista senza subirne ritorsioni. Mussolini lo trovava esilarante. Non a caso gli fu perdonata anche la battuta sarcastica con cui accolse una onorificenza ricevuta dal fascismo: “Io me ne fregio!”, disse, mentre gli appuntavano la medaglia.

La sua macchietta più riuscita è stata quella di Gastone, “che la mamma chiamava Tone… per risparmiare il Gas”. Portava bene il frac, perché ci era nato con il frac (e ci volle anche morire, facendosi seppellire con il suo costume di scena). Morì di angina, a 52 anni, nel 1936 Si racconta che quando arrivò il prete con l’olio santo per l’estrema unzione abbia mormorato “adesso sì che sono fritto”.

Lo spettacolo di Domenica 20 Ottobre è promosso dal Rotary Club Copparo presieduto da Giacomo Turra, con il patrocinio del Comune di Copparo. Sarà preceduto da un incontro di Ballantini (che è anche un affermato pittore) con gli studenti della scuola media Govoni di Copparo, ai quali saranno destinate anche borse di studio ricavate dall’incasso dello spettacolo.

Biglietteria: Platea/Barcaccia euro 22,00 / Galleria euro 18,00 / Galleria euro 12,00.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

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Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

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