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Da organizzatori

Il prossimo 11 marzo, con inizio alle ore 17,00, è in programma uno spettacolo di beneficenza organizzato dall’Agenzia delle Entrate Emilia-Romagna con il patrocinio del Comune di Ferrara, presso la locale Sala Estense. Una ventina di nostri dipendenti si esibiranno in canti, musiche, rappresentazioni teatrali e danze, in forma corale o singolarmente. In allegato è riportato il programma della serata.

L’iniziativa si inserisce all’interno delle attività che l’Agenzia delle Entrate sta realizzando nella nostra regione per aprirsi il più possibile alle comunità locali, sia nello svolgimento dei compiti istituzionali, sia, come in questo caso, attraverso la creazione di momenti di socialità al di fuori dal contesto istituzionale.

L’ingresso è libero, con un’offerta su base volontaria. Il ricavato della serata, al netto delle spese per l’organizzazione dell’evento, sarà interamente destinato all’Emporio solidale “Il Mantello” di Ferrara luogo dove le famiglie in difficoltà economica temporanea possono usufruire di una spesa gratuita e di servizi di ascolto e orientamento alla formazione e al lavoro per rimettersi in gioco.

Pomeriggio di teatro, musica e danza, realizzato dagli artisti dell’Agenzia per raccogliere fondi a favore dell’Emporio solidale “Il mantello”
11 marzo 2018, ore 17.00
Sala Estense
Piazza Municipio, 2 – Ferrara

Ingresso a offerta libera

Programma

Primo atto
• Manuela Mosca “Nuovo Cinema Paradiso” di Ennio Morricone e “Concerto in Sol maggiore” di Antonio Vivaldi
• M. Guidetti e M. C. Ajello in “Buonasera signorina” di M.Bublé
• N. Mastrini e F.D’Anna in “Là ci darem la mano” dal Don Giovanni di W.A. Mozart
• R. Cirelli, in “’A livella” di Antonio De Curtis
• P. Buconi in “La Danza” di Giacomo Rossini
• A. Di Gioia, L. Lisi, G. Vaccari, V.M. Cellamare, C. Cammuso, S. Mastrovalerio, G. Pescatore, E. Vurchio, S. Sapone, P. Corsanici, R.Bonaiuti, F. D’Anna, S. Morgione, P. Buconi in “L’editto di Re Fino” di Franco Farinella
Secondo atto
• G. Pescatore, S. Mastrovalerio, E. Vurchio, nello Sketch
“I tuttologi del web”
• Luna Negro e Manuela Mosca in “Opera 35 in Si minore”
di Oscar Rieding
• N. Mastrini e F. D’Anna in “Tace il labbro” tratto dalla Vedova allegra di F. Lehàr
• P. Buconi in “Cambierà” di Paolo Buconi
• R. Bonaiuti in un medley anni settanta
• P. Corsanici in “Gastone Gesticola”
• C. Cammuso, S. Sapone, S. Morgione in “La Rossa”
Regia di Carlo Cammuso
Presentano Sandro Mosca e Sabrina Arcangeli

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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