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Da: Officina Teatrale A_ctuar Ragazzi

Giovedì 18 aprile alle ore 21 andrà in scena alla Sala Estense di Ferrara “Generazione Z”, uno spettacolo di Officina Teatrale A_ctuar rivolto a chi vuole saperne di più dei ragazzi nati negli anni Zero.
In un luogo imprecisato, di un futuro non troppo lontano e neanche troppo irreale, un gruppo di adolescenti viene selezionato per un singolare esperimento dal finale imprevedibile: su queste note, un gruppo di giovanissimi attori cercherà una maniera alternativa per raccontare la propria generazione, etichettata emblematicamente con l’ultima lettera dell’alfabeto, cresciuta negli anni della grande crisi e costantemente in bilico tra vita digitale e reale.
Generazione Z è uno spettacolo fluido, crudele e tenero, che mescola performance, danza contemporanea e musica elettronica, che gioca con le metafore, con Pasolini e con gli stereotipi, che non da nessuna risposta ma che nasconde tra le righe i propri messaggi.
Nato da un laboratorio teatrale annuale condotto da Sara Draghi e Massimo Festi di Officina Teatrale A_ctuar insieme ad un gruppo di docenti di altre discipline artistiche, Generazione Z ha avuto come “cavie” un gruppo di adolescenti tra gli 11 e i 15 anni, che hanno costruito, pezzo su pezzo, parola su parola, movimento su movimento, questo spettacolo atipico.
Generazione Z è inserito nel progetto “Un Mosaico di opportunità”, finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali volto a contrastare la marginalità. Lo spettacolo rientra in un percorso di ricerca e di scambio intergenerazionale work in progress ideato da Officina Teatrale A_ctuar, che dal 2017 coinvolge attori e non attori dai 6 ai 92 anni.
L’ingresso allo spettacolo è a offerta libera.

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GENERAZIONE Z
di Officina Teatrale A_ctuar
con Ada Alberti, Marta Boarini, Lorenzo Beltrami, Alessandro Cirella, Anita Croce, Marialuisa Disclafani, Lorenzo Enrico Esposito, Carlotta Segato, Licia Squerzanti.
Musiche originali: Sergio Calzoni
Disegno luci: Franco Campioni

Giovedì 18 Aprile 2019 ore 21
Sala Estense – Piazza del municipio 2, Ferrara
Ingresso a offerta libera

Spettacolo inserito nel progetto “Un Mosaico di opportunità” finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali di cui agli artt. 72 e 73 del D. Lgs. n. 117/2017 anno 2018, volto a contrastare la marginalità.

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Riceviamo e pubblichiamo


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di Piermaria Romani

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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