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da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

Giornata dedicata agli scenari e alle prospettive di formazione, ricerca e lavoro in Emilia-Romagna insieme al sistema formativo ed economico-sociale regionale. Il presidente Bonaccini: “Investire sulla qualità di ciò che si produce, progetta e studia. La formazione è decisiva per dare alle persone un’opportunità”.

Bologna – “In Emilia-Romagna dobbiamo continuare ad investire sulla qualità di ciò che si progetta, che si produce e che si studia. La formazione è decisiva per dare alle persone un’opportunità. Siamo una delle terre con le migliori performance, ma dobbiamo procedere insieme nella direzione di un patto sociale, come abbiamo già fatto con il Patto per il lavoro: decidere in fretta ma condividendo le scelte”. Lo ha detto il presidente della Regione Stefano Bonaccini agli Stati generali della formazione che si sono svolti oggi a Bologna. Una giornata per delineare gli scenari e le prospettive della formazione, della ricerca e del lavoro in Emilia-Romagna.
“Vogliamo essere una Regione ad alto valore aggiunto – ha detto l’assessore regionale a Scuola, Lavoro e Formazione Patrizio Bianchi – l’occupazione è il risultato di questo valore aggiunto ma si conquista attraverso le competenze, l’educazione e la ricerca. In questi anni abbiamo lavorato insieme al sistema formativo e al partenariato economico-sociale regionale per rafforzare il concetto di integrazione e inclusione e per creare una vera comunità, con l’obiettivo del lavoro e del futuro dei ragazzi”.
In mattinata, dopo i saluti del direttore dell’Ufficio scolastico regionale Stefano Versari, sono intervenuti il vice presidente di Confindustria Emilia-Romagna Maurizio Focchi, il segretario regionale CGIL Vincenzo Colla e il coordinatore del Tavolo regionale dell’imprenditoria Paolo Govoni e Angela Guarino della Direzione generale Occupazione, affari sociali, inclusione della Commissione europea.
Nel pomeriggio alla tavola rotonda su “Persone, lavoro, produzione e territorio, quali competenze per una regione ad alto valore aggiunto” sono intervenuti Eugenio Sidoli amministratore delegato e presidente Philip Morris Italia, Sara Roversi di You Can Group, Andrea Pontremoli amministratore delegato Dallara Automobili e Gian Luca Farinelli de L’immagine ritrovata. “Le esperienze che abbiamo ascoltato ci dimostrano che nel mondo produttivo esiste un processo di cambiamento continuo – ha detto concludendo l’assessore regionale alle Attività produttive Palma Costi – per questo abbiamo bisogno di un processo di formazione in evoluzione continua. L’Emilia-Romagna ha accettato questa sfida, abbiamo messo in campo varie strategie, tra cui proprio il rapporto tra imprese e mondo della formazione”.
Alla giornata hanno preso parte anche gli allievi degli istituti professionali e degli enti di formazione coinvolti nel progetto di alternanza scuola-lavoro nei ristoranti stellati dell’Emilia-Romagna, realizzato grazie al protocollo d’intesa tra Regione, Ufficio scolastico regionale e Associazione Chef to Chef, che hanno curato la pausa alle ore 13.
Investire in capitale umano per garantire al territorio conoscenze e competenze sempre più alte, orientate alla specializzazione, internazionalizzazione e innovazione, è la scelta compiuta dall’Emilia-Romagna in questi anni per uscire definitivamente dalla crisi e per generare uno sviluppo sostenibile e duraturo perché fondato sui diritti e sul lavoro delle persone. Proprio con questo obiettivo è stata costruita ER Educazione Ricerca Emilia-Romagna. Un sistema fondato sulla collaborazione tra soggetti formativi, imprese e istituzioni, aperto alla contaminazione tra discipline e sintonizzato con l’evoluzione del mercato del lavoro per progettare azioni sempre più coerenti con le aspettative delle persone e con le potenzialità e i fabbisogni di un sistema economico-produttivo in profonda trasformazione.
Anche questi aspetti sono stati condivisi con il Patto per il Lavoro, il disegno strategico di legislatura con cui la Giunta e le diverse componenti della società regionale hanno delineato un sentiero di sviluppo comune per creare nuova e buona occupazione.
Gli Stati Generali della Formazione hanno al centro il Fondo sociale europeo, lo strumento con cui l’Unione investe sulle persone, anche per comunicare il valore aggiunto che l’Europa offre alla dimensione regionale delle politiche non solo in termini di risorse ma soprattutto di prospettive e capacità di adottare una visione lunga e strategica, rafforzando il proprio contributo alla coesione territoriale e al processo di integrazione europeo.

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REGIONE EMILIA-ROMAGNA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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