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da: ufficio Comunicazione ed Eventi Unife

“Staying Alive”, il noto brano dei Bee Gees, è stato oggetto di una interessante ricerca scientifica sulla rianimazione cardiopolmonare, i cui risultati verranno illustrati martedì 19 maggio alle ore 17, in Auditorium di Santa Lucia (via Ariosto, 35), nel corso di un ciclo di proiezioni pubbliche commentate da medici esperti, coordinati da Carlo Alberto Volta, Associato del Dipartimento di Morfologia, Chirurgia e Medicina Sperimentale dell’Università di Ferrara.

“Nella rianimazione cardiopolmonare – spiega il Prof. Volta – la frequenza delle compressione è una della caratteristiche più importanti al fine di ottenere un corretto ed efficace apporto di ossigeno al cervello. Deve essere compresa tra i 80 ed i 100 battiti per minuto, ma non è facile avere una reale idea di quanto veloce sia questa cadenza. Nel 2008, un gruppo di ricercatori americani dell’Università dell’Illinois ha fatto uno studio con l’obiettivo di trovare una canzone con un ritmo adeguato per ottenere un massaggio cardiaco efficace.
Dopo numerose ricerche è emerso che la canzone con il ritmo giusto, con i suoi 103 battiti per minuto, è Staying Alive dei Bee Gees”.
Specifica il Prof. Volta: “L’iniziativa prevede due momenti: il primo, dedicato a spiegare l’importanza del massaggio cardiaco, provando ad affrontare il delicato argomento con un pizzico di ironia.
A seguire, si parlerà di come la Scuola di Medicina di Unife promuova nuove tecnologie per insegnare il massaggio cardiaco, e non solo, ai futuri medici”.
“Durante l’evento – aggiunge il Prof. Volta – passeremo in rassegna i video delle maggiori società scientifiche a livello mondiale, e non solo, che hanno affrontato il problema del massaggio cardiaco in maniera scientifica, con un pizzico di ironia.
Sono tutti filmati per le televisioni e adatti ad un pubblico di tutte le età. L’ultimo video che proietteremo spiegherà in particolare cosa, come e con quali tecnologie formiamo i nostri futuri medici attraverso il Laboratorio di Simulazione Medica Avanzata dell’ Università di Ferrara”.
A commentare i video, il Dott. Riccardo Ragazzi, Responsabile della formazione del Dipartimento Emergenza dell’Arcispedale S.Anna di Cona (Ferrara).
Responsabile del progetto: Prof. Carlo Alberto Volta.
Responsabile tecnico: Ing. Luca Astolfi

L’evento, gratuito e aperto a tutta la cittadinanza, rientra in Aspettando Unifestival, il cartellone di iniziative divulgative e scientifiche che, a partire da aprile, si terranno in città, per anticipare Unifestival, la tre giorni che si svolgerà nel centro storico di Ferrara dal 25 al 27 settembre, per presentare e promuovere le diverse attività dell’Ateneo nel suo 625° anno di vita, a testimonianza del radicamento sempre più forte tra comunità universitaria e cittadina.

(in foto: il prof: Carlo Alberto Volta)

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UNIVERSITA’ DI FERRARA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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