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23 Febbraio 2016

Stelle che illuminano l’universo

Tempo di lettura: 3 minuti


“La danza è bellezza, dinamicità, plasticità, forza fisica, leggerezza, espressività.” (Roberto Bolle) E i ballerini sono stelle che illuminano l’universo…

Stasera al cinema Apollo alle ore 20.30, lo spettacolo di balletto “Galà des étoiles” dal Teatro alla Scala di Milano, prodotto dalla Rai e distribuito da 01 Distribution, con Roberto Bolle, Svetlana Zakharova, Massimo Murru.
Prosegue la tradizione dei grandi Galà alla Scala, occasione per soddisfare il desiderio di danza, di spettacolo e di alta qualità, che la scorsa stagione ha coinciso con le date di chiusura dell’Expo e ne ha sposa, simbolicamente, lo spirito di riunire le eccellenze internazionali. Le étoiles scaligere Svetlana Zakharova, Roberto Bolle e Massimo Murru, fanno gli onori di casa accanto al Corpo di Ballo e a stelle internazionali: in scena i balletti più amati, i virtuosismi, i nomi più quotati e le nuove stelle da scoprire.

Clicca le immagini per ingrandirle.

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Carmen, Polina Semionova e Roberto Bolle @ Marco Brescia & Rudy Amisano
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La rose malade, Maria Eichwald e Mick Zeni @ Marco Brescia & Rudy Amisano
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Roberto Bolle e Massimo Murru @ Marco Brescia & Rudy Amisano

Programma
Orchestra del Teatro alla Scala
Svetlana Zakharova, Roberto Bolle, Massimo Murru
Nicoletta Manni, Claudio Coviello, Mick Zeni, Maria Eichwald, Melissa Hamilton, Lucia Lacarra, Polina Semionova, Alina Somova, Maria Vinogradova
Marlon Dino, Leonid Sarafanov, Ivan Vasiliev
Durata spettacolo: 2 ore e 20 minuti incluso intervallo
Direttore David Coleman

Three preludes – Lucia Lacarra, Marlon Dino, coreografia Ben Stevenson, musica Sergej Rachmaninov. Pianoforte Roberto Cominati

da L’histoire de Manon – Pas de deux, Atto I, Scena II, Melissa Hamilton, Claudio Coviello, coreografia Kenneth MacMillan, musica Jules Massenet

La rose malade – Maria Eichwald, Mick Zeni, balletto di Roland Petit, musica Gustav Mahler, Grand Pas Classique, Alina Somova, Leonid Sarafanov, coreografia Victor Gsovskij, musica Daniel-François Auber

da Carmen – Pas de deux, Polina Semionova, Roberto Bolle, balletto di Roland Petit, musica Georges Bizet

La morte del cigno – Svetlana Zakharova, coreografia Michail Fokin, musica Camille Saint-Saëns, da Don Chisciotte, Grand Pas de deux, Atto III, Nicoletta Manni, Ivan Vasiliev, coreografia Marius Petipa, musica Ludwig Minkus, da Light Rain, Pas de deux, Lucia Lacarra, Marlon Dino, coreografia Gerald Arpino
musica Douglas Adams e Russ Gauthier

da Romeo e Giulietta – Pas de deux, Atto I, Scena VI, Maria Eichwald, Massimo Murru, coreografia Kenneth MacMillan, musica Sergej Prokof’ev

da Spartacus – Pas de deux, Maria Vinogradova, Ivan Vasiliev, coreografia Yuri Grigorovich, musica Aram Il’ič Chačaturjan

Prototype – Roberto Bolle, concept e coreografia Massimiliano Volpini, musica originale Piero Salvatori, prodotta da Fausto Dasè, visual effect e video editing Avantgarde Numerique e Xchanges Vfx Design

da Il corsaro – Pas de deux, Svetlana Zakharova, Leonid Sarafanov, coreografia Marius Petipa, musica Riccardo Drigo

Durante lo spettacolo, andato in scena il 30 e 31 ottobre scorso, è stata effettuata una diretta streaming dal backstage, trasmessa sul sito e sul canale Youtube del Teatro alla Scala. Lo spettacolo, ripreso a cura di Rai – Radiotelevisione Italiana è stato trasmesso in diretta nazionale e internazionale e nei circuiti cinematografici.

Trasmissioni in diretta televisiva: Italia, RAI 5; Repubblica Ceca, Ceska televiza; Russia, Vgtrk

Trasmissioni in differita televisiva: Slovenia, RTV Slovenija; Giappone, Tohokushinsha

Trasmissioni in diretta nei Cinema: Circuito All’Opera in Francia, Paesi francofoni europei e Spagna; Circuito Abramorama negli Stati Uniti

Trasmissioni in differita nei Cinema: Circuito Palace Entertainment in Australia; Circuito SDC Corea nella Repubblica di Corea; Circuito Sony in Giappone; America Latina, Regno Unito, Irlanda, Italia

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Sara Cambioli

È tecnico d’editoria. Laureata in Storia contemporanea all’Università di Bologna, dal 2002 al 2010 ha lavorato presso i Servizi educativi del Comune di Ferrara come documentalista e supporto editoriale, ha ideato e implementato siti di varia natura, redige manuali tecnici.

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

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