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Da ufficio stampa

Le battaglie legali sono inutili e gravano sulle tasche dei cittadini. Bisogna sedersi attorno a un tavolo e cercare una soluzione” afferma Stefano Calderoni, presidente provinciale Cia Ferrara

Ferrara – «Non ci sono né vincitori né vinti dei contenziosi che da diversi anni coinvolgono alcuni comuni del territorio e il Consorzio di Bonifica Pianura di Ferrara per il pagamento dell’Imu sugli impianti idrovori. Poco importa che leamministrazioni comunali, dopo aver peraltro investito risorse per sostenere le spese legali, abbiano ottenuto il pagamento: si trattava di una battaglia da non intraprendere perché alla fine a rimetterci sono solo imprese agricole e cittadini.» Stefano Calderoni, presidente provinciale di Cia Ferrara commenta le recenti vicende “giudiziarie” che hanno visto alcune amministrazioni comunali vedersi riconosciuto il pagamento dell’Imu da parte del Consorzio di Bonifica Pianura di Ferrara sugli impianti che servono al corretto mantenimento della sicurezza idraulica e produttiva. La disputa tra i due contendenti era iniziata qualche anno fa e può essere semplificata in questo modo: i Comuni chiedono che sui manufatti dati in concessione ai Consorzi – come le idrovore – sia regolarmente pagata l’imposta comunale, mentre

questi ultimi obiettano che la tassa non è dovuta perché si tratta di beni dello Stato utilizzati per una funzione di pubblica sicurezza e non certo a fini produttivi, come avviene ad esempio per le spiagge. Due visioni contrapposte che sinora hanno generato solo cause legali e nessuna azione concreta per risolvere la questione.

«Non voglio entrare in complesse questioni legali – continua Calderoni – perché l’obiettivo di Cia Ferrara è unicamente quello di trovare subito una soluzione definitiva alla querelle. Dobbiamo tutelare le aziende agricole che pagano gli oneri di bonifica per salvaguardare il territorio, oneri che pesano in modo significativo sui redditi agricoli. Se il Consorzio di Bonifica Pianura di Ferrara deve pagare anche l’Imu sui manufatti che utilizza per garantire la sicurezza idraulica allora questi costi oneri finiscono per ricadere sul contribuente finale. Se poi rifiuta di pagare perché ritine la richiesta ingiusta e deve difendersi in tribunale a guadagnarci sono solo gli avvocati, sempre a discapito di aziende e cittadini. Questa è una situazione che un’associazione che tutela gli agricoltori non può tollerare e che va risolta il prima possibile. Pensiamo, dunque, che occorra trovare un punto di incontro per evitare che a rimetterci siano le persone che vivono e lavorano, anche con molte difficoltà, sul nostro territorio. So che alcune amministrazioni si sono già rese disponibili a definire una linea d’azione comune, ma occorre la volontà di tutti i Comuni coinvolti e dello stesso Consorzio a sedersi intorno a un tavolo per trovare un accordo. Certamente sarà indispensabile un intervento a livello regionale e poi nazionale per dirimere questioni burocratiche complicate ed è per questo che il fronte sul territorio deve essere unito e avere come unico obiettivo quello di trovare una soluzione che pesi il meno possibile sulle tasche di agricoltori e cittadini.»

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CIA FERRARA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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