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Da: Ufficio stampa e comunicazione Consorzio Wunderkammer

Cosa succede quando un albero sopravvive a un attacco terroristico e diventa monumento alla memoria delle vittime e simbolo di sopravvivenza per chi rimane? Mercoledì 20 marzo – dalle 17 alle 20 nella sala Wunderkammer di Palazzo Savonuzzi (via Darsena 57) – sarà lo statunitense Mark Bays, coordinatore dell’Urban Forestry South del dipartimento di agricoltura dell’Oklahoma (USA), per il primo dei tre incontri di ‘Pagine Verdi – Inchiostro, clorofilla e bit’, a parlare del Survivor Tree di Oklahoma City, l’olmo sopravvissuto all’attentato terroristico del 1995 che lui stesso salvò, e negli anni divenuto simbolo monumentale della città americana. L’attentato distrusse un palazzo federale nel centro di Oklahoma City e fu il più grave atto terroristico mai compiuto negli Stati Uniti, fino alla strage alle Torri Gemelle dell’11 settembre 2001. Persero la vita 168 persone e altre 672 rimasero ferite.

“Era l’inizio della primavera, e stavamo perlustrando il sito [n.d.r. dell’attentato terroristico neo-nazista nel cuore di Oklahoma City del 19 aprile 1995] quando qualcuno notò quest’albero nel parcheggio difronte il Murrah building che stava germogliando di nuovo”, racconta Mark Bays in un’intervista sul magazine statunitense Farm Flavor. “A quel punto è diventato un simbolo di speranza e guarigione. Gli sforzi per prendersene cura son cominciati in quel preciso momento”[…]. “L’albero ‘sopravvissuto’ rappresenta il sogno, la forza e la resilienza di Oklahoma City e dei suoi cittadini. L’albero era stato letteralmente carbonizzato nel bombardamento, eppure sbocciò di nuovo”, dice Susan Winchester, direttrice dell’Oklahoma City National Memorial & Museum sempre su Farm Flavor, la cui sorella, Dr. Peggy Clark, morì nell’esplosione. “È diventato l’albero più amato dell’Oklahoma”.

Sarà il complicato quanto affascinante rapporto tra uomo, natura e tecnologia il perno dei tre incontri di Pagine Verdi, laboratorio che si svolgerà a Ferrara, a Wunderkammer, con ospiti di caratura internazionale attivi nell’ambito della cultura ambientale per confrontarsi su pagine fatte d’inchiostro, clorofilla e bit. Il progetto è a cura delle associazioni di promozione sociale Nuova Linfa e Basso Profilo, con location partner il Consorzio Wunderkammer. La partecipazione al laboratorio, a offerta libera, è riservata ai soci dei due soggetti promotori. Sarà possibile tesserarsi all’inizio di ciascun appuntamento.

Pagine verdi continua il 21 giugno con l’entomologo e giornalista Claudio Venturelli, che partendo dal suo ultimo libro “L’innocenza della zanzara”, inviterà i presenti a una riflessione sull’ecosistema cittadino e sulle molteplici forme di vita che vi convivono. Concluderà il ciclo, l’11 ottobre, Giovanni Morelli, agronomo e arboricoltore appassionato, operatore naturalistico culturale regionale del CAI, conferenziere a livello internazionale, esperto di alberi monumentali e di architettura arborea. Basso Profilo e Nuova Linfa avviano un inedito percorso di divulgazione e diffusione delle più recenti acquisizioni scientifiche e delle buone pratiche della cultura ambientale, in modo comprensibile per tutti.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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