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da: Agriturist Emilia Romagna

Anche la Presidente di Agriturist Emilia Romagna al forum ferrarese organizzato da QN-Il Resto del Carlino e Unicredit

“Innovazione e sviluppo sono due concetti che bene si possono applicare anche in agricoltura e nel settore agrituristico” parola di Paola Pedroni, presidente di Agriturist Emilia Romagna che giovedì 9 aprile sarà ospite ad un incontro nella Sala dei Comuni del Castello di Ferrara nel quale si parlerà proprio di opportunità di sviluppo del territorio, nuovi mercati e nuovi soggetti. L’appuntamento è alle ore 16.30 per il ciclo di forum 2015 organizzato da QN – il Resto del Carlino (in occasione dei 130 anni del quotidiano) e Unicredit.
“Per quanto riguarda il settore agricolo, a livello provinciale, possiamo sicuramente affermare che l’agricoltura è uno dei pilastri fondamentali per l’economia del territorio” prosegue la Presidente “e non mancano certo esempi di sviluppo e innovazione.” Basti pensare ad esempio all’Agricoltura blu che rappresenta un’eccellente pratica di sostenibilità per le colture estensive. Ma esistono molti altri esempi di ampio respiro dal punto di vista dell’innovazione sia di processi che di prodotti. Il settore è infatti chiamato a nutrire entro il 2050 più di 9 miliardi di persone e dovrà farlo in modo sostenibile, garantendo la salubrità degli alimenti oltre che la loro quantità. Non è un caso che nutrizione e sostenibilità siano i temi del prossimo Expo.
“Non si dimentichi poi – prosegue Paola Pedroni – che nella nostra provincia negli ultimi anni si è assistito ad uno sviluppo turistico non indifferente considerando che fino a qualche tempo fa la campagna non era una delle mete più appetibili per le vacanze. In particolare il settore agrituristico, grazie alla sua caratteristica di multifunzionalità sia a livello di pernottamenti che di ristorazione, ha visto un incremento interessante”. Complice sicuramente una riscoperta e valorizzazione dei punti di forza del territorio che hanno permesso lo sviluppo di un turismo lento come può essere quello del cicloturismo e quello enogastronomico.
Oltre alla Presidente di Agriturist Emilia Romagna, interverranno al convegno anche altre personalità imprenditoriali della provincia di Ferrara: Michele Govoni (Govoni sas), Fabrizio Malaguti (Vega srl), Luciano Resciniti (Unicredit), Fabio Previato (Visirun spa) e Ted Tomasi (Tomasi case).

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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