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Sedici comuni del ferrarese serviti su una superficie di 1.502 chilometri quadrati, 85.000 clienti domestici, 256 dipendenti e 38 milioni di euro di fatturato: sono alcune delle cifre che bisogna conoscere per parlare di Area Spa – Azienda Recupero Energia Ambiente di Copparo. L’azienda si occupa principalmente di servizi di igiene ambientale ed è una società a totale capitale pubblico, che gestisce la propria attività in 15 dei 24 comuni della Provincia di Ferrara, coprendo in particolare il territorio del medio-basso ferrarese. Ne fanno parte infatti Ro, Berra, Copparo, Jolanda di Savoia, Formignana, Tresigallo, Masi Torello, Voghiera, Portomaggiore, Ostellato, Fiscaglia, Mesola, Goro, Codigoro, Lagosanto, ai quali si aggiunge il Comune di Comacchio, che già si affida ad Area per la gestione dei servizi ambientali ma la cui adesione è attualmente in corso.
Per comprendere che cos’è e come funziona Area Spa, abbiamo intervistato Gian Paolo Barbieri, presidente della società, che ci ha raccontato degli obiettivi raggiunti, dei progetti da realizzare e delle ambiziose prospettive aziendali, partendo da una data: martedì primo dicembre.

Cosa è successo il primo dicembre?
In quella data si è chiuso un ciclo importante: è partita la procedura della raccolta con il sistema così detto del “porta a porta spinto” a Goro e Codigoro, gli ultimi due comuni di nostra gestione che ancora mancavano all’appello. In cinque anni siamo riusciti infatti a convertire il conferimento di 15 comuni verso questa tecnologia che ci permette di poter fare una raccolta differenziata di buona qualità, portando quindi sempre meno materiale indifferenziato all’inceneritore e riuscendo a consegnare alle aziende che recuperano e riciclano un’ottima materia da lavorare, con un grosso risparmio ambientale e con maggiori ricavi per la vendita della stessa.

Ma come funziona la raccolta “porta a porta”?
In partenza bisogna preparare i cittadini a questo cambiamento: per ogni comune coinvolto sono stati organizzati incontri e assemblee pubbliche, durante le quali i nostri tecnici spiegavano agli intervenuti i vantaggi di questo tipo di prassi e delle differenze rispetto al conferimento al raccoglitore sotto casa. In un secondo momento le famiglie sono state coinvolte in incontri a domicilio, impegnativi sia a livello economico che organizzativo, poiché i nostri addetti hanno visitato le abitazioni per consegnare i sacchetti e spiegare dettagliatamente cosa e come fare. A questo punto diventa fondamentale il coinvolgimento e l’impegno dei cittadini, che separano e lasciano i sacchetti fuori la porta per il ritiro nei giorni stabiliti. Migliore e più attenta è la raccolta che si riesce a compiere, maggiori saranno i vantaggi per le famiglie, per l’ambiente e per l’azienda.

Lei parla di ambiente ma anche conferendo al cassonetto si differenzia…
E’ sicuramente importante quanto differenziamo ma ancora più importante è quanto di quello che differenziamo può essere recuperato e una differenziata “di qualità” è possibile solo con il porta a porta. E’ un concetto difficile da spiegare e si allaccia alla legge sull’economia circolare recepita in Regione alla fine dello scorso settembre. Io cittadino posso differenziare fra umido, plastica, carta, alluminio e vetro ma di quello che io separo e porto al cassonetto o nelle campane, solo una parte verrà effettivamente recuperata. Con il porta a porta di Area noi chiediamo ai cittadini di differenziare “di più”, in modo che la qualità del nostro pattume sia migliore, miriamo al 75% di riciclabilità.
Questi materiali vengono quindi recuperati e riutilizzati nelle aziende che li rilavorano: la materia “circola”, nel senso che una materia come la plastica dei contenitori di detersivo non dovrà essere prodotta dal petrolio ma potrà essere rilavorata da scarti, portando commesse alle aziende che se ne occuperanno. Anche l’economia quindi circola, poiché non si spreca ma si fanno girare gli ingranaggi dell’indotto. Insomma, una buona raccolta differenziata… fa la differenza e fa anche business. A proposito di business, Area Spa sarà protagonista nelle prossime settimane di un altro cambiamento importante.
Da quando sono stato nominato presidente della società, un anno fa, la mia principale mission è stata quella portare alla fusione di Area con Cmv Servizi Srl, una multiutility con sede a Cento che gestisce diversi servizi pubblici nei sei comuni dell’alto ferrarese. Anche questo processo è in corso e – attraverso una delicata operazione di scissioni e fusioni – entro il prossimo autunno porterà alla nascita di due nuove società. La prima, che chiamiamo “Newco Raccolta” perché il nome definitivo sarà presentato più avanti, si occuperà della gestione ‘inhouse’ dei servizi di igiene ambientale mentre la seconda “Newco Energia e Impianti” si occuperà della gestione commerciale di energia e impianti.
Queste nuove società saranno costituite dai Comuni della provincia di Ferrara che detengono le quote di Area e Cmv e per la NewCo Raccolta, anche dal Comune di Comacchio che è in fase di aggregazione. Cosa porta questo cambiamento al territorio?
Dal punto di vista delle attività economiche della provincia andremo a semplificarne il quadro in materia di gestione dei rifiuti con una unica società di riferimento. La Cmv, infatti, utilizza la nostra stessa tipologia di raccolta ed è sulla nostra lunghezza d’onda anche per quanto riguarda il management. La Newco sarà quindi inhouse, a totale controllo pubblico, con uno statuto che prevede il “controllo analogo”, ossia la necessità che alcune decisioni siano prese in accordo fra tutte le parti in causa, dai comuni grandi come quelli piccoli. La nostra sarà una realtà aziendale medio-piccola che con la fusione avrà un fatturato totale di 50 milioni di euro e 400 dipendenti, diventerà sì più complessa e strutturata ma manterrà il suo rapporto con il territorio, vicino alle esigenze dei cittadini. La nostra più grande ambizione è di essere fra le aziende leader nazionali nella raccolta differenziata sia per la modalità della raccolta, della tecnologia, che per il modello di società.
Con la nascita della NeWco Raccolta le attività includeranno i comuni di Cento, Bondeno, Vigarano Mainarda, Mirabello, Poggio Renatico e Sant’Agostino, all’appello mancherebbero quindi Ferrara e Argenta.
Da settembre 2016, conclusa la gestazione della NewCo, i Comuni che ne faranno parte richiederanno alla Regione di riassegnare la gestione di rifiuti alla nostra società che avrà pieno titolo per continuare il suo lavoro nel ferrarese. Nel 2017 toccherà a Ferrara: scadrà infatti l’affidamento ad Hera per la gestione dei rifiuti e il Comune dovrà fare una scelta di campo importante. Bisognerà bandire una gara per riassegnare il ruolo di Hera o a concorrenti interessanti, oppure entrare inhouse con la Newco per passare alla formula che noi proponiamo, diventando il nostro ventitreesimo socio. Diciamo che su Ferrara e Argenta si aprirà una discussione su due modelli gestionali importanti quanto diversi.
Ma si può applicare una tecnologia di raccolta così capillare ad una realtà urbana come Ferrara, che sicuramente presenta una densità abitativa diversa dalle cittadine della provincia?
Si può fare, sì. Sono numerose le realtà simili a Ferrara che hanno intrapreso la strada del porta a porta con successo: Parma, Treviso, Verbania, tanto per citarne alcune. Non è certo un processo che può realizzarsi da un giorno all’altro ma non è impossibile, affatto. D’altra parte ci sembrava quasi impossibile anche realizzarlo a Jolanda di Savoia qualche anno fa, invece ha funzionato e i cittadini sono soddisfatti.

Come si coinvolge il cittadino? A rispondermi è stata la responsabile dell’Ufficio Comunicazione di Ara, Mirna Schincaglia.
Campagne di sensibilizzazione, incontri e assemblee, oltre che i numerosi punti informativi sul territorio cittadino, sono strumenti che creano una relazione diretta con gli utenti, attraverso la quale si cerca di convincerli che questo sistema conviene a tutti. E’ facile pensare che i cittadini rispondano alle nostre sollecitazioni con un secco “chi me lo fa fare?”, invece quando si toccano temi come la sostenibilità e l’ambiente l’atteggiamento che incontriamo è sempre di grande apertura. Poi da più di 13 anni portiamo avanti progetti nelle scuole del territorio di ogni ordine e grado, quest’anno coinvolgeremo più di 3000 fra scolari e studenti con 11 diversi percorsi didattici, fra i quali anche uno spettacolo teatrale. Possiamo essere fieri di aver contribuito a costruire una coscienza ambientale e, nel frattempo, lavoriamo costantemente sia affinché i cittadini siano responsabilizzati in merito alla gestione dei rifiuti. Inoltre tendiamo senza tregua a migliorare la qualità dei nostri servizi in efficienza, efficacia e funzionalità perché il sistema sia davvero virtuoso.

Come si può monitorare l’andamento della raccolta?
Abbiamo un sistema premiante molto efficiente. – ha spiegato Barbieri – Ogni utente è associato ad un codice: se una famiglia conferisce all’addetto alla raccolta poco indifferenziato è premiato, poiché significa che ha differenziato bene, e riceve una tariffa vantaggiosa in bolletta; se ne conferisce molto è ovviamente penalizzato. Una delle voci maggiori del nostro successo è proprio la “tariffa puntuale”, nonostante le limitazioni date dalle leggi nazionali. Bisogna pensare che in 10 anni le normative sulla tariffazione della raccolta sono cambiate 23 volte e che esse si basano, essenzialmente, sulle dimensioni delle abitazioni, il che per il nostro tipo di attività non è molto pertinente. Noi teniamo conto dell’immondezza realmente prodotta, quella che non si può recuperare per intenderci, che spesso non è in relazione ai metri quadrati né al numero di persone che ci vivono. Nei Comuni di Formignana, Mirabello e Ro, poi, la collaborazione tra Area e Cmv ha portato alla realizzazione del progetto sperimentale di misurazione porta a porta denominato Tariffa Puntuale 2.0. L’iniziale fase di sperimentazione consiste nella misurazione di tre tipologie di rifiuto (indifferenziato, umido, verde), al momento dello svuotamento del contenitore. Tale misurazione avviene tramite un microchip intelligente che permette di identificare il contenitore e associarlo al rispettivo proprietario, consentendo di rilevare il numero di svuotamenti effettuati per ciascuna utenza e quantificare così la tariffa. La sperimentazione ha lo scopo di raccogliere dati relativi alle quantità di rifiuti raccolti, una volta analizzati serviranno a definire un sistema più preciso e più equo di misurazione e tariffazione, basato sull’effettivo numero di svuotamenti.

A proposito della normativa nazionale, la politica come valuta le aziende come la vostra?
Abbiamo sempre ricevuto appoggio e incoraggiamento dal mondo politico italiano, tutti condividono la nostra vision e non potrebbe essere altrimenti. Il nostro modello però non si riesce ad esportare fuori dal nostro territorio perché manca le strutture di base. Perché la formula della differenziata e del recupero sia vincente c’è bisogno che tutti i pezzi del sistema siano in ordine: dalle aziende che raccolgono a quelle che trattano i materiali da riciclo o da compostaggio. Se non ho aziende sul territorio che lavorano plastica, vetro o carta da riciclo non ha senso spingere sulla raccolta differenziata, servono investimenti adeguati. La Germania ha un livello di differenziata e recupero virtuoso perché ha pianificato strategie comuni a tutti i territori, ha messo in campo un piano industriale ad hoc e adesso non manda all’inceneritore quasi più niente, siamo sull’ordine del 10% sul totale del pattume raccolto. In Italia non si riesce a fare un lavoro di programmazione in questa prospettiva, manca una vision politica della questione.

La scommessa per il futuro delle NewCo?
In una sola parola la scommessa che è alla base di questa nuova fase è la sostenibilità. Sostenibilità significa indurre i cittadini a produrre sempre meno immondizia, riciclare tutto il materiale possibile, creare una buona prassi nella raccolta e nel rapporto con l’utente, coinvolgerlo in questo processo rendendolo responsabile della sua stessa tariffa in bolletta – che quindi diventa davvero competitiva. Sostenibilità significa anche consumare e usufruire di un servizio in maniera consapevole e abbassare la nostra impronta ambientale sul territorio, con il quale va mantenuto sempre un contatto diretto, cosa che solo una realtà imprenditoriale media può coltivare. Tutto questo si muove verso il nostro principio di sostenibilità, che io credo sia la strada giusta da percorrere.

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Ingrid Veneroso


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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