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L’incontro del Tavolo del Turismo, che si è svolto lunedì pomeriggio in Sala Consiglio, ha toccato due temi particolarmente cari tanto all’Amministrazione Comunale, quanto ai rappresentanti delle associazioni di categoria. Con il primo argomento all’ordine del giorno, relativo alla gestione dei mercatini estivi, è emersa la necessità, condivisa, di rivedere l’attuale offerta merceologica dei mercatini serali, divenuta nel tempo ripetitiva e poco attraente.

Entro il 30 novembre prossimo si concluderà l’attività concertativa con le categorie economiche e con le associazioni di categoria e i consorzi di commercianti, attuali gestori dei mercatini potranno presentare su apposito questionario proposte innovative da sopporre successivamente al vaglio del Consiglio Comunale. Quest’ultimo dovrà esprimersi entro fine anno.

“E’ necessario – ha sottolineato l’Assessore Robert Bellotti – stabilire quale offerta si vuole creare per i prossimi anni, anche con la compresenza di venditori professionali e non, purchè offrano prodotti che sappiano distinguersi dall’offerta tradizionale già presente sul territorio. Faccio riferimento in particolare ai settori dell’hobbistica, dell’artigianato, dell’ arte, dell’ingegno e del riuso, attualmente presenti in maniera residuale.” In merito alla gestione futura dei mercatini, è stata confermata la necessità di procedere con l’emanazione di un avviso pubblico.

Il Sindaco ha poi ricordato che oltre all’individuazione del gestore, dovranno essere individuati anche gli operatori che intendono partecipare, sempre con criteri di trasparenza e di pubblicità. Alcuni operatori, quali Gianfranco Vitali (Ascom) e Dario Guidi (CNA), hanno rilevato la ncessità di associare ai mercatini l’aspetto dell’attrattiva turistica, puntando con decisione all’obiettivo strategico della qualità. L’Assessore al Marketing turistico Riccardo Pattuelli ha poi introdotto il punto successivo all’ordine degl giorno, quello sulla promo-commercializzazione del territorio per la stagione 2018. Punto focale l’atteso evento del Beach Festival.

“Abbiamo deciso di individuare l’organizzatore attraverso un bando che uscirà nei prossimi giorni – ha precisato l’Assessore Pattuelli -; è di importanza strategica ragionare su una promozione anticipata, che già da Pasqua possa comunicare l’evento ed attrarre ospiti ad ampio raggio.” L’evento di apertura della stagione estiva verrà finanziato grazie agli introiti della tassa di soggiorno, oltre all’eventuale sponsorizzazione da parte dei privati. Come ha evidenziato il Dirigente del Settore Cultura e Turismo Roberto Cantagalli, l’auspicio consiste nell’avviarela programmazione degli eventi con almeno 5-6 mesi di anticipo, in modo tale da agevolare l’organizzazione degli eventi sotto il profilo della sicurezza e del rilascio dei numerosi titoli autorizzativi. Da parte degli operatori in sala è stato recepito favorevolmente l’impegno del Comune di Comacchio a porsi quale finanziatore principale del “Comacchio Beach Festival”.

Tra le novità emerse durante l’incontro, riguardanti la promo-commercializzazione, anche quella annunciata dall’Assessore Riccardo Pattuelli, il quale ha anticipato che “stiamo pensando ad un soggetto unico ed operativo, in grado di pensare ad una promozione unitaria ed efficace del territorio, che aggreghi soggetti per un’azione incisiva e prolungata nel tempo. L’idea è quella di di identificare il soggetto con una gara ad evidenza pubblica. Si è aperta poi una discussione sulla possibilità di organizzare una “Notte Rosa” diffusa, anche su proposta di alcune associazioni. Si stanno valutando le due ipotesi. Infine, lo stesso Assessore ha esposto la necessità di valorizzare alcuni prestigiosi eventi sportici, che da anni rendono lustro al territorio, articolandoli su almeno due giornate. Tutto ciò per favorire pernottamenti e maggiore indotto. Sono in corso approfondimenti con gli organizzatori di eventi sportivi interessati.

Hanno partecipato all’incontro: il Sindaco Marco Fabbri, gli Assessori Robert Bellotti (commercio e attività produttive), Alice Carli (cultura, eventi culturali e turistici), Riccardo Pattuelli (strategie turistiche e marketing territoriale), Roberto Cantagalli, Dirigente del Settore Cultura, turismo, sport e politiche sociali, Roberto Bellotti (Confesercenti), Gianfranco Vitali (Ascom), Dario Guidi (CNA), Giuseppe Farinella (Confartigianato), Francesca Tamascelli (Legacoop Estense) e Ted Tomasi (Unindustria).

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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