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Fondazione Cetacea: riportate in mare due tartarughe marine, ma i recuperi continuano.

Nello stesso giorno due rilasci e due arrivi per il CRTM di Riccione.

La mattina del 26 novembre 2020 abbiamo riportato in mare due pazienti “difficili”. La prima è Giuseppe, giovane Caretta caretta recuperata lo scorso il 20 agosto 2020 da ENPA Lagosanto che insieme a Polizia provinciale, Fondazione Cetacea, Aics (Associazione italiana cultura e sport), Circolo velico Volano, Corpo dei vigili giurati di Goro, formano il coordinamento di associazioni Delta Rescue, che opera per la salvaguardia delle tartarughe marine a Ferrara, intervenendo sui tanti spiaggiamenti di morte e di vive in questo territorio. Giuseppe all’arrivo aveva il cranio sfondato probabilmente dall’impatto con un natante. La tartaruga era stata tempestivamente visitata dalla nostra veterinaria Giulia Bondesan, responsabile del Centro di Primo Soccorso di Goro (sito nella sede di ARPAE), per poi essere spostata a Riccione dove a seguito delle cure a cui è stata sottoposta si è ristabilita completamente.
La seconda, sarà una grande sorpresa per tutti, è Alessandra, una delle “mascotte” del Centro e adottata da decine di “genitori a distanza”: la tartaruga ricoverata per oltre due anni al nostro Centro (era arrivata anche lei dal ferrarese l’11 agosto del 2018, recuperata sempre dai volontari in loco) con un grave sfondamento del cranio, del carapace e con un amo nell’esofago, dopo cure specialistiche molto avanzate e tanta, tantissima, fisioterapia era stata rilasciata il 22 settembre scorso in mare a Pesaro dopo un breve ma risolutivo periodo nella caletta per la riabilitazione allestita nella città marchigiana, quando i veterinari che la seguono da oltre 2 anno hanno deciso che era pronta per tornare libera e autonoma. Alessandra si era allontanata con lentezza ma decisione e speravamo di non vederla più fino a che l’8 di ottobre siamo stati contattati dalla Capitaneria di Porto di Ancona: Alessandra era stata recuperata al largo da alcuni diportisti.
Facciamo una premessa: Alessandra resta una tartaruga con un handicap, ma le sue gravi ferite si sono rimarginate e grazie al duro lavoro di tanti non è più l’animale catatonico giunto oltre 2 anni fa, che veniva nutrita tramite sonda e passava tutto il tempo a galleggiare con la sua classica postura “col sedere all’insù”. Ora Alessandra è un animale reattivo e in acqua ha dimostrato di poter cacciare e cavarsela da solo. Inoltre i nostri veterinari che l’hanno visitata dopo il suo ritorno al Centro hanno potuto constatare ulteriori miglioramenti in mare: da qui la decisione di rilasciarla di nuovo, per non rischiare che un altro inverno in vasca rischiasse di compromettere gli sviluppi che ha fatto. Vista la delicatezza della situazione abbiamo deciso di non divulgare informazioni prima di aver deciso come procedere, e oggi siamo felici di potervi dire che Alessandra nuota di nuovo placidamente nelle acque al largo di Rimini, e che speriamo non abbia mai più bisogno di noi.
Le due tartarughe sono state portate a oltre sette miglia dalla costa nei pressi delle piattaforme, dove troveranno tanto pesce di cui nutrirsi.
Ma i due “posti” lasciati liberi da Giuseppe e Alessandra, purtroppo, sono già stati occupati da altrettante tartarughe, recuperate stamattina al porto di Cesenatico dopo una cattura accidentale nelle reti di due pescherecci, il RIMAS e il RICCI, che ci hanno immediatamente contattato per valutare le loro condizioni di salute e che ringraziamo per la collaborazione. Un’ulteriore dimostrazione che una buona comunicazione con i pescatori professionali è di vitale importanza per l’intervento tempestivo sugli animali in difficoltà.

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PROVINCIA DI FERRARA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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