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Da: Organizzatori
Occorre cambiare la legge in vigore (n. 157 del 1992) per introdurre a livello nazionale la figura del coadiutore al controllo della fauna, professionalità indispensabile per realizzare i piani di contenimento; per consentire l’utilizzo di strumenti più efficaci ed efficienti per la limitazione della nutria (specie aliena, considerata tra le 100 più dannose per la quale le norme comunitarie prevedono l’eradicazione); e per riconoscere tutele e professionalizzazione ai coadiutori.
Sono questi, in sintesi, gli impegni presi dal tavolo istituzionale convocato in Castello Estense dalla Presidente della Provincia, Barbara Paron, per fare il punto sul problema nutria.
Una convocazione che ha voluto essere un orecchio teso all’ascolto del persistente problema della proliferazione del roditore nonostante le varie azioni di contenimento messe in campo negli anni. Incontro cui hanno preso parte 32 rappresentanti fra Comuni, Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale), Regione Emilia-Romagna, Consorzio di Bonifica e associazioni agricole e del mondo venatorio, con la testimonianza anche delle esperienze sul campo delle Province di Rovigo e Mantova.
Impegni condivisi, dunque, che si tradurranno in un documento che sarà sottoscritto nei prossimi giorni e inviato in Regione Emilia-Romagna e i Ministeri dell’Ambiente e Agricoltura.
A supporto del documento l’esperienza in termini di conoscenze tecnico-scientifiche consolidate negli anni da Regione e Ispra sul campo, in riferimento anche al Piano nazionale di gestione della nutria, attualmente al vaglio del competente Ministero dell’Ambiente, che presenta forti sintonie con quello già adottato dalla Regione Emilia-Romagna.
Numerosi sono stati gli interventi che hanno messo in evidenza i problemi provocati dalla proliferazione delle nutrie: dai danni economici alle colture agricole, ai rischi idraulici originati dalle tane scavate in argini e sponde degli 8mila chilometri fra fiumi e canali che percorrono il territorio provinciale, ai pericoli per la sicurezza per l’attraversamento delle nutrie lungo le strade.
Un appello è stato lanciato, e condiviso, a non distruggere le gabbie con notevole danno economico rispetto alle scarse risorse pubbliche a disposizione – fra Consorzio di bonifica, Provincia, Protezione civile e Comuni – per l’acquisto di questi strumenti di cattura.
Un comportamento arrivato alla distruzione delle gabbie per i corvidi per la lotta contro l’influenza West Nile, come ha ricordato il comandante della Polizia provinciale, Claudio Castagnoli.
“È stato un incontro positivo con tutti i soggetti interessati al problema – ha concluso la presidente Paron – e importante è l’approccio scientifico che è stato dato in particolare da Ispra e Regione, rispetto alle tante informazioni distorte troppo spesso veicolate sui social, approccio che è il valido supporto per le azioni che continueremo a mettere in campo nei prossimi mesi per una soluzione del problema”.

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Riceviamo e pubblichiamo


PAESE REALE

di Piermaria Romani

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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