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da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

Si è svolto ieri un incontro tra la Regione Emilia-Romagna e i Vescovi delle Diocesi emiliane dei territori colpiti dal sisma. All’incontro – il cui obiettivo era il confronto sulla ricostruzione dei beni storici e artistici religiosi colpiti dal terremoto del 20 e 29 maggio 2012 – hanno preso parte il presidente della Regione Emilia Romagna e Commissario delegato alla ricostruzione Vasco Errani, il presidente della Conferenza episcopale dell’Emilia-Romagna Card. Carlo Caffarra, l’assessore regionale alle Infrastrutture Alfredo Peri, i Vescovi della Regione e il delegato CEER per la ricostruzione post-sisma.
Durante l’incontro è stato espresso dai vertici ecclesiastici apprezzamento per il lavoro di ricostruzione fatto che – oltre alle abitazioni civili e alle imprese – ha avuto grande attenzione al patrimonio ecclesiastico, sia nel garantire la continuità di culto con edifici provvisori, sia nel predisporre strumenti e risorse per il recupero di quanto danneggiato dal sisma. Apprezzamento è stato espresso anche per il metodo e la collaborazione messa in campo tra istituzioni, Ufficio regionale della Conferenza Episcopale Emilia-Romagna e le diocesi, prima per la messa in sicurezza e in seguito per il recupero del patrimonio ecclesiastico, tenendo conto anche della particolare funzione che svolge per le comunità.
La Regione ha confermato che garantirà continuità e tempi certi per i progetti di recupero degli edifici religiosi danneggiati compresi nel ‘Programma per le opere pubbliche, beni culturali e edilizia scolastica’ – che prevede complessivamente 1.540 interventi per oltre 1,3 miliardi – e avviati nell’ambito del ‘Piano operativo 2013-2014’che stanzia 537 milioni di euro per 664 interventi. Il tutto nel rispetto delle procedure e dell’efficacia dell’utilizzo delle risorse con l’obiettivo di rendere, nella salvaguardia del bene, alle singole comunità edifici maggiormente sicuri.
Si è inoltre preso atto delle problematiche inerenti le tempistiche che trovano giustificazione nell’iter previsto dalla legge, volto a garantire maggiore verifica e attenzioni dei progetti e attenzione agli appalti ed esecuzione dei lavori.
Durante l’incontro – oltre a ribadire il proseguimento dei percorsi fin qui avviati – è stato affrontato il tema di puntare prioritariamente al recupero degli edifici religiosi con un valore simbolico particolare, come ad esempio la cattedrale di Carpi che nel 2015 celebrerà i 500 anni dalla costruzione.
La Regione Emilia-Romagna ha confermato l’impegno a reperire le risorse necessario al recupero dei beni storici e architettonici feriti dal sisma.

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REGIONE EMILIA-ROMAGNA


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di Piermaria Romani

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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