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Da: Agenzia Stampa Giunta Regionale Emilia Romagna

Sul territorio regionale coinvolti Appennino Emiliano, Basso Ferrarese, Appennino Piacentino-Parmense e Alta Valmarecchia, con 71 comuni interessati e 88 interventi programmati. L’assessore Patrizio Bianchi: “Abbiamo deciso di puntare su crescita e coesione sociale”

Bologna – “Fare comunità per migliorare la qualità della vita delle persone, rafforzare la base produttiva e incrementare le opportunità di lavoro nelle aree più periferiche del territorio regionale, ‘avvicinandole’ alle aree più forti. Sono gli obiettivi che ci siamo dati in Emilia-Romagna per le aree interne, divenute perno delle politiche di sviluppo dell’intero territorio regionale”.
Lo ha sottolineato questa mattina a Bologna in viale Aldo Moro l’assessore regionale al Coordinamento delle politiche europee allo sviluppo, Patrizio Bianchi, durante il primo incontro con le quattro Aree interne regionali beneficiarie della Strategia nazionale: Appennino Emiliano, Basso Ferrarese, Appennino Piacentino-Parmense, Alta Valmarecchia. Un’occasione per riflettere sugli indirizzi di sviluppo delle aree e illustrare lo stato di avanzamento del negoziato sulla programmazione dei fondi europei per il prossimo periodo, 2021-2027, nel momento in cui sta per concludersi il processo di elaborazione delle strategie e l’identificazione degli interventi da attuare.
Oltre all’assessore Patrizio Bianchi erano presenti i sindaci referenti delle Aree interne: per l’Appennino Emiliano Enrico Bini, primo cittadino di Castelnovo Monti; per il Basso ferrarese Andrea Zamboni, sindaco di Riva del Po; per l’Appennino Piacentino parmense il sindaco di Bettola, Paolo Negri, e per l’Alta Valmarecchia Marcello Fattori, sindaco di Maiolo.
“La Regione Emilia-Romagna, con le proprie politiche di sviluppo territoriale, ha scelto di partire dalle aree marginali e non dalle città – ha sottolineato l’assessore Patrizio Bianchi-. Ora bisogna uscire dalla fase laboratoriale mettendo a disposizione l’esperienza realizzata e i metodi innovativi anche al resto del Paese”.

Le Aree interne dell’Emilia-Romagna
Le Aree interne dell’Emilia-Romagna coinvolgono 71 comuni di cui 35 in area di progetto; prevedono 4 strategie di sviluppo locale e 88 interventi programmati per quasi 70 milioni di euro: 27 milioni dal Programma di sviluppo rurale, 15 dalla Legge di stabilità nazionale, 11 dal Programma operativo del Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr), 3 dal Programma operativo del Fondo sociale europeo (Fse), 1,5 dai Piani di azione locale del Programma Leader e 9,5 milioni di euro da risorse locali pubbliche e private.

Le strategie individuate
Ognuna delle 4 strategie si fonda su una idea-guida che definisce le linee di sviluppo di quel particolare territorio. La Montagna del latte è quella dell’Appennino Emiliano, per innovare e accrescere il valore aggiunto della filiera del Parmigiano, anche attraverso l’associazione Gusto&Salute. Fare ponti è il titolo della strategia nel Basso ferrarese, per creare collegamenti materiali e immateriali a supporto dello sviluppo e per riattivare i legami di comunità. Nell’Appennino piacentino-parmense la strategia è Appennino Smart, per nuove idee per un territorio effettivamente unitario, attrattivo, sicuro. Paesaggi da Vivere è la strategia dell’Alta Valmarecchia, per coniugare bellezza e qualità ecologica del paesaggio come driver di cambiamento e crescita economica della vallata.

Le strategie delle aree interne dell’Emilia-Romagna
Le quattro strategie delle Aree interne hanno tratti comuni. La modernizzazione della base produttiva – dall’agroalimentare di qualità al turismo – che è stata rafforzata anche attraverso lo sviluppo di reti a supporto dei processi di innovazione; in questo modo gli attori delle filiere territoriali (soprattutto agro-zootecnico-forestali e turistiche) vengono messi in relazione con soggetti esterni, portatori di conoscenza tecnica/tecnologica/organizzativa per sviluppare innovazione specifiche alle esigenze dei singoli territori.
Altro tratto comune la centralità della relazione tra offerta e domanda di lavoro: tutte le strategie affrontano questo tema con diverse iniziative che vedono in prima fila le istituzioni scolastiche, impegnate a creare conoscenze e competenze necessarie a sostenere nel tempo i processi di crescita delle filiere produttive locali.
Tutte le strategie puntano inoltre al rafforzamento dell’innovatività dei servizi (sanitari, sociali, di trasporto) anche attraverso l’integrazione territoriale a livello locale e con i poli urbani di riferimento. Inoltre si è cercato di creare valore aggiunto valorizzando le risorse naturali di cui ogni territorio dispone; sono state individuate, dunque, risorse con valore turistico o particolari qualità ambientali per promuovere azioni innovative di valorizzazione sostenibile.
La finalità perseguita dalle strategie, cioè ridurre la distanza delle aree interne dai centri urbani dove si concentra lo sviluppo, è in sintonia con gli obiettivi di integrazione delle politiche regionali portati avanti in questa programmazione e che continueranno anche nel prossimo periodo 2021-27.

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REGIONE EMILIA-ROMAGNA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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