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da: ufficio stampa Comunicazione Globale Promotion

Uno straordinario successo per la 3/a entusiasmante edizione che si posiziona tra i maggiori eventi di questo settore a livello internazionale

Si è concluso con straordinario successo, lo scorso 29 maggio al Porto Turistico di Roma THE BIG RED, il grande evento di pesca sportiva al Grande Tonno Rosso, che ha visto sfidarsi circa 100 imbarcazioni arrivate da tutta Italia e anche dalla Spagna.

Raccontano gli organizzatori, Corrado Rizzardi e Alessandro Gioia: “Questa é stata un’edizione di svolta: la competizione da ora si pone effettivamente su un piano internazionale, nonostante si tratti di una manifestazione molto giovane”.

Malgrado la tensione dell’ultimo giorno di gara, dovuta alle difficili condizioni del mare, che ha visto ritirarsi solo una piccolissima percentuale delle imbarcazioni, ci sono state 200 prese di tonni. Ad aggiudicarsi la vittoria, pescando un tonno di 1.90 mt, é stata la “New Fishing Team RC2” di Reggio Calabria, che ha partecipato a questa manifestazione per la prima volta, noleggiando la barca in zona, vincendo 8.500€, un GPS nautico RAYMARINE e una canna da pesca creata da Italo Busi della IMC. Per l’occasione Busi ha dedicato una canna da pesca al grande ospite del BIG RED, Dave Marciano, che ha scelto di portarla con sé durante le riprese della prossima stagione di “Lupi di Mare”, in onda su National Geographic. Oltre a quelli dedicati ai primi sei classificati, sono stati sorteggiati ulteriori premi per gli altri team.

Continuano a raccontare gli organizzatori: “Quest’anno da imprenditori abbiamo rischiato molto, perché cento barche, in un evento su questo tipo di pesca, non sono mai state gestite da nessuno. Attraverso la mappatura delle imbarcazioni abbiamo potuto seguire in diretta tutti gli spostamenti e gli strike dei partecipanti. Un ringraziamento particolare lo dobbiamo fare al Porto Turistico di Roma per l’ospitalità, sia a terra che in acqua, che ha dato anche la possibilità di montare difronte al villaggio dei pontili dedicati soltanto alla manifestazione”.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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