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Da: Organizzatori

Lunedì 21 ottobre ore 17.00 a Ferrara nella Biblioteca Comunale Ariostea – Sala Agnelli, sarà presentato il libro di Tommaso La Rocca “Con gli occhi del dopo” volume La Penna Prestata.

Programma:
Apertura musicale con Sergio Rossoni e Andrea Poltronieri;
Introduce e modera Fausto Natali;
Variazioni sul libro Daniele Lugli;
Lettura di brani dal libro Roberta Marrelli;
Proiezione del foto-film “Immagini di volti nella memoria”, montaggio di Nicola Alessandrini, colonna sonora di Sergio Rossoni;
Intervista all’autore di Luce Tommasi;
Interventi del pubblico;
Chiusura in musica Stefano Bottoni.

L’autore, nato nel 1943 e dopo tante peripezie raccontate anche libro è approdato all’Università di Ferrara nel 1975, dove ha lavorato fino al 2019 prima come Ricercatore poi anche come docente di Filosofia Morale. Attualmente vive tra Ferrara e Vienna. Oltre a libri di filosofia, ultimamente ha pubblicato due volumi di narrativa, entrambi per i tipi di Susl Edizione:
“Con gli occhi del dopo. IL figlio del pescatore sulle orme di Ulisse” (2013) e “La penna prestata” (2018 Ristampa settembre 2019). Figlio di padre pescatore e madre contadina, l’autore è nato in tempo di guerra nella Grotta dell’imperatore Tiberio Cesare, precedente dimora di Polifemo, il ciclope accecato da Ulisse, raccontato da Omero. La sua famiglia – trovandosi Sperlonga sul fronte mare della linea di guerra di Cassino – vi si era rifugiata per ripararsi dai bombardamenti degli amici-nemici Tedeschi e dei nemici-amici Alleati. Cacciati dopo alcuni mesi dalla Grotta si rifugiarono a Fondi,
il bimbo fu salvato da sua madre da sotto le macerie della casa centrata dai bombardieri americani sulla città. E’ sopravvissuto poi agli stenti del tempo grazie al latte di una capra rubata da suo padre ai Tedeschi nella piana di Fondi. Avviato al mestiere di fabbro-meccanico, ebbe poi la fortuna e la tenacia di continuare gli studi fino a laurearsi all’Università di Urbino e diventare Professore di Filosofia all’Università di Ferrara. Andato in pensione, aveva deciso di non scriverne più di libri. Poi all’improvviso si è ritrovato a comporre due volumi di narrativa su Sperlonga e dintorni, libri che lui precisa di non aver scritto da solo: “L’autore di questi scritti non sono solo io. Lo sono anche mia madre e molti altri del mio paese, ai quali ho prestato la penna per mettere nero su bianco i loro racconti. Abbiamo composto questi libri insieme: essi con la memoria, io anche con la penna. Mia madre, analfabeta, poteva solo raccontare. Non sapeva né leggere né scrivere, ma era orgogliosa di aver ‘fatto un figlio che aveva imparato a leggere e scrivere’. Gli altri, tra i quali molti che sapevano anche leggere e scrivere, non si sentivano in grado di farlo: “ tu – mi dissero – devi prestare la penna anche a noi, come hai fatto con tua madre. Noi parliamo e raccontiamo e tu scrivi”.
E’ un libro non di Storia, ma di storie vissute.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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