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da: Arci Ferrara

Si è tenuta oggi, mercoledì 20 aprile, la conferenza stampa di presentazione della quattordicesima edizione del Festival dei Diritti.
Insieme al Presidente della Provincia e Sindaco di Ferrara, Tiziano Tagliani e a Annalisa Felletti, assessora alla Pubblica Istruzione Formazione e Pari Opportunità del Comune di Ferrara, sono intervenuti rappresentanti di Nexus Emilia Romagna e Arci Ferrara, CGIL, UDI Ferrara , It.a.ca Migranti e Viaggiatori, Teatro Comunitario, IBO Italia, Uffico ricerche storiche del Comune di Ferrara.

La quattordicesima edizione del Festival dei Diritti, dedicata a “Percorsi di Pace tra Diritti e Integrazione”, è finalizzata, in particolar modo, al coinvolgimento delle giovani generazioni, del mondo della scuola e della cittadinanza di Ferrara e provincia nella promozione di percorsi che valorizzano il dialogo tra le comunità.
Diverse le attività in programma: laboratori, incontri nelle scuole, attività culturali di diversa natura, itinerari di conoscenza e concorsi on line di approfondimento tematico.
I diversi eventi in programma sostengono la promozione del dialogo interculturale, la tutela dei diritti umani e la promozione di percorsi di conoscenza dei diritti (con particolare attenzione ai diritti di genere, civili, sociali e culturali).
La lotta contro ogni tipo di discriminazione è sostenuta tramite iniziative di promozione della pace, di riflessione sul concetto di razzismo, di cittadinanza attiva come strumento di integrazione delle nuove generazioni di immigrati con percorsi di integrazione dei soggetti portatori di disabilità. Il Festival cercherà anche di coinvolgere, nelle sue attività, alcuni rappresentanti della comunità di richiedenti asilo ospitati sul territorio, nella consapevolezza che la conoscenza e il dialogo con questa “nuova cittadinanza” possano essere fonte di arricchimento reciproco.
Un nutrito programma consultabile sul sito del festival, www.festivaldeidiritti.it, che prevede – da aprile a giugno – momenti di approfondimento sviluppati tramite conferenze, dibattiti e incontri con esponenti della società civile, e numerose attività culturali: una rassegna cinematografica, mostre fotografiche, presentazione di un libro, produzioni teatrali, itinerari culturali, concorsi, musica dal vivo. Una grande varietà di eventi a testimoniare un unico interesse condiviso e una rete associativa sempre più affiatata, con il fondamentale supporto delle istituzioni.
Come ha sottolineato Tiziano Tagliani in apertura della conferenza, il festival ancora una volta “usa linguaggi universali che consentono una visione comunitaria, contribuendo alla costituzione di una società di diritti” e diventando uno “strumento unico per parlare alla città, favorendo quel senso di sicurezza che arriva dall’apertura e dalla conoscenza”.

Tutti gli eventi sono gratuiti e realizzati con il sostegno della Regione Emilia Romagna, del Comune e della Provincia di Ferrara.

Comitato Promotore: Arci Ferrara, Arci Emilia Romagna, Cgil Ferrara, Nexus Emilia Romagna, Cittadini del Mondo, Cooperativa Teatro Nucleo, VersoSud Onlus, IBO Italia, UDI Ferrara, ANPI Ferrara.

In collaborazione con: Comune e Provincia di Ferrara, UISP Ferrara, Festival di IT.A.CÁ 2016 migranti e viaggiatori: Festival del Turismo Responsabile, Festival Internazionale di Ferrara, Teatro Comunitario, Istituto di storia contemporanea, Museo del risorgimento e della resistenza, Coro delle mondine di Porporana, Coordinamento Donne SPI-CGIL, Ufficio Migranti CGIL, rete Auser Emilia Romagna, Tavolo Ferraracheaccoglie, Cooperativa Integrazione Lavoro Baura, Centro di Servizio per il Volontariato – Agire Sociale (Comune di Ferrara), Teatro “Julio Cortàzar” di Pontelagoscuro (FE), scuole medie e superiori della Provincia e della città di Ferrara.

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Arci Ferrara


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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