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Continua, con la nuova formula, Internazionale a Ferrara 2020. Nell’appuntamento di novembre, in collaborazione con Medici Senza Frontiere, una discussione su covid-19 e vaccini. Per la prima volta in diretta streaming.

In diretta streaming
Nonostante le limitazioni imposte dalle misure atte a contenere gli effetti dell’epidemia di covid-19, torna sabato 21 novembre, Internazionale a Ferrara, il festival organizzato dalla rivista diretta da Giovanni De Mauro con il Comune di Ferrara. Un format nuovo per “un festival ponte” che vedrà un appuntamento al mese fino a maggio, e che oggi arriva anche in una modalità rinnovata. “Un vaccino per tutti”, il secondo appuntamento di Internazionale a Ferrara, realizzato in collaborazione con Medici Senza Frontiere e dedicato alla pandemia e alla ricerca sul vaccino in diretta streaming sul canale Facebook del settimanale. Questo per conciliare il rispetto delle limitazioni imposte dalle norme anti-covid con il desiderio di mantenere saldo il rapporto con la città e con il pubblico che negli anni ha partecipato alla manifestazione. Tutte le indicazioni per seguire il panel si trovano sul sito www.internazionale.it/festival.
Un’edizione straordinaria, non solo nelle modalità di fruizione, ma anche per i contenuti trattati. Internazionale a Ferrara, infatti, offrirà un approfondimento sui temi della pandemia con il live streaming ma anche con uno speciale sul sito del festival attraverso articoli, video, foto e reportage, tutti su covid-19.
“Ci è sembrato importante organizzare il festival regolarmente, anche in questo momento di emergenza sanitaria, e approfondire temi urgenti come quelli sulla pandemia e sui vaccini-  ha detto Chiara Nielsen, direttrice del festival e vice direttrice di Internazionale – Mai come adesso è necessario contribuire a una informazione documentata e chiara”

Un vaccino per tutti

Per contenere le conseguenze dell’epidemia di covid-19 sulle persone e sulla società è essenziale sviluppare trattamenti efficaci, strumenti diagnostici e un vaccino. Ed è altrettanto fondamentale che questi siano resi disponibili a tutti i paesi del mondo, inclusi i più poveri. Perché l’accesso universale alle cure e al vaccino non è solo una questione di giustizia ma anche di salute pubblica, per scongiurare la possibilità di nuove ondate epidemiche ai quattro angoli del pianeta. Discuteranno di questi temi: Bruce Aylward, che ha guidato la squadra dell’Organizzazione Mondiale della Sanità durante la pandemia covid-19 in Cina, Nathalie Ernoult, responsabile advocacy della Campagna per l’Accesso ai Farmaci di MSF e membro dell’IRIS – Institut de Relations Internationales et Stratégiques Université Panthéon Assas (Paris II), Donato Greco, epidemiologo e Nicola Magrini, direttore generale dell’Aifa. Il panel sarà introdotto e moderato da Annalisa Camilli di Internazionale.

La collaborazione con MSF

L’evento è promosso in collaborazione Medici Senza Frontiere che ha recentemente esortato i governi a pretendere maggiore trasparenza dalle aziende farmaceutiche sugli accordi commerciali per i vaccini contro il covid-19 e sui costi e i dati dei test clinici, anche considerando i miliardi di dollari pubblici stanziati per lo sviluppo di questi vaccini. I termini del brevetto esclusivo tra AstraZeneca e la Oxford University non sono ancora pubblici, infatti e, nonostante l’ingente ammontare di fondi pubblici stanziati, rimangono segreti anche gli accordi per il brevetto firmati da altre aziende che stanno sviluppando il vaccino per il covid-19. In totale sono stati investiti più di 12 miliardi di dollari in ricerca e sviluppo, sperimentazione e produzione dei 6 possibili vaccini per il Covid-19 sviluppati da AstraZeneca/Oxford University (oltre 1,7 miliardi di dollari), Johnson&Johnson/BiologicalE (1,5 miliardi di dollari), Pfizer/BioNTech (2,5 miliardi di dollari), GlaxoSmithKline/Sanofi Pasteur (2,1 miliardi di dollari), Novavax/Serum Institute of India (quasi 2 miliardi di dollari) e Moderna/Lonza (2,5 miliardi di dollari).

“Nonostante siano stati investiti più di 12 miliardi di dollari pubblici in ricerca e sviluppo per la produzione dei 6 possibili vaccini per il Covid-19, informazioni fondamentali come il prezzo e le scorte disponibili per un accesso equo al futuro vaccino non sono ancora pubbliche” dichiara Nathalie Ernoult, responsabile advocacy della Campagna per l’Accesso ai Farmaci di MSF “I governi devono pretendere dalle aziende farmaceutiche una maggiore trasparenza sugli accordi commerciali siglati per la produzione del vaccino e assicurare un accesso equo al vaccino covid-19”.

Un festival per tutti
L’incontro in streaming sarà in italiano e inglese, con traduzione simultanea, gratuito e senza bisogno di iscrizione. Dopo il live resterà disponibile sul sito di Internazionale.

(A cura di Internazionale a Ferrara)

Internazionale a Ferrara è promosso da Internazionale, Comune di Ferrara, Ferrara Arte, Regione Emilia Romagna, Università degli studi di Ferrara, Fondazione Teatro Comunale, Ferrara feel the festival, Comune di Portomaggiore, Arci Ferrara, Assessorato alla cultura nell’ambito del Progetto Polimero promosso da Arci Emilia-Romagna e Associazione IF. Il Festival è reso possibile dalla collaborazione di Medici Senza Frontiere, charitypartner, e della Rappresentanza in Italia della Commissione europea, grazie a Unipol Gruppo, Fondazione Unipolis, Legacoop, con il sostegno di Alce Nero, Camera di Commercio di Ferrara, Le Stagioni d’Italia e Bonifiche Ferraresi, Università LUISS Guido Carli, Coop Alleanza 3.0, Cidas, Banca Etica, Etica Sgr, Laboratori Aperti e Ex Teatro Verdi, CGIL. Con la main mediapartnership di Rai e la media partnership di Radio3, RaiNews24, RaiCultura, tgR Emilia Romagna, Radio Radicale e @stoleggendo

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Redazione di Periscopio


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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