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da: Ufficio stampa Cia Ferrara

Secondo anno per l’iniziativa organizzata dalle associazioni Donne in Campo, Anp, AGIA di Cia Emilia-Romagna, in collaborazione con il plesso scolastico di Vigarano Mainarda

Lavorare la terra con le proprie mani, seminare, prendersi cura delle piante, vederle crescere e raccoglierne i frutti. Un’esperienza che molti bambini, soprattutto quelli che abitano nelle zone urbane, non sempre riescono a sperimentare. Per insegnare ai bambini l’importanza e il valore della terra, dei prodotti agricoli e del cibo sano torna per il secondo anno, a Vigarano Mainarda, l’iniziativa “Costruisci un orto in città”. Fortemente voluta e organizzata dalle associazioni di persone della Cia – Donne in Campo, Anp e Agia – con la collaborazione del Comune di Vigarano e le insegnanti dell’Istituto Comprensivo Alda Costa di Vigarano Mainarda, coinvolgerà quest’anno le classi terze ma anche i bambini più piccoli, di seconda della scuola primaria. Un coinvolgimento importante per i piccoli dai 6 agli 8 anni, dunque, che impareranno sul campo come si producono ortaggi, fragole e piante aromatiche e capiranno il ciclo di vita delle piante. Tutti si sono già messi al lavoro nelle settimane scorse, coordinati dai “nonni” di Anp Giuliano ed Emma e da Sofia Trentini, presidente di Donne in Campo Emilia – Romagna per compiere i primi passi nel mondo dell’agricoltura. I piccoli orticoltori delle seconde, alla loro prima esperienza, hanno seminato in due cassoni – offerti dalla Cooperativa Terremerse di Filo di Argenta – fave e due varietà di fagiolini, in attesa di poter mettere a dimora, con un clima più caldo, anche fragole e piante aromatiche. I bambini di terza hanno, invece, realizzato piccoli semenzai con materiali di riciclo, seminato il loro ortaggio preferito poi annaffiato e applicato un telo biodegradabile per preservare l’umidità e far germogliare le piante. Nel corso della giornata è stato spiegato ai bambini i passi successivi: verificare l’umidità della terra e controllare che la densità delle piante nei vasetti sia corretta per consentire loro la perfetta germogliazione. Il tutto supportato dalle preziose spiegazioni delle insegnanti sul ciclo della clorofilla, l’importanza delle radici e delle sostanze nutritive e sali minerali della terra che consentono alle piante di crescere correttamente. «Abbiamo scelto – ha spiegato Sofia Trentini – di ripetere anche quest’anno l’iniziativa “Costruisci l’orto in città” perché pensiamo abbia un grande valore dal punto di vista educativo, soprattutto in questo momento di massima diffusione dei contenuti digitali e virtuali. Si tratta di un modo per insegnare ai bambini a toccare, osservare, scoprire il valore dell’attività manuale, del rispetto della terra e della piante, ma anche l’importante ruolo dell’agricoltura nella salvaguardia dell’ambiente. In più non è un’esperienza che si conclude nell’orto ma continua in classe e diventa modalità di espressione attraverso disegni, pensieri, racconti di famiglia ed anche ricette che, come l’anno scorso, diventeranno un vero e proprio libro. Un modo intelligente e divertente per raccontare la tradizione agricola del nostro territorio.»

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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