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da: ufficio comunicazione eventi Unife

Al via il nuovo ciclo di Anatomie della Mente, le conferenze dei Giovedì di Psicologia di Stefano Caracciolo, Ordinario di Psicologia Clinica dell’Università di Ferrara, giunto quest’anno all’ottava edizione e con accesso libero e gratuito per tutta la città.
Il primo appuntamento si terrà giovedì 17 dicembre alle ore 16.30, nella consueta cornice di Sala Agnelli e Teatro Anatomico della Biblioteca Ariostea (via delle Scienze, 17) sul tema “La Santa Anoressia. S.Caterina da Siena: santa o anoressica? Il digiuno nei suoi aspetti storici, filosofici, medici, psicologici”.
Nel corso della conferenza, oltre a Stefano Caracciolo che parlerà del potere del Digiuno, interverranno Mario Antonio Reda, Ordinario dell’Università di Siena, in tema di Anoressia e Santità in S.Caterina da Siena, Mario Fulcheri, Ordinario di Psicologia Clinica dell’Università di Chieti, sui trattamenti in Anoressia Nervosa, e Michele Rugo, Direttore Scientifico della Struttura riabilitativa ‘Villa Gruber’ di Bologna, con un relazione clinica sugli aspetti mistico-religiosi nella Anoressia.
Ci offre un’anticipazione Stefano Caracciolo:
I Disturbi del Comportamento Alimentare (Anoressia Nervosa, Bulimia Nervosa e BED, ovvero Binge Eating Disorder) rappresentano una seria minaccia e una drammatica emergenza per la medicina moderna, per la loro elevata incidenza e gravità.
Nel contempo questi Disturbi si presentano come una sfida per la moderna psichiatria da diversi punti di vista: quello scientifico, in cui si è ancora alla ricerca di una causa (eziologia) e dei meccanismi con cui i fattori causali determinano i sintomi (patogenesi), quello clinico, in cui diversi tipi di trattamento devono integrarsi in senso multidisciplinare, e quello psicologico per il particolare funzionamento dei processi psichici in pazienti, per lo più giovani donne, in cui si assiste al sovvertimento più totale dei meccanismi fisiologici della fame e della sazietà.
Sul piano filosofico e religioso però il digiuno, la ascesi, il distacco dai piaceri terreni alla ricerca di una estasi spirituale in senso mistico hanno una storia millenaria, e lo studio di questa eredità del passato può aiutarci nel decifrare il mistero da cui questi disturbi sono tuttora avvolti.
L’anoressia e le altre manifestazioni corporee furono nel Medioevo l’unica possibilità per la donna di affermare il proprio potere nel ruolo sociale, mistico-religioso. Una donna era destinata a sposarsi con chi era designato dalla famiglia di origine, oppure ad entrare in un convento di clausura.
In tal caso, però, non poteva studiare e non acquisiva il potere clericale di parlare in pubblico e predicare. Solo una rinuncia eclatante al proprio corpo permette alla donna di favorire, trasmettere e viversi le sensazioni e i desideri come manifestazione di fede ed espressione religiosa.
La “Santa anoressica” trova così una possibile conferma nel proprio ruolo di potere mistico, attraverso la possibilità di convincere della sua santità i confessori spirituali a cui veniva affidata e a cui non cedeva, come non aveva ceduto alla famiglia, quando le veniva richiesto di guarire riprendendo a nutrirsi.
L’anoressia, insieme alla flagellazione ed altre sofferenze corporali, diventa il mezzo per avviare alla santità la donna il cui corpo era simbolo di lussuria, debolezza e irrazionalità. Da un’indagine condotta da Rudolph Bell su 170 sante italiane del Medioevo, la metà presenta una caratteristica anoressia.
L’esperienza mistica può essere peraltro accostata ad una serie di dissociazioni della coscienza legate a situazioni ‘estreme’, come il digiuno (fame e soprattutto sete) che conducono i soggetti che, volontariamente o no, sono sottoposti a tale restrizione dapprima a stati di esaltazione dell’umore e poi, via via che il digiuno si prolunga, a stati deliranti e allucinatori.
Il famoso esperimento negli anni ’40 del secolo scorso che viene denominato ‘Minnesota Starvation’ condotto dal grande scienziato Ancel Keys, che sarebbe poi divenuto lo scopritore della cosiddetta ‘dieta mediterranea’, ha dimostrato in modo drammatico gli effetti distruttivi del digiuno sulle attività mentali.
Esperienze di ricerca condotte presso la Psicologia Clinica dell’Università di Ferrara hanno confermato la modificazione dell’umore in questo senso in volontari sani che si sono sottoposti a sole 24 ore di digiuno water-only.
Per informazioni: Maria Grazia Campantico, cmpmgr@unife.it , tel. 0532293243, cell. 3386195376

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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