Skip to main content

Da: Tper SpA

L’app Muver è stata premiata ieri sera a Cannes in occasione delle giornate dedicate a Trustech, la fiera delle tecnologie digitali, come miglior progetto a livello internazionale realizzato nel campo della bigliettazione elettronica. Il “Best Customer Service Award” premia i servizi a maggior valore per l’utente: Muver consente per la prima volta in Italia l’interoperabilità su base regionale nell’acquisto e convalida dei titoli di viaggio tramite smartphone.

Questa, in sintesi, la motivazione del premio aggiudicato all’app progettata da Tper e prodotta in partnership dalle quattro aziende di trasporti pubblici emiliano-romagnole Tper, Seta, Start e Tep, integrata con il sistema regionale MiMuovo. Una sfida importante, affrontata assieme alla Regione Emilia-Romagna, anche impiegando fondi europei POR FESR.

La terna dei finalisti era stata annunciata nella mattinata di ieri da Calypso Networks Association, l’ente di riferimento internazionale che promuove lo standard della bigliettazione elettronica basata sulle carte a microchip che utilizzano sistemi di bigliettazione e validazione elettronici. La Presidente di Tper, Giuseppina Gualtieri, insieme all’ingegnere Mirco Armandi, responsabile ICT, hanno ricevuto il premio dalle mani di Philippe Vappereau, CEO di Calypso Networks Association.

La qualità del progetto Muver è stata molto apprezzata dalla giuria che lo ha selezionato tra i finalisti nella giornata di martedì. Ieri sera, in occasione della cerimonia Award 2018, a Tper è stato aggiudicato il premio ex aequo con Parigi Ile-de-France.

Con la app Muver, lo smartphone Android con tecnologia NFC sostituisce, di fatto, la classica tessera a microchip assumendone tutte le funzioni che consentono l’acquisto del titolo di viaggio, che viene «caricato» sul telefono, strumento con il quale avviene anche la validazione a bordo.

La presidente di Tper, Giuseppina Gualtieri, ha dichiarato: “Il Calypso Award è un riconoscimento internazionale che ci onora molto e sono contenta di ricevere questo premio per Muver, il frutto di un lavoro iniziato quattro anni fa e portato avanti dal settore Ricerca e Sviluppo di Tper d’intesa con le altre aziende di trasporti della regione Seta, Start e Tep. L’obiettivo era quello di mettere i nostri utenti in condizione di acquistare e convalidare il biglietto utilizzando il proprio smartphone, coniugando al tempo stesso due importanti aspetti: la sicurezza delle transazioni in fase d’acquisto online, nell’interesse delle persone e delle aziende, ed il rispetto della compatibilità con i sistemi già in essere nella nostra regione, in cui vige la validazione ad ogni accesso, modalità che si sta imponendo nei provvedimenti internazionali di settore”.

Muver è attiva a Bologna dallo scorso mese di aprile per l’acquisto dei biglietti urbani, a cui dal mese di ottobre – parallelamente all’allargamento a tutti gli altri bacini della regione – si è aggiunta la possibilità di acquisto di altri titoli, tra cui i multicorse citypass e i biglietti extraurbani a zone.

In questi primi mesi di avvio del nuovo sistema di bigliettazione Tper, attraverso Muver, ha venduto già oltre 24.000 titoli di viaggio.

Il premio Calypso è un importante riconoscimento, ma anche un significativo stimolo a proseguire sulla strada intrapresa: Muver è tra le prime applicazioni in Europa e la prima in Italia a permettere, oltre all’acquisto, anche la validazione attraverso l’NFC su base regionale, ma rappresenta solo uno step della dematerializzazione dei titoli di viaggio. Tper sta, infatti, lavorando ad una vera e propria offerta globale e integrata che farà di ogni smartphone, Android o Ios, un’alternativa alla tessera di plastica a microchip anche per altri usi, oltre all’acquisto del biglietto per i trasporti.

tag:

TPER


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

Tutti i contenuti di Periscopio, salvo espressa indicazione, sono free. Possono essere liberamente stampati, diffusi e ripubblicati, indicando fonte, autore e data di pubblicazione su questo quotidiano.

Francesco Monini
direttore responsabile


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it