Skip to main content

Da Regione Emilia Romagna

L’assessore Venturi: “Un’attività ad alta valenza sociale, con numeri in crescita grazie alla qualità delle competenze e a un grande lavoro di squadra”.
Via libera al riparto dei finanziamenti alle Aziende sanitarie. Nel 2016 in Emilia-Romagna +20% dei donatori e +24,2% dei trapianti. Bene anche i primi 6 mesi 2017

Bologna – Dieci milioni e 200 mila euro per gli interventi di prelievo e trapianto di organi e tessuti. Risorse che la Giunta ha destinato al potenziamento, razionalizzazione e coordinamento per il 2017 dell’attività della rete e del Centro Riferimento Trapianti regionale: investimenti contestuali all’approvazione del programma. Un’attività, quella di prelievo e trapianto, che in Emilia-Romagna ha registrato, nel 2016, un incremento significativo sia del numero di donatori (+20%), sia dei trapianti effettuati (+24,2%), con una conseguente diminuzione delle persone in lista d’attesa (-14,8%), la metà delle quali provenienti da altre regioni. E i dati di metà anno (gennaio-giugno 2017) sono altrettanto positivi.

I contributi sono così ripartiti: 8 milioni 380mila euro all’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna, sede del Centro di riferimento regionale; 920mila Azienda Usl di Bologna; 40mila Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena; 200mila Azienda Usl della Romagna (ambito territoriale di Cesena); 380mila Istituti Ortopedici Rizzoli di Bologna; 80mila Azienda Usl della Romagna (con destinazione all’Irst di Meldola); 40mila Azienda Usl di Imola; 150mila Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma;10mila Azienda Usl di Reggio Emilia.

“Il trapianto di organi e tessuti – sottolinea l’assessore regionale alle Politiche per la salute, Sergio Venturi- rappresenta un’attività ad alta valenza sociale. Che in Emilia-Romagna funziona bene, come testimoniano i dati, grazie alla qualità delle competenze e delle tecnologie del nostro sistema sanitario e a un ottimo lavoro di squadra, svolto assieme ad Aido, associazioni di volontariato ed enti locali. Potenziare quest’attività, in termini di numeri e di qualità dei risultati, significa garantire a un sempre più elevato numero di persone affette da gravi insufficienze d’organo, e alle rispettive famiglie, una migliore qualità della vita”.

Donatori, trapianti, liste d’attesa: i dati gennaio-giugno 2017
E’ un bilancio positivo quello che emerge dal Report dei primi 6 mesi 2017 del Centro Riferimento Trapianti dell’Emilia-Romagna. Il numero dei donatori utilizzati è cresciuto progressivamente negli ultimi anni: erano 99 nel 2014, sono stati 118 l’anno successivo e hanno raggiunto quota 142 nel 2016 (+20,3% rispetto a dodici mesi prima). E, da gennaio a giugno 2017, sono già 67.

Nel 2016 si sono registrate le prime 5 donazioni a cuore fermo, ora possibili anche in Italia ed effettivamente praticabili in Emilia-Romagna grazie alla professionalità della rete coordinata dal CRT, alle competenze e tecnologie delle Aziende sanitarie e dei coordinatori locali. In questo primo semestre c’è stata una donazione a cuore fermo all’Ospedale Bufalini di Cesena, che ha portato a un trapianto di fegato, due trapianti di rene e la donazione di tessuti (cute, tessuto osteo-tendineo, cornee, vasi e valvole).

Le opposizioni dei parenti alla donazione, al momento della richiesta dei medici, sono contemporaneamente scese dal 30,1% del 2014 al 27,6% del 2015 e al 26,1% dell’anno scorso. La media nazionale nel 2016 era ferma al 30,3%.

I trapianti nel 2016 sono cresciuti di una percentuale ancora superiore (complessivamente +24,2%), passando da 313 a 389. Ad essere aumentati percentualmente di più sono stati i trapianti di cuore (28, +55,5%) seguiti da quelli di fegato (142, di cui 2 da vivente, +23,4%). I trapianti di rene sono stati 212 (+21,8%), di cui 25 da vivente, sei quelli di polmone (5 nel 2015) e uno multiviscerale (come l’anno precedente). Tutto ciò ha permesso di ridurre il numero delle persone in attesa di un trapianto: complessivamente, le liste comprendono 1.084 persone, 188 in meno rispetto all’anno precedente (-14,8%), di cui il 50% (520) proveniente da altre regioni. Per quanto riguarda il 2017, nei primi sei mesi i trapianti di fegato sono stati 67 da donatore cadavere + 1 da vivente, i reni 92 con 108 organi trapiantati + 12 da vivente, i polmoni 6, i cuori 9 (va ricordato che la disponibilità di quest’organo è in assoluto la più influenzata dall’età del donatore).

Infine, secondo i dati del Centro nazionale trapianti aggiornati al 23 luglio, sono 295.932 i cittadini dell’Emilia-Romagna che hanno registrato la propria volontà sulla donazione degli organi e dei tessuti presso le Asl, i Comuni e l’Aido (Associazione italiana per la donazione di organi, tessuti e cellule). 284.797, vale a dire il 96,2%, lo ha fatto per dare il proprio consenso.

tag:

REGIONE EMILIA-ROMAGNA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Cari lettori,

dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “giornale” .

Tanto che qualcuno si è chiesto se  i giornali ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport… Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e riconosce uguale dignità a tutti i generi e a tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia; stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. Insomma: un giornale non rivolto a questo o a quel salotto, ma realmente al servizio della comunità.

Con il quotidiano di ieri – così si diceva – oggi “ci si incarta il pesce”. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di  50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle élite, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

La redazione e gli oltre 50 collaboratori scrivono e confezionano Periscopio  a titolo assolutamente volontario; lo fanno perché credono nel progetto del giornale e nel valore di una informazione diversa. Per questa ragione il giornale è sostenuto da una associazione di volontariato senza fini di lucro. I lettori – sostenitori, fanno parte a tutti gli effetti di una famiglia volonterosa e partecipata a garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano che si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori, amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato 10 anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato Periscopio e naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale.  Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 

Oggi Periscopio conta oltre 320.000 lettori, ma vuole crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

Tutti i contenuti di Periscopio, salvo espressa indicazione, sono free. Possono essere liberamente stampati, diffusi e ripubblicati, indicando fonte, autore e data di pubblicazione su questo quotidiano.

Francesco Monini
direttore responsabile


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it