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da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

Politiche per la salute: Tumore al seno, tappa a Bologna domani, giovedì 28 maggio, per il network “Europa Donna”: in Regione il punto sulla prevenzione e le cure in Emilia-Romagna (anche in diretta streaming). I dati: progressiva diminuzione della mortalità, probabilità di sopravvivenza sopra la media nazionale, forte partecipazione ai programmi di screening, la più alta copertura di mammografie in Italia

In Emilia-Romagna si riduce costantemente la mortalità per tumore al seno (circa il 2% all’anno) ed è più alta che altrove, in Italia, la probabilità di sopravvivere: quasi del 90% a cinque anni dalla diagnosi (89,7% contro una media nazionale dell’85%) e dell’82,3% a dieci anni (contro il 78%).
A questi dati si affianca da sempre un’adesione al programma di screening mammografico tra le più alte del Paese (76% per le donne tra i 50 e i 69 anni, contro il 62% della media nazionale nel 2013) e la più alta copertura in assoluto di mammografie (87% nel biennio 2011-2013 su tutta la popolazione femminile 50-69 anni).

Inoltre, lo Studio nazionale “Impatto”, alcuni anni fa, ha dimostrato che in Emilia-Romagna partecipare regolarmente allo screening mammografico riduce il rischio di morte del 56% (50% a livello nazionale).
Domani, giovedì 28 maggio, a Bologna c’è il network “Europa Donna”, movimento che rappresenta i diritti delle donne nella prevenzione e cura del tumore al seno, nato vent’anni fa su impulso dell’oncologo Umberto Veronesi. Per l’occasione è in programma un convegno, dalle 9 alle 14, nella sala polivalente “Guido Fanti”, viale Aldo Moro 50, organizzato con la Regione (potrà essere seguito anche in streaming).
Si tratta di una tappa del percorso che “Europa Donna” sta portando avanti in Italia per fare il punto sulla prevenzione, le cure e il processo di sviluppo della rete regionale delle “Breast Unit” (i Centri di senologia), come previsto dalla Conferenza Stato-Regioni con le linee di indirizzo approvate lo scorso dicembre.

“Il nostro è un sistema di eccellenza, strutturato, solido, integrato – è il commento dell’assessore regionale alle Politiche per la salute, Sergio Venturi – . Lo dicono tutti i dati e gli studi regionali e nazionali sull’assistenza per il tumore al seno.
Un sistema composto da professionisti di altissimo livello, dove i processi sono costantemente controllati grazie a programmi di sorveglianza e flussi informativi consolidati: una garanzia della qualità dell’assistenza.
Ma si può fare ancora meglio e di più, per esempio sull’integrazione tra i servizi e tra le strutture. Stiamo predisponendo il documento che va in questa direzione, recependo le linee di indirizzo della Conferenza Stato-Regioni”.

Per Rosanna D’Antona, presidente di “Europa Donna Italia”, “la tappa del 28 maggio a Bologna è particolarmente significativa perché l’Emilia-Romagna rappresenta una regione d’eccellenza, anche se resta ancora molto da fare. Il nostro movimento propone infatti di discutere, durante il convegno di domani, che venga al più presto predisposto un piano politico-sanitario regionale per implementare le Breast Unit, integrato con tutti i servizi già esistenti sul territorio, che siano definiti al più presto i criteri di certificazione dei Centri e che i medici di famiglia ricevano un’adeguata formazione per orientare la donna, soprattutto quella più a rischio”.

L’Emilia-Romagna può contare da anni su una rete strutturata di assistenza alle persone con tumore al seno, articolata in 13 Centri di senologia, luogo di integrazione tra professionisti e servizi delle Aziende sanitarie. Sul territorio, inoltre, fin dal 1996 sono attivi i programmi di screening per la prevenzione e la diagnosi precoce dei tumori della mammella, con adesioni alla mammografia tra i più alti d’Italia.
Tutto il percorso di assistenza, organizzato in rete dal servizio sanitario pubblico, a partire dalla prima mammografia, è gestito e monitorato nel tempo e garantisce alla donna una presa in carico complessiva e attiva che significa un’attenzione continua alla sua salute.
La Regione si è impegnata a raggiungere più donne possibili con lo screening, per favorire interventi più appropriati e ridurre le liste d’attesa per mammografia.
Con l’estensione dei programmi di screening mammografico (prima rivolto alle donne dai 50-69 anni, dal 2010 a tutte le donne 45-74 anni, sia residenti che domiciliate) il numero delle donne che effettuano nell’anno la mammografia è raddoppiato: erano 175.000 nel 2009, sono state 345.000 nel 2014.

La rete di assistenza: il programma di screening, il percorso per le donne con rischio ereditario
Il programma di screening dei tumori della mammella è rivolto alle donne dai 45 ai 74 anni (oltre 900.000 in tutta la regione).
Il percorso di assistenza coinvolge molti professionisti impegnati nella diagnosi e nella cura: medici di famiglia, ginecologi, radiologi, senologi, oncologi, genetisti, psicologi. Le donne dai 45 ai 49 anni sono invitate, con una lettera a domicilio dell’Azienda Usl, a eseguire la mammografia ogni anno, mentre le donne dai 50 ai 74 anni sono invitate a farla ogni due anni.
Alla mammografia possono seguire, se necessario, approfondimenti diagnostici o terapeutici. Tutto il percorso, fino al monitoraggio nel tempo (follow-up), è gratuito.
Dal 2012 è stato attivato inoltre un percorso gratuito per valutare uno dei fattori di rischio più rilevanti, anche se raro, di sviluppare tumori al seno: la familiarità, o meglio la trasmissione ereditaria, la presenza quindi all’interno della stessa famiglia di casi di tumore della mammella o dell’ovaio o di entrambi.
Questo rischio viene indagato nei 13 Centri di senologia e, quando necessario, approfondito nei 4 Centri di genetica.
Finora sono state individuate 754 donne ad elevato rischio che sono state prese in carico. Obiettivo del nuovo percorso è offrire alla donna la possibilità di valutare e scegliere attentamente, con i medici coinvolti, gli interventi più vicini ai propri bisogni e più adeguati alla situazione.
Inoltre, per le donne che presentano sintomi significativi, è previsto un percorso con accesso urgente agli esami diagnostici (entro le 24/72 ore per gli esami urgenti, entro 7 giorni per gli esami “urgenti differibili”).

Tumori al seno, dati epidemiologi
In Emilia-Romagna nel 2014 sono stati circa 4.400 i nuovi casi di tumori al seno (dato non ancora consolidato), con un’incidenza (pressoché uniforme nella regione) di 180 nuovi casi all’anno.
Complessivamente oggi sono 41.000 le donne viventi che hanno avuto un tumore al seno, patologia che si colloca al primo posto nella mortalità femminile per tumori (14% di tutti i decessi per tumore nelle donne).

Il programma del convegno di domani e la diretta streaming all’indirizzo http://salute.regione.emilia-romagna.it/events/regione/convegno-tumore-al-seno-breast-unit-in-emilia-romagna

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REGIONE EMILIA-ROMAGNA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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