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I fondi a 12 progetti. L’assessore Corsini: “Le manifestazioni dedicate alla storia e le rievocazioni nelle città e nei borghi sono un importante elemento di attrattività turistica e di identità delle comunità”

Bologna – Oltre 90 mila euro per progetti di conservazione, restauro, ampliamento del patrimonio dei costumi e delle attrezzature necessarie alle attività di valorizzazione delle manifestazioni dedicate alla storia.

Il bando pubblicato dalla Regione, sulla base della legge regionale 3 del 2017, ha assegnato fondi a 12 Associazioni di rievocazione storica in regione.
Tra i criteri di assegnazione, ilvalore storico e culturale delle rievocazioni in cui l’Associazione assegnataria del finanziamento, prevede di utilizzare i materiali oggetto di intervento, la valenza turistica e il pregio storico del patrimonio che annoveri, tra costumi, materiali o attrezzature, esemplari originali o comunque risalenti all’Ottocento.

“Le manifestazioni dedicate alla storia e le rievocazioni storiche nelle città e nei piccoli centri sono un importante elemento di attrattività turistica- ha dichiarato l’assessore regionale al Turismo, Andrea Corsini-. Con questo bando abbiamo inteso dare un aiuto concreto alla conservazione e valorizzazione del patrimonio storico fatto di archivi, materiali, strumenti musicali e costumi legati alle tante manifestazioni che si tengono in Emilia-Romagna. E che- ha concluso l’assessore- sono veri e propri eventi turistici grazie alla proposta di elementi radicati nella cultura di ogni comunità”.

La ripartizione nelle province
I finanziamenti sono così ripartiti:
In provincia di Bologna alla Pro loco Castel Di Casio 9.300 euro (rievocazioni medievali).

In provincia di Ferrara, all’ente Palio della Città di Ferrara euro 10mila, all’Associazione Pro loco Codigoro (manifestazione all’abbazia di Pomposa) 4.145 euro.

In provincia di Rimini alla Pro Loco di Mondaino (Palio del Daino) euro 8.750.

In provincia di Ravenna a Faenza per il Palio del Niballo: all’associazione Rione Verde 9.406 euro, a Borgo Durbecco euro 4.300, al Rione Nero e al Rione Giallo rispettivamente circa diecimila euro.

In provincia di Forlì-Cesena, all’Ente Palio di Santa Reparata e della Romagna Toscana 7.700 euro e all’associazione culturale ricreativa Il Drago oscuro (per Otto castelli in Palio) 2500 euro, alla Compagnia Balestrieri Terra del Sole 5.650.

In provincia di Modena all’associazione Battaglione Estense (rievocazioni battaglie ducato estense) 10 mila euro.

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di Piermaria Romani

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Pescando un pesce d’oro
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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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