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da: Lorenzo Frattini, Presidente Legambiente Emilia-Romagna

Si è conclusa oggi con il voto in Consiglio Regionale la prima tappa del percorso lanciato ad ottobre da Legambiente, per introdurre nelle leggi regionali alcuni principi per fermare il consumo di suolo.
Un buon risultato, per nulla scontata all’inizio del cammino, che ha portato in aula un tema finora quasi assente in Consiglio e colpevolmente tralasciato dalla Giunta Errani e dall’Assessore Peri.
Una bella vittoria, ma non priva di ombre di cui più oltre si farà l’analisi.

Il percorso preparatorio

Il percorso era iniziato con l’elaborazione di una serie di proposte nette e concrete, ma pragmaticamente ancorate al quadro normativo che sta maturando a livello europeo e nazionale.
Abbiamo quindi lanciato l’appello ad aderire ai consiglieri regionali e avviata contestualmente una campagna di raccolta firme.
All’appello hanno risposto 10 consiglieri regionali esponenti del M5S, gruppo misto, IDV, SEL, Rifondazione, Verdi e tre coraggiosi apripista del PD. Un buon esercizio di convergenza trasversale su problemi concreti, di cui il paese avrebbe bisogno.
A loro va il ringraziamento per aver accolto e discusso le nostre proposte, e per aver portato fino in aula una mozione con le proposte integrali, nonostante i tentativi di depotenziare che sono stati tentati.

Moltissime le adesioni di personaggi di spicco dell’associazionismo, della cultura, dell’economia e dell’agricoltura di questa regione. Anche dalla politica locale e nazionale sono arrivate risposte positive con adesioni di sindaci, assessori e 4 parlamentari.
Emblematica e preoccupante invece la mancata presa di posizione delle associazioni agricole regionali e dei nomi pesanti dell’agroalimentare nostrane, da Barilla al Consorzio del Parmigiano Reggiano, seppur interpellati.
La raccolta firme, che abbiamo voluto fare soprattutto cartacea per parlare con la gente, ha visto sempre grande entusiasmo in tutti i banchetti che abbiamo fatto.

Il pressing mediatico si concluso sotto le Torri della Regione, in concomitanza del voto, dove alcuni nostri volontari hanno dato vita ad un blitz per tenere accesi i riflettori sui lavori del consiglio.

Il senso del voto. Bene festeggiare ma con moderazione
Il voto in aula della proposta va salutato sicuramente con favore, sia per il valore politico della cosa, sia per le ricadute sui passaggi futuri.

Se Errani aveva promesso in campagna elettorale che avrebbe messo un freno al consumo di suolo, nulla si era visto finora, ne a livello di atti, ne di pratica politica e culturale (col silenzio della Regione su varianti, accordi di programma, e con l’avvallo di tutte le opere autostradali del vecchio PRIT).
L’adesione dei Consiglieri alla proposta di Legambiente ha sicuramente impresso un’accelerazione ad una situazione di stallo, portando il Consiglio a riappropriarsi del tema con una discussione in aula.

Dopo l’avvio della campagna si è iniziato a sentir parlare di una proposta normativa dell’Assessore Peri sul tema del suolo. Tale proposta è stata approvata in Giunta il 17 febbraio, ma ad oggi non è ancora stata resa pubblica.
Abbiamo potuto leggere informalmente questo testo ad inizio anno e tale versione, conferma di fatto tutti i timori: la proposta risulta l’ennesima dichiarazione di intenti senza alcuno strumento cogente.
E’ quindi un grande risultato che oggi sul tavolo regionale ci siano due opzioni differenti: la Giunta non potrà prescindere dalle richieste più stringenti arrivate dal Consiglio.
Da oggi inoltre esiste uno strumento in più, anche a livello locale, per chiedere che si avviino politiche urbanistiche a saldo zero, e che si cominci ad applicare il principio della compensazione ambientale (non economica) delle opere che rischiano di essere realizzate (pensiamo ad esempio alla TI-BRE a Parma i cui lavori sono già appaltati, o l’imponente progetto di sviluppo turistico nei lidi di Comacchio).

Se queste sono le buone notizie, certo i problemi non sono risolti. Rimangono in campo non poche criticità:
– i tempi a disposizione del Consiglio per approvare provvedimenti normativi sono ormai molto stretti, e potremmo arrivare alle prossime elezioni con un nulla di fatto;
– in aula le proposte di Legambiente sono state modificate con alcuni emendamenti. Tra questi quello più rilevante riguarda le tempistiche. Avevamo chiesto di anticipare l’obiettivo europeo di consumo netto di suolo zero, dal 2050 al 2030. Tale richiesta trova il suo fondamento nel fatto che in Italia ed in Emilia Romagna l’uso del suolo è stato di certo più intenso di quanto fatto nei paesi dell’est di recente ingresso in UE. Inoltre diverse esperienze tedesche stanno già attuando tale criterio. L’emendamento in aula toglie l’orizzonte temporale 2030 depotenziando di molto la spinta al cambiamento; almeno con lo stesso emendamento si impegna la Giunta ad adottare in fretta l’obiettivo. Evidentemente spaventava la maggioranza il legarsi le mani con una data, seppur lontana; ci pare non si sia compresa quanto la scelta sia oggi non solo necessaria, ma già praticabile. Ci batteremo comunque perché nei passaggi successivi si tenga ferma questa data.
– sicuramente le modifiche normative che dovessero arrivare non cancelleranno le previsioni di progetti già in cantiere (e pensiamo in particolar modo alle autostrade).

Cosa ci aspetta quindi?
Sicuramente il pressing sulla Regione perché traduca il voto di Consiglio in atti entro fine mandato.
Continuare il lavoro culturale con i cittadini raccogliendo ancora firme. Cercare alleanze con le parti più sensibili del mondo agricolo, agroalimentare e turistico per un fronte in tutela del suolo.

E poi le battaglie sul campo contro gli inutili progetti di cemento e asfalto.

Oggi però ci concediamo un po’ di soddisfazione.

Lorenzo Frattini
Presidente Legambiente Emilia Romagna

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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