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da: organizzatori

TUTTAUNALTRACOSA – Fiera nazionale del Commercio Equo e Solidale – ha segnato il suo ennesimo successo: dopo vent’anni di attività è riuscita ancora una volta a superare le pur rosee attese della vigilia. Anche grazie al favore di un benigno sole, oltre 50.000 visitatori hanno affollato i 60 stand di prodotti multicolori, originali e d’alto valore etico, provenienti da ogni angolo del pianeta.
La scelta di allestire l’edizione del ventennale a Ferrara partiva dal vantaggio di una relazione consolidata con la città estense, ma quest’anno i ferraresi hanno saputo stupire gli organizzatori, letteralmente invadendo quella Piazza Ariostea che accoglieva le Botteghe del Mondo. Da parte sua, l’amministrazione comunale ha ribadito la piena sintonia con lo spirito di TUTTAUNALTRACOSA: come ha spiegato il vicesindaco Massimo Maisto nella conferenza stampa inaugurale, il commercio equo e solidale rappresenta un campo concreto di elaborazione di modelli e pratiche per una riorganizzazione internazionale e multilaterale dei modelli – attualmente in crisi – di sviluppo locale e globale.
Lo scambio internazionale è stato del resto il protagonista della XX edizione. In primo luogo, ovviamente, il Commercio Equo e Solidale è un sistema per gestire in modo equilibrato e rispettoso i rapporti di produzione e distribuzione tra le differenti realtà del pianeta; ma quest’anno tale sistema è stato raccontato, per la prima volta, anche da operatori stranieri di Fair Trade (ad esempio – l’organizzazione olandese Tilingo Nepra, attiva nel sollecitare normative aggiornate presso il Parlamento Europeo). Inoltre non sono mancati sguardi speciali sulla realtà del mondo: così le questioni dello IUS SOLI sono state raccontate dall’occhio del regista Fred Kuwornu, mentre la questione del traffico clandestino dei minerali (specialmente dall’Africa) è stata illustrata da un testimone privilegiato come il congolese Frank Mweze. Quest’ultimo è intervenuto in un affollato evento che “internazionale” era anche in un altro senso, ossia per la collaborazione con il Festival del settimanale che Internazionale è fin dal nome. La rinnovata concomitanza di TUTTAUNALTRACOSA e del Festival di Internazionale ha consentito ai visitatori del weekend ferrarese di “guardare” il mondo in un modo insolitamente plurale, problematico e stimolante.
La Fiera di Assobotteghe è peraltro riconosciuta non solo come evento commerciale sui generis, ma anche come fucina di modelli alternativi alla crisi corrente. Non a caso, i dibattiti organizzati sui temi di finanza etica sono stati presi d’assalto da una folla che Piazza Ariostea ha stentato a contenere.
I risultati quantitativi e qualitativi della manifestazione consentono a tutti di essere un po’ meno pessimisti sulle sorti del pianeta nel prossimo futuro: nonostante le crisi, gli uomini e le donne del mondo hanno ancora molta voglia di progettare concretamente un futuro più sostenibile per tutti. Nella convinzione che possa essere davvero TUTTAUNALTRACOSA.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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