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da: Comune di Comacchio

La diffusione di notizie prive di ogni fondamento in merito all’accordo di collaborazione fra il Comune di Comacchio e il Museo Archeologico Nazionale di Napoli recentemente siglato, impone alcuni essenziali chiarimenti.
Il Comune di Comacchio, in attuazione di un’ampia strategia territoriale e di un intenso fermento sociale, ha avviato un processo di forti investimenti in ambito culturale che porterà a breve all’apertura di un nuovo grande museo archeologico, processo che ha trovato sintesi nella recente candidatura a capitale Italiana della cultura 2018. Tale fermento ha favorito l’attivazione di importanti rapporti di collaborazione il cui apice è stato appunto raggiunto con lo storico protocollo d’intesa siglato il 20 luglio u.s. con il Museo Archeologico Nazionale di Napoli. L’accordo, in piena sintonia con le direttive del MIBACT e in coerenza con le finalità perseguite dalla recente riforma del Ministero, consentirà di sviluppare sinergie fra una grande istituzione museale dalle enormi potenzialità, il Museo Archeologico di Napoli, ed una realtà relativamente piccola, come quella di Comacchio e del nascente Museo Delta Antico, ma dalla forte connotazione qualitativa inserita in uno dei più importanti bacini turistici italiani.
Detta collaborazione prevede la reciproca promozione, la realizzazione di mostre temporanee a Comacchio mediante l’esposizione di reperti oggi custoditi nei depositi del Museo di Napoli e, quindi, normalmente sottratti alla fruizione pubblica, lo scambio di buone prassi in ambito scientifico e gestionale, il prestito di reperti. Il modello di collaborazione è già stato inserito nel piano strategico del Museo Archeologico Nazionale di Napoli recentemente approvato.
Tre sono gli effetti positivi che discenderanno dalla collaborazione:
il Museo Archeologico di Napoli, senza sostenere costi e senza doversi privare di alcuno dei reperti oggi esposti, beneficerà della promozione correlata alla realizzazione di mostre temporanee in un’area territoriale ad alta incidenza turistica come quella di Comacchio, promozione che sarà ulteriormente incrementata dall’impegno formale del Comune lagunare a collaborare nella diffusione di materiale informativo sulle iniziative culturali che il museo di Napoli metterà in cantiere, a partire dall’imminente apertura della sezione egizia;
la comunità di Comacchio avrà l’onore e l’opportunità di ospitare a Palazzo Bellini importanti mostre archeologiche temporanee mentre il nascente Museo Delta Antico potrà fregiarsi ufficialmente del titolo di partner del Museo Archeologico Nazionale di Napoli;
il pubblico avrà la possibilità di ammirare i grandi tesori custoditi nei depositi del Museo archeologico di Napoli e quindi normalmente sottratti alla fruizione.
La collaborazione va quindi nella direzione opposta rispetto a quella incomprensibilmente paventata dai suoi detrattori che, evidentemente, non hanno letto l’accordo.
L’obiettivo non è quello di impoverire o sottrarre reperti al museo di Napoli (ci si limiterà al solo prestito temporaneo di reperti non esposti), come da taluni infondatamente ipotizzato, bensì quello di promuoverlo affinché possa dispiegare tutte le sue potenzialità.
Parimenti pretestuose e superficiali appaiono le affermazioni che liquidano l’accordo come funzionale alla nascita a Comacchio di una “banale succursale” del museo di Napoli.
Il nascente Museo Delta Antico, grazie alla partnership con il Museo di Napoli, il museo di Pompei ricordiamolo, si troverà immediatamente catapultato nei più importanti circuiti museali internazionali, mentre le sale espositive di palazzo Bellini ospiteranno i grandi tesori nascosti di Pompei, Ercolano e dei più importanti centri della Magna Grecia. Effetti tutt’altro che banali per una realtà come Comacchio.
Precisiamo infine che Il Ministro Franceschini non è stato in alcun modo coinvolto in un’operazione dal connotato esclusivamente culturale ed è stato informato a protocollo sottoscritto.
La nuova sinergia fra Comacchio e il Museo Archeologico di Napoli è nella sostanza un esempio virtuoso di collaborazione nella gestione e nella valorizzazione del patrimonio storico – culturale del paese che, accantonate le polemiche sterili e le strumentalizzazioni inutili, auspichiamo possa in breve svilupparsi quale modello operativo diffuso.

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COMUNE DI COMACCHIO


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

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