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Da: Centro di Ascolto dell’Unità Pastorale Borgovado  e Ufficio Diocesano Migrantes 

Alla cortese attenzione del signor Sindaco di Ferrara

Siamo in attesa che le proposte emerse durante la riunione informativa del 14 gennaio scorso della 4 commissione consiliare , vengano prese in considerazione e concretizzate auspichiamo a breve.
In particolare ci riferiamo  1) alla somministrazione dei tamponi veloci notturni  2) alla disponibilità di  stanze  in sicurezza  3) al reperire  spazi utili per la seconda accoglienza  liberando così nuovi posti nei dormitori 4) ad organizzare un tavolo povertà permanente 5) ad una piattaforma per l’aiuto repentino tramite app o numero verde.
Le notizie che  leggiamo sui quotidiani e le informazioni online ci raccontano  storie di solidarietà che avvengono attorno a noi,  come ad esempio a Bologna dove da anni l’emergenza freddo e povertà  è affrontata con strategie mirate ed organizzate a vari livelli con il coordinamento del comune,   a Torre Pedrera dove con il patrocinio del comune una famiglia ha donato la sua struttura alberghiera  ai senza tetto, o a Milano dove un gruppo di volontari con varie professionalità ha avuto in gestione dal comune della città, assieme al progetto Arca, una scuola dismessa.
La nostra città  è ancora in una fase iniziale e intanto  aumentano le persone che chiedono aiuto ai nostri centri di volontariato, realtà attive e fattive sul territorio. Riteniamo che non possa essere Asp il nostro interlocutore poichè già si occupa ,con proprie modalità, dei più fragil i( tra l’altro è di questi giorni la notizia dei tamponi veloci anche per i più disagiati) ma piuttosto dovrebbe esserlo  l’assessore Coletti in quanto preposta a questo tipo di questioni sociali assieme all’amministrazione tutta.
Si potrebbe   organizzare un pronto intervento a questo proposito, magari prendendo spunto da chi si è già mosso su questo fronte, come nei casi citati, e rendersi finalmente aperti a questo problema gravissimo e impellente.
Ci chiediamo se nel comune esistano già  degli edifici, che necessitano magari di pochi interventi di manutenzione, che potrebbero essere utilizzati come strutture ponte di emergenza  piuttosto che centri di seconda accoglienza, e chiediamo che ci possano essere eventualmente illustrati.
Ribadiamo la nostra disponibilità come gruppi di volontari a collaborare anche in funzione di un progetto più a lungo termine poichè ci rendiamo conto che questo è un processo complicato e faticoso, ma è ora che deve essere preso in carica.
Aspettando speranzosi un gentile riscontro
salutiamo con cordialità
Per il Centro di Ascolto dell’Unità Pastorale Borgovado
Ufficio Diocesano Migrantes
Patrizia Di Mella

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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