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da: ufficio stampa Comune di Comacchio

Un evento speciale per la chiusura di “Comacchio a Teatro”.

Venerdì 18 in Sala Polivalente a Palazzo Bellini andrà in scena l’ultimo spettacolo della stagione; un evento speciale che vedrà prendere vita sulla scena il lavoro di un artista apprezzato in tutta Italia. Autore e protagonista dello spettacolo, che interpreta assieme a Giampiero Bartolini, è il poliedrico Giampiero Pizzol: attivo in teatro come attore fin dagli anni ’70, è apprezzatissimo anche come autore di decine di opere originali per il teatro in prosa e in versi, monologhi e fiabe e trasposizioni drammaturgiche di testi letterari. Unisce a ciò una tempra cabarettistica che affonda le radici nelle origini di questo genere, e che oltre alle apparizioni televisive su Zelig o in programmi Rai, lo ha portato a collaborare tra gli altri con Paolo Cevoli e Maurizio Ferrini, ed a vincere inoltre il premio Walter Chiari. Bartolini e Pizzol presenteranno a Comacchio uno dei loro cavalli di battaglia, lo spettacolo che contraddistingue il sodalizio del duo comico, e che in Sala Polivalente andrà in scena per festeggiare il ventesimo anno di repliche: “Amamaz, disavventure di un vitellone romagnolo”. Nell’atmosfera sempre in bilico tra allegria e nostalgia, solitudine e compagnia, realtà e fantasia della Romagna delle sagre paesane, delle orde di villeggianti, si muove il protagonista Ottavio Sozzi, ombrellone umano, vitellone mancato, clown nero e degradato; accanto a lui, l’igienista Forbiti, coinvolto casualmente negli avventurosi e improbabili suicidi del nostro anti-eroe. Due figure e due destini diversi uniti, solo per un breve momento, dall’impossibile amore per la prosperosa dottoressa Doris. Ma soprattutto complici, con il pretesto di un banale incidente, nel dar luogo ad un comicissimo dialogo, un casereccio delirio a due che trova una illusoria liberazione nelle cadenze di un ballo… Liscio naturalmente! Lo spettacolo è stato creato come teatro d’appartamento, ed in questi vent’anni è approdato su decine di palcoscenici, piazze, sale, cortili, cantine e locali pubblici, riscuotendo ovunque consensi unanimi e divertita partecipazione del pubblico. L’inizio dello spettacolo è fissato per le ore 21:00 in Sala Polivalente a Palazzo Bellini (via Agatopisto 7, Comacchio). La biglietteria aprirà alle ore 20:00; biglietto intero 10 €, ridotto 6 €. Infoline e prenotazioni al numero 349 0807587.

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COMUNE DI COMACCHIO


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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