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Un anno fa nasceva Ferraraitalia e il suo logo per la prima volta appariva sul web. Da allora sono passati 365 giorni e arrivati 231.401 lettori. Insieme abbiamo seguito l’ascesa di Matteo Renzi e il declino di Berlusconi, detto addio a Nelson Mandela, Claudio Abbado, Arnoldo Foà; tremato per i nubifragi e le esondazioni che hanno piegato le nostre terre; assistito alla rielezione della giunta comunale e formulato proposte concrete per migliorare la nostra città. Abbiamo raccontato storie e approfondito vicende con inchieste e interviste mirate.

In dodici mesi attorno a questo giornale più che il classico gruppo redazionale si è creata una comunità di individui che condividono principi e valori e hanno desiderio di porsi in comunicazione fra loro e con gli altri. Con molti lettori del quotidiano online e della pagina Facebook si è stabilita una forte sintonia. Di tutto questo ci sentiamo orgogliosi. E personalmente sono grato ai lettori e riconoscente a ciascuno dei collaboratori. Non è retorica: alla stima intellettuale si unisce un solido legame d’affetto.

Scrivo queste righe in uno stato d’animo particolare, mentre sono di ritorno da Auschwitz. I piani di riflessione si intrecciano. La storia e il presente ci interrogano sul cammino percorso e quello da compiere. Socrate diceva: c’è un solo bene, la conoscenza; e un solo male, l’ignoranza. È riduttivo ricondurre a ignoranza la bestiale malvagità dei carnefici? Ignoranza dell’umanità che alberga in ogni essere vivente, ignoranza del dovere di carità verso un’altra creatura… Forse è poco di fronte all’orrore del male assoluto, ma a scavare, quale altra radice può avere anche la più efferata crudeltà se non l’indifferente ignoranza del principio dell’inviolabilità della vita? E all’opposto, non è la conoscenza che ci rende assetati di altra conoscenza, che ci spinge alla ricerca, al confronto, che induce al rispetto dell’altro? Chi conosce si apre, chi ignora si difende, per paura o arroganza.

Le parole di George Santayana (“chi non ricorda il passato è destinato a riviverlo”) ripropongono il dovere della testimonianza e della divulgazione della conoscenza.

Al riguardo, la sola cosa che sento di voler aggiungere è l’auspicio che trovi accoglienza l’appello di Hans Jonas all’etica della responsabilità, che impone a ciascun individuo il dovere di considerare le conseguenze future delle proprie scelte e dei propri atti.

Responsabile è vivere con pienezza il proprio ruolo comunitario. Anche per questo il dilagante distacco dalla vita pubblica va contrastato. Ci spaventa chi lo considera “un problema secondario”. Siamo per la condivisione e il dialogo, sempre. È il cardine della democrazia. L’ascolto è un dovere e deve essere autentico.
Ferraraitalia sin dal primo giorno ha assunto l’impegno di fornire interpretazioni e chiavi di lettura per favorire la conoscenza della realtà. Vogliamo stimolare la partecipazione e il coinvolgimento di ognuno nella sfera civile. Questo continueremo a fare, nel rispetto di tutte le opinioni.

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Sergio Gessi

Sergio Gessi (direttore responsabile), tentato dalla carriera in magistratura, ha optato per giornalismo e insegnamento (ora Etica della comunicazione a Unife): spara comunque giudizi, ma non sentenzia… A 7 anni già si industriava con la sua Olivetti, da allora non ha più smesso. Professionista dal ’93, ha scritto e diretto troppo: forse ha stancato, ma non è stanco! Ha fondato Ferraraitalia e Siti, quotidiano online dell’Associazione beni italiani patrimonio mondiale Unesco. Con incipiente senile nostalgia ricorda, fra gli altri, Ferrara & Ferrara, lo Spallino, Cambiare, l’Unità, il manifesto, Avvenimenti, la Nuova Venezia, la Cronaca di Verona, Portici, Econerre, Italia 7, Gambero Rosso, Luci della città e tutti i compagni di strada

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

Tutti i contenuti di Periscopio, salvo espressa indicazione, sono free. Possono essere liberamente stampati, diffusi e ripubblicati, indicando fonte, autore e data di pubblicazione su questo quotidiano.

Francesco Monini
direttore responsabile


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