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Da: No Salvabanche

Sabato 19 novembre – partenza h. 10.30 Piazza del Municipio di Ferrara

Il 22 novembre 2016 sarà trascorso un anno dall’esproprio dei nostri risparmi imposto dal governo guidato da Matteo Renzi. Con il decreto salvabanche questo governo al servizio delle banche è entrato prepotentemente nelle nostre case, ci ha sottratto con la sua violenza legale ‘anticostituzionale’ i risparmi accantonati dopo vite intere messe a lavoro, ha rubato le nostre prospettive di futuro insieme a quelle dei nostri figli, costringendo in ginocchio il territorio. La nostra vicenda illumina con straordinaria chiarezza una verità che abbiamo appreso sulla nostra pelle: le vite di tutti noi devono essere a completa disposizione della finanza, pur di salvare le banche, subendo la violenza di una rappresentanza politica che non ha salvaguardato il risparmio, la vita e il futuro di ognuno di noi.
Il Partito Democratico è il principale rappresentante politico che ha appoggiato questi interessi finanziari, ma non è l’unico responsabile; ha lasciato l’intero sistema bancario in avaria/balia della mancata sorveglianza di Banca Italia e Consob e, per Carife, a un commissariamento illusorio. Non ha saputo salvaguardare i risparmiatori a favore del pericolante colosso bancario. La nostra vicenda dice molto chiaramente che il Governo si serve di tante altre istituzioni, apparati e di piccoli funzionari locali per imporre il suo disegno di società al servizio delle banche, fatto di povertà, disoccupazione e precarietà.
Perciò a un anno di distanza dalla violenza che abbiamo subìto, dopo mesi di intensa mobilitazione, torniamo in piazza con il CARIFE TOUR. Faremo una passeggiata per le strade di Ferrara per denunciare pubblicamente i responsabili del nostro impoverimento. Non ci accontentiamo delle poche briciole distribuite dal decreto sull’indennizzo. Rivogliamo tutto ciò che è nostro!
Le 32.000 famiglie azzerate hanno il diritto di essere risarcite di quanto ‘sottratto’ in una notte senza preavviso, senza spiegazione. Perché non è accettabile essere dichiarati speculatori, mentre le Banche, maneggiando i capitali dei piccoli risparmiatori, si sono lasciate spogliare, lanciandosi in avventate erogazioni di credito, da sedicenti imprenditori. La miseria e impotenza delle 4 banche ‘risolte’ va imputata a miliardari Not Performing Loans (prestiti non rimborsati e spesso neppure garantiti dai beneficiari), non alla buona fede e seria parsimonia dei risparmiatori. Vogliamo chiarezza, giustizia e rimborso totale.
Sarà anche l’occasione per esprimere il nostro NO al governo e la richiesta di dimissioni di coloro che sono complici di un sistema bancario colluso e corrotto. Bisogna mandare a casa Renzi, se vogliamo riavere i nostri risparmi, se vogliamo riconquistare un futuro!
Ultima cosa, ma non meno importante: sulla base di una legge governativa ad personam, la questura di Ferrara ha comunicato che non possiamo esprimere pubblicato il nostro no contro Renzi e sul referendum, riservando questa possibilità esclusivamente ai partiti politici (quei partiti che, in forme e tempi diversi, sono responsabili della condizione che ci troviamo). È l’ennesimo tentativo del governo Renzi di imbavagliare il dissenso, è un’inaccettabile soppressione della più elementare libertà d’espressione. Per questo il nostro NO è sempre più forte!

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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