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Somebody That I Used To Know (Gotye, 2011)

Lei è puntuale, arriva alle otto precise. il tempo di salutarci e stringerci la mano. Poi ci avviamo insieme al luogo dell’appuntamento col probabile acquirente. Camminiamo fianco a fianco, qualche parola per riempire l’iniziale imbarazzo. Io la osservo cercando di non incrociare lo sguardo.
Di persona è anche più bella… molto più bella!
Lei invece guarda avanti. Ha gli occhi grandi, verdi, dietro quegli occhiali da vista che la rendono decisamente interessante.
Non c’è dubbio che mi abbia colpito, l’ho capito dall’agitazione che mi ha preso appena l’ho vista. Faccio fatica a parlare, la mente è distratta, mi sembra di dire solo banalità. Lei invece appare sicura di sé.
Certamente le sono indifferente. Tanto vale non rischiare di cadere nel ridicolo azzardando complimenti non richiesti. Meglio concentrarsi sulla ragione del nostro incontro.
“Lamberti o Lambertini?” domando, “Non ricordo più come si chiama…”
“Lamberti, Marco Lamberti!” risponde, “Credo che venga con moglie e figlia.”
“Lamberti, giusto… Senti Ale, hai tu le mappe vero? Io stamattina non ho avuto il tempo di cercarle.”
“Certo, sono nella cartellina assieme ai documenti catastali.” dice lei con sorriso rassicurante.

È la prima volta che io e Alessia c’incontriamo di persona, anche se ci siamo conosciuti su facebook oltre un anno e mezzo fa. Alessia è agente immobiliare e, quando ho deciso di vendere il vecchio appartamento dei miei sfitto ormai da un paio d’anni, ho pensato proprio a lei.

Il luogo dell’appuntamento è in centro, in piazzetta della Repubblica di fronte ai giardini. Lì, al civico sei, c’è il portone d’ingresso del palazzo dove i miei hanno abitato per quarant’anni.
Quando arriviamo, sul posto non c’è ancora nessuno. In quel momento esatto il cellulare di Alessia si mette a suonare. Lei fruga nella borsa, lo afferra e risponde. “Sì? Buongiorno signor Lamberti, noi siamo già arrivati… Ah, mi dispiace… Capisco, riferirò io non si preoccupi. La saluto, a presto!”
Alessia mi guarda. “Giovanni, l’appuntamento è saltato. La moglie di Lamberti ha avuto un incidente domestico, pare nulla di grave, ma sono andati in ospedale…”
“Mannaggia che sfiga!” dico io, “Ora che facciamo?”
“Possiamo fare colazione, se ti va.” propone lei.

Facciamo colazione di fronte al duomo, poi ci fermiamo a curiosare nel mercatino appresso.
Io compro un vecchio libro a fumetti, lei invece un romanzo di Banana Yoshimoto.
“Di cosa parla?” chiedo io indicando il libro che ha appena comprato.
“Vorrei scoprirlo, è per questo che l’ho preso!” risponde lei prontamente.
“No, dicevo l’autrice. Che genere di storie scrive di solito? La conosci bene?”
Correggo il tiro. Ho la netta impressione che ogni cosa che dico sia sbagliata. “È che quando scelgo un libro cerco di sapere in anticipo in che guaio mi sto cacciando…”
“Guaio?” dice. Per la prima volta mi guarda con un velo d’interesse. Potrebbe essere un buon segno, oppure il segnale d’aver detto una cazzata di troppo.
“Beh, considero ogni libro, bello o brutto che sia, come una fonte irrinunciabile di guai… Persino questa raccolta di fumetti per me sono splendidi guai da risolvere!” spiego.
“I libri non li avevo mai considerati in questo modo. Però, magari può essere un’originale chiave di lettura.” dice lei, poi mi guarda e sorride.

Da quel giorno il suo sorriso l’ho visto spesso. Passeggiando al parco, seduti al cinema o in un pub, a casa mia, a casa sua, nelle nostre gite sul lago…
E pensare che è iniziato tutto con un banalissimo appuntamento d’affari.
Un appuntamento diventato un vero guaio… Uno splendido, irrinunciabile guaio da risolvere.

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Carlo Tassi

Ferrarese classe 1964, disegna e scrive per dare un senso alla sua vita. Adora i fumetti, la musica prog e gli animali non necessariamente in quest’ordine. S’iscrive ad Architettura però non si laurea, si laurea invece in Lettere e diventa umanista suo malgrado. Non ama la politica perché detesta le bugie. Autore e vignettista freelance su Ferraraitalia, oggi collabora e si diverte come redattore nel quotidiano online Periscopio. Ha scritto il suo primo libro tardi, ma ha intenzione di scriverne altri. https://www.carlotassiautore.altervista.org/

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
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Francesco Monini
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