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Da Movimento Cinque Stelle Ferrara

Correvano gli anni 2008-2011 e tale flagello, il Governo Berlusconi IV, si abbatté sui liberi professionisti,
120 mila per l’esattezza e 450 mila soci di società in una sciagurata campagna chiamata PoseidONE 2,
con l’intento di recuperare contributi previdenziali evasi. Ma allo stesso tempo il flagello viene esteso
ossia si procede all’iscrizione d’ufficio alla gestione separata operata dall’Inps nei confronti di tantissimi
giovani avvocati, con conseguente richiesta agli stessi di contributi previdenziali dall’anno 2009 ad oggi.
Quelli che annoverano fior di professionisti ben remunerati, ma anche decine di migliaia di giovani che
vivono con soglie di sussistenza minimali e che il flagello berlusconiano decise un bel giorno di includere,
contro ogni legge … vedi l’Art. 21, comma 10, l. 247/2012 (Legge professionale forense) che sancisce
che “non è ammessa l’iscrizione ad alcuna forma di previdenza se non su base volontaria e non
alternativa alla Cassa Nazionale di Previdenza e Assistenza Forense”.
Ebbene oggi questi disgraziati ragazzi mi scrivono disperati perché, nonostante le innumerevoli
sentenze di ogni ordine e grado abbiano sancito assolutamente illegittima l’imposizione berlusconiana
dell’iscrizione alla gestione separata all’INPS, alla quale dal 1996 sono obbligati solo coloro che svolgono
attività il cui esercizio non sia subordinato all’iscrizione ad appositi albi professionali oppure coloro che
svolgono attività non soggette al versamento contributivo agli enti in base ai rispettivi statuti e
ordinamenti, e nonostante credessero loro di essere nel pieno della legalità rispondendo solo alla
propria cassa di riferimento, cassa forense, alla quale versavano annualmente il loro contributo
previdenziale, nonostante questo si vedono arrivare richieste inaspettate ed esorbitanti. Lo scopo di
questo abominio di diritto civile? Quello di procedere al recupero forzoso, dalla sera alla mattina, di tutti
i contributi arretrati che non sono dovuti e che nessun avvocato con reddito inferiore a 10.000 euro
sapeva di dover versare alla gestione separata piuttosto che, come faceva, alla sua cassa di riferimento.
Stiamo parlando di migliaia di euro di imposizione previdenziale a cittadini che non hanno nulla o quasi,
reddito imponibile, ma nonostante questo ebbene l’ente previdenziale si ostina anche in data odierna a
recapitare loro le ingiunzioni di pagamento (con conseguente sperpero di denaro pubblico perché molti
di questi soldi saranno irrecuperabili). Il tutto sottraendo informazioni personali all’utente iscritto alla
Cassa Forense e come rileva la Corte d’Appello di Napoli N. 584/2016…in misura inimmaginabile
arrivando a tale azione …”La circostanza, poi, che, nell’ambito di tale rapporto con la Cassa … l’appellato
abbia versato o meno contributi obbligatori, rileva esclusivamente nel rapporto tra l’iscritto e la propria
Cassa e non può costituire motivo per imporre … l’iscrizione alla gestione separata”.
Ora, dalla mia piccola posizione di Consigliere Comunale non posso che accogliere con sgomento e
ulteriore disprezzo l’azione devastatrice operata sul nostro già martoriato paese dal si fu flagello
berlusconiano, ed adoperarmi per dare voce alla disperazione di questa classe di giovani menti elevate
dallo studio del Diritto e della Legge, e posso solo immaginare quale altro tormento li assalga, dallo
scoprire che la loro stessa madre patria che li ha nutriti di concetti di etica e legalità, oggi con assoluta
indifferenza apre loro, complice l’attuale governo, la porta della disperazione umana.

Ilaria Morghen

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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